Sul nuovo obbligo di assicurazione catastrofale obbligatoria per le aziende si è creata una confusione incredibile che riguarda i soggetti obbligati e i beni da assicurare, il tutto senza che nessuno (o quasi) evidenzi un aspetto fondamentale: cosa prevede la legge?

In un certo senso la querelle di questi giorni in merito al nuovo obbligo di stipula delle polizze catastrofali per le aziende rappresenta al meglio tutti i difetti di un sistema legislativo che tende a essere superficiale, confuso e mal attuato.
Una legge che sarebbe dovuta entrare in vigore lo scorso anno crea ancora confusione a più di un anno dalla sua entrata in vigore.
E già qui è abbastanza incredibile... Effettivamente, la proroga di cui si parla in questi giorni sarebbe la seconda. L’attuale scadenza è il prossimo 31 marzo ma ci sono ancora parecchi dubbi applicativi in ordine a:
- soggetti effettivamente obbligati;
- beni da assicurare.
I soggetti effettivamente obbligati, secondo la legge, sono esclusivamente quelli iscritti alla sezione ordinaria del registro delle imprese.
Per intenderci, non lo sarebbero i piccoli imprenditori (ditte individuali) e i professionisti.
Nonostante questo, il successivo decreto ministeriale e alcune discutibili interpretazioni hanno fatto ritenere ai più che siano obbligati tutti i soggetti iscritti alla Camera di Commercio. Cosa che però appare in contrasto con quanto prevede la legge.
Il secondo punto è relativo ai beni da assicurare e qui la questione, a modesto avviso di chi scrive, diventa ancora più paradossale.
La Legge parla di beni di proprietà dell’impresa, iscrivibili nell’attivo del bilancio d’esercizio.
Nonostante questo, il successivo decreto ministeriale e alcune discutibili interpretazioni hanno fatto ritenere ai più che siano da coprire con la polizza catastrofale tutti i beni strumentali utilizzati dall’impresa, anche se in affitto (si pensi al classico esempio dell’immobile in locazione utilizzato dall’impresa nell’esercizio della sua attività).
Ma sarebbe un obbligo non previsto dalla legge e, peraltro, comunque molto discutibile e con costi non indifferenti per le PMI!
Si pensi al caso dell’azienda che svolge l’attività utilizzando immobili presi in affitto. Perché dovrebbe accollarsi il rischio di assicurarli? Scegliendo di prendere in affitto l’immobile e non di acquistarlo ha già fatto una scelta: cioé quella di non rischiare direttamente per l’immobile ma di conservarlo con cura e di pagarne l’uso e le manutenzioni ordinarie.
Ma anche il sistema delle sanzioni è dubbio: non sono previste sanzioni pecuniarie dirette ma solo indirette, consistenti nell’impossibilità da parte delle aziende inadempimenti di ottenere contributi, agevolazioni e sovvenzioni pubbliche. Ma qui ci sono dubbi interpretativi veri rispetto a quei contribuenti, quelle agevolazioni e quelle sovvenzioni pubbliche in corso di erogazione o che vengono erogate a SAL: saranno interessate anche queste?
Ad ogni modo, la discussione sul nuovo obbligo evidenzia un aspetto che, purtroppo, stiamo spesso evidenziando su queste pagine per i temi fiscali: troppo spesso il legislatore è superficiale e impreciso, ancora più spesso le amministrazioni pubbliche che devono attuare una norma - anche mediante un provvedimento attuativo di normazione secondaria - fanno fatica ad essere precise e coerenti rispetto alla norma stessa.
Ed è un grosso peccato, danneggia cittadine/i e aziende e non si raggiunge lo scopo stesso per il quale la legge considerata era stata varata.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Polizze catastrofali, che confusione!