L'Agenzia delle Entrate dall'inizio del 2019 ha pubblicato 385 risposte agli interpelli. Il motivo? Secondo il 77% dei lettori di Informazione Fiscale, la normativa italiana, fiscale in particolar modo, è incerta e disorganica. Nel labirinto legislativo neanche i chiarimenti dell'amministrazione finanziaria fungono da filo di Arianna.
L’Agenzia delle Entrate dall’inizio del 2019 ha pubblicato 385 risposte agli interpelli. Il motivo? La normativa italiana, fiscale in particolar modo, è incerta e disorganica. Questa è la risposta del 77% dei lettori che hanno partecipato al sondaggio, condotto dalla redazione di Informazione Fiscale per individuare le origini di una produzione di informazioni così massiccia.
Nei primi 9 mesi dell’anno, fino al 18 settembre, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato in media più di un documento chiarificatore al giorno, tutti i giorni. Se si considerano anche le consulenze giuridiche e i principi di diritto, il numero arriva a 425.
Ma il patrimonio di chiarimenti elaborato dall’amministrazione finanziaria per i contribuenti e gli addetti ai lavori non è sufficiente a rendere nitido il panorama di adempimenti, regole e pagamenti. Questa la certezza che accomuna i partecipanti all’indagine.
Normativa fiscale fiscale incerta e disorganica: è un labirinto per il 77% dei lettori
Sulla motivazione principale che spinge l’Agenzia delle Entrate a fornire quotidianamente istruzioni e chiarimenti, la maggioranza dei lettori di Informazione Fiscale concorda: il sistema normativo italiano, fiscale in particolare, è prevalentemente incerto e disorganico.
Solo per il 18% di partecipanti la continua produzione di informazioni nasce dall’esigenza del Fisco di muoversi sempre più verso un’apertura nei confronti dei contribuenti attivando canali sempre più diretti.
Mentre il restante 5%, perlopiù, considera che la verità stia nel mezzo e che la volontà di attivare un filo diretto con i cittadini e la necessità di fare chiarezza pesino in ugual misura.
Ma al di là dei numeri e delle percentuali, i commenti dei lettori descrivono la normativa fiscale come un labirinto dal pavimento scivoloso in cui è difficile avanzare ed orientarsi.
“Norme scritte male, di dubbia interpretazione. Di conseguenza è inevitabile porre dei quesiti/interpelli sulla corretta applicazione delle stesse. Non esaustive, asettiche a volte quasi mi chiedo se chi le scrive conosce la realtà concreta a cui si applicano”.
“Troppe leggi e troppi cambiamenti ogni anno. Non fai in tempo ad aggiornarti che arrivano altre modifiche!!”
Queste sono le caratteristiche evidenziate da MariaGrazia M. e Leda P. e condivise da molti. E l’origine di un panorama fiscale così frastagliato, individuata da alcuni lettori, è poco rassicurante:
“Il legislatore negli ultimi anni “improvvisa”. L’obiettivo è esclusivamente “cambiare” per evidenziare che ciò che è stato fatto precedentemente era sbagliato, non esiste più un percorso, una programmazione, una politica fiscale che possa durare almeno qualche anno; Rimane molto facile “criticare” ma estremamente difficile pianificare una politica fiscale”.
Il risultato è che i riferimenti sono poco chiari, disorganici, in continua evoluzione, difficilmente interpretabili in maniera univoca. E tutto questo ha precise conseguenze sul sistema, secondo GianMario M.
“Il sistema fiscale italiano è un coacervo di norme a volte contraddittorie utili solo agli evasori. Con l’aiuto della tecnologia l’AdE sarebbe già in grado di inviare a casa la dichiarazione precompilata anche per le aziende, evitando inutili perdite di tempo ai contribuenti e quindi rendendo la vita più facile”.
In questo meccanismo poco trasparente viene meno anche la credibilità, secondo molti lettori. Netta è la posizione di Gianfranco N.
“Il fisco italiano non è credibile, è incerto, non consente una programmazione fiscale agli operatori, quello che vale oggi è screditato domani, ci sono stati negli ultimi anni provvedimenti demenziali e con terminologie inglesi per peggiorare ancor di più le cose. Ministri dell’economia che non hanno mai fatto questo lavoro, non sanno nemmeno di cosa parlano, l’unico che negli ultimi anni era un professionista ha fatto peggio degli altri.
Serve una semplificazione radicale e un patto “fisco-professionisti-contribuenti” per il futuro ma è pura utopia!”
Nel labirinto fiscale l’Agenzia delle Entrate non rappresenta il filo di Arianna
Dalla teoria alla pratica gli impatti sono notevoli: se alcune norme sono un esercizio di stile in burocratese, per i cittadini diventano un problema, tangibile e serio.
E infatti la visione totalmente negativa della normativa fiscale è condivisa anche da quel 18% dei partecipanti al sondaggio convinto che la mole informativa dell’Agenzia delle Entrate sia frutto di una costruzione di un canale sempre più diretto con i cittadini.
“Se non ci fossero così tanti dubbi nell’interpretazione, non ci sarebbe bisogno di interpelli”.
Scrive Antonella G. e per alcuni, addirittura, quello che si crea è un circolo vizioso:
“Il Fisco si sta muovendo bene per chiarire le idee. In seguito si muove male per creare nuovi adempimenti e dubbi. Poi ritorna a chiarire. Un cane che si morde la coda”.
Su un punto sono tutti d’accordo i lettori, anche quelli che riconoscono la volontà dell’Agenzia delle Entrate di costruire un canale diretto con cittadini e addetti ai lavori: neanche l’Amministrazione finanziaria rappresenta una garanzia di certezza, un punto fermo a cui far riferimento.
In questo labirinto normativo, le 385 risposte agli interpelli non sono sufficienti a costruire il filo di Arianna di cui si ha bisogno: nonostante il patrimonio di informazioni, contribuenti e addetti ai lavori rischiano ogni giorno di restare invischiati nei meandri della normativa.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Normativa fiscale incerta e disorganica, un labirinto per il 77% dei lettori