Malattia professionisti: il Disegno di Legge incassa, il 3 marzo 2021, parere contrario dalla Ragioneria generale dello Stato per mancanza di copertura finanziaria. Fanno sentire la loro voce CNDCEC e Consulenti del Lavoro, ma per ora il progetto rimane in stallo alla Commissione Giustizia del Senato.
Malattia professionisti: questa legge non s’ha da fare. Il disegno normativo per il differimento dei termini per gli adempimenti in capo al professionista che si ammala riceve un’ulteriore battuta d’arresto.
Il 3 marzo 2021 il progetto numero 1474 incassa il parere negativo dalla Ragioneria generale dello Stato presso il Ministero dell’Economia per mancanza di copertura finanziaria e si arena presso la Commissione Giustizia di Palazzo Madama.
Secondo quanto si legge dal documento, sulla base dei dati del monitoraggio sulle denunce da Covid-19, l’Ufficio Centrale prevede una percentuale del tasso di denunce di infortunio pari al 3 per cento che, in considerazione della proposta normativa, dovrebbe costare alle casse dello Stato circa 236,3 milioni di euro. Un prezzo troppo alto in termini economici, secondo gli esperti.
Non sono per nulla d’accordo i Consulenti del lavoro e il Consiglio Nazionale dei Commercialisti che, per mezzo dei rispettivi rappresentanti, si esprimono aspramente su questo veto in difesa della categoria dei professionisti che, ancora una volta, sentono compresso il diritto alla salute.
Malattia professionisti: il Disegno di Legge al palo per mancanza di copertura
Nell’anno del Covid la categoria dei professionisti ha pagato uno scotto molto alto e continua a pagarlo. Lo hanno ribadito Giorgio Luchetta, Vicepresidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, e Marina Calderone, Presidente del Comitato Unitario delle Professioni.
Alla notizia del parere negativo della Ragioneria di Stato che si è abbattuto, lo scorso 3 marzo 2021, sul Disegno di Legge numero 1474 i professionisti hanno fatto sentire la loro voce.
- Ragioneria generale dello Stato - relazione tecnica con parere negativo del 3 marzo 2021
- Scarica la relazione tecnica della Ragioneria Generale su Disegno di legge Malattia professionisti
Sia CNDCEC che il Comitato Unitario delle Professioni, infatti, auspicano al raggiungimento di una quadra in tempi brevi e sperano si trovi una soluzione affinché il progetto concluda il suo iter in Parlamento.
Il testo, adesso in esame al Senato in Commissione Giustizia, prevede il rinvio dei termini per gli adempimenti in caso di malattia, un intervento che, a detta della Presidente Calderone “è necessario per riconoscere al professionista quanto assicurato normalmente ai lavoratori dipendenti che, quando si ammalano, non devono preoccuparsi di eventuali conseguenze sanzionatorie per la loro assenza dal posto di lavoro”.
Anche il Vicepresidente del CNDCEC Giorgio Luchetta, in merito allo stop al Disegno Malattia Malattie imposto dalla Ragioneria generale, ritiene non più rinviabile un provvedimento che introduce tutele necessarie e vitali per la categoria. Sul punto il Vicepresidente si è espresso in questi termini:
“Quel disegno di legge ha il pregio non comune di godere dell’appoggio trasversale di tutte le forze politiche, per una volta unite a sostegno di un settore, quello delle libere professioni, troppe volte ignorato. Un’unità che nasce evidentemente dalla constatazione che i professionisti che dovessero ammalarsi o subire un infortunio sono oggi inspiegabilmente privi di tutele. Una situazione inaccettabile, resa ancora più pesante in questi mesi di drammatica emergenza sanitaria”.
Continuano a decorrere, infatti, i termini per gli adempimenti in favore del cliente, come continuano a permanere gli obblighi di versamento per le somme dovute a titolo di imposte, di tributi o di contributi.
Una situazione ritenuta inaccettabile da gran parte dagli esponenti delle forze politiche che è divenuta ancora più critica n questi mesi di drammatica emergenza sanitaria.
Disegno di Legge Malattia professionisti: tutele non più rinviabili
Ad aprile 2020 quasi il 33 per cento degli iscritti alle casse private, pari a più di 400 mila, hanno chiesto l’indennità di 600 euro introdotta dal Decreti “Cura Italia”.
Il V Rapporto Confpofessioni sulle libere professioni, pubblicato lo scorso 26 gennaio 2021, tra gli altri dati, registrava un boom di domande al 14 aprile del 2020 da parte dei titolari di partita Iva iscritti agli Ordini, domande quasi interamente accolte.
Dal momento che la percentuale di accoglimento è stata elevatissima (91 per cento) si può facilmente intendere che i richiedenti presentavano i requisiti richiesti dalla norma (articolo 44 del Decreto Cura Italia), ossia:
- lavoratori con un reddito complessivo non superiore a 35mila euro nel 2018;
- lavoratori con un reddito complessivo compreso tra 35mila e 50mila euro con riduzione o sospensione della loro attività autonoma o libero-professionale di almeno il 33 per cento nel primo trimestre 2020, rispetto allo stesso reddito del primo trimestre 2019, sempre a causa della crisi pandemica.
Questa circostanza è una delle tante cartine di tornasole della crisi che sta vivendo questa categoria di lavoratori che, da una parte, attende le tutele previste dal Disegno di Legge Malattia e, dall’altra, i contributi promessi dal Decreto Sostegno - l’ex Ristori 5 - che dovrebbe ricevere il via libera del Governo Draghi nel corso della settimana dell’8 marzo 2021.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Malattia professionisti: il Disegno di Legge al palo per mancanza di risorse