Commercialisti, i nuovi iscritti all'Ordine continuano a diminuire. A renderlo noto sono i dati del rapporto 2020 sulla professione di FNC e CNDCEC del 30 novembre: nel 2019 le iscrizioni sono aumentate dello 0,1%.
Commercialisti, il numero di nuovi iscritti continua a diminuire.
È quanto emerge dal rapporto 2020 sulla professione, della Fondazione e del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
Secondo quanto sottolineato nel comunicato stampa del 30 novembre 2020, il tasso di crescita nazionale delle nuove iscrizioni è passato dallo 0,3% del 2018 allo 0,1% del 2019.
Per la prima volta, viene registrata una flessione degli iscritti nella sezione A dell’albo dello 0,1%.
Commercialisti, FNC e CNDCEC: si riduce il tasso di crescita degli iscritti all’albo
La crescita dei nuovi iscritti all’Ordine dei commercialisti diminuisce progressivamente.
Ad evidenziarlo è il rapporto 2020 sulla professione della Fondazione e del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
Stando ai dati del comunicato stampa diffuso il 30 novembre 2020, il tasso di crescita nazionale delle nuove iscrizioni è diminuito dallo 0,3% del 2018 allo 0,1% del 2019.
Nella sezione A dell’albo viene registrata una riduzione degli iscritti dello 0,1%.
A livello territoriale le percentuali si mostrano come segue:
- ordini del Nord: crescita dello 0,6%;
- ordini del Sud: crescita dello 0,5%;
- ordini del Centro: aumento dello 0,2%.
La fotografia dei redditi, riportata dallo studio, mostra una crescita del 2,6% nell’anno 2019: il reddito medio è pari a 60.962 euro, il livello più alto dopo la crisi del 2008.
Il comunicato sottolinea inoltre che:
“Il reddito mediano cresce del 3%, portandosi a 34.469 euro pari al 56,5% di quello medio.”
Commercialisti, FNC e CNDCEC: il calo a livello territoriale
Nel comunicato stampa di FNC e CNDCEC viene presentata anche la situazione a livello territoriale.
Prosegue il calo degli iscritti negli ordini territoriali del Sud Italia che dopo la diminuzione dello 0,2% del 2017 e dello 0,3% del 2018 segnano un calo dello 0,5% nel 2019.
La Campania torna a crescere passando da uno 0,1% in negativo alla stessa percentuale ma con il segno positivo.
Restano in negativo invece Calabria e Puglia.
Si mantiene un trend di crescita, invece, quello del Nord, con un ritmo lievemente inferiore rispetto a quello del 2018. Un rallentamento legato esclusivamente agli ordini del Nord-ovest.
Per quanto riguarda la presenza di donne negli ordini territoriali, si segnala una notevole variabilità con quote più elevate negli ordini del Nord.
Nel Nord-est la presenza femminile raggiunge il 36,4%, con una punta del 41,3% in Emilia-Romagna.
Nel Sud la quota di donne scende al 30,2%: la Campania guida la classifica negativa con il valore più basso, ovvero il 26,2%.
Lo stesso trend si riscontra per i giovani, tuttavia mentre la presenza di donne continua ad aumentare, quella di giovani decresce del4,2%.
In merito il presidente nazionale Massimo Miani dichiara:
“Oltre a scontare la pesante eredità della grande recessione che dal 2007 al 2013 si è abbattuta sul mondo delle professioni ci troviamo ad affrontare l’emergenza della pandemia da Covid-19 i cui effetti si protrarranno nel tempo. Se è vero che il rapporto di quest’anno segnala un incremento dei redditi della categoria, va ricordato che negli ultimi 12 anni il reddito professionale medio dei Commercialisti si è ridotto dell’11%, incidendo sul rallentamento del tasso di crescita cui vai sommato un nuovo preoccupante calo dei praticanti che oggi risultano essere in rapporto di uno a 10 con gli iscritti totali.”
Miani illustra le misure per rispondere alla riduzione di iscritti:
Anche per questo il Consiglio Nazionale, quest’anno, ha deciso di ridurre significativamente il contributo annuale degli iscritti under 36 portandolo da 65 a 30 euro.
La situazione, tuttavia, necessita di cambiamenti che interessino l’intero sistema. A riguardo il presidente Miani sottolinea che:
“Per contrastare questa congiuntura bisogna ripensare profondamente il modello socio-economico e giuridico che regge le libere professioni dentro le quali quella di Commercialista è saldamente ancorata. Occorre ripartire dal principio di sussidiarietà e declinarlo nell’ambito di un modello pienamente sostenibile. Non è possibile continuare ad ignorare la natura pubblicistica degli Ordini professionali e la funzione sociale svolta dai liberi professionisti che hanno nell’abilitazione il marchio di garanti della fede pubblica, quell’indispensabile ingrediente immateriale che permette ai sistemi economici di funzionare regolarmente. Si tratta di un patrimonio economico e sociale di inestimabile valore, apprezzato dalla clientela, soprattutto imprese e famiglie, che continua a riporre enorme fiducia nel rapporto con il professionista, ma che viene sistematicamente ignorato dalla politica e dai governi. Un patrimonio ed un valore che l’Italia non può permettersi di perdere, ma che, anzi, potrebbe essere enormemente rivalutato anche per risolvere l’endemico problema della burocrazia che continua a frenare lo sviluppo del paese. La nostra è una professione cruciale per il sistema paese. I Commercialisti italiani, 118.775 iscritti a inizio 2020, assistono quotidianamente 4,5 milioni tra imprese, professionisti ed enti, tra cui quasi un milione di società di capitali che fatturano circa 2.600 miliardi di euro.”
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Commercialisti, FNC e CNDCEC: si riduce il tasso di crescita degli iscritti all’albo