Fattura elettronica 2022, verso la proroga delle regole per i medici: divieto per le prestazioni sanitarie

Rosy D’Elia - Imposte

Fattura elettronica 2022, arriva la proroga delle regole per i medici: si conferma per un altro anno il divieto che riguarda le prestazioni sanitarie. La novità, su cui si attende conferma definitiva, è contenuta nel pacchetto di emendamenti al DL Fiscale approvati il 1° dicembre in Senato dalle Commissioni Finanze e Lavoro.

Fattura elettronica 2022, verso la proroga delle regole per i medici: divieto per le prestazioni sanitarie

Fattura elettronica, i medici e più in generale tutti soggetti che operano nel settore sanitario continueranno ad applicare le stesse regole anche nel 2022: nel Decreto Fiscale trova spazio una proroga del divieto che riguarda le prestazioni sanitarie fin dal debutto dell’obbligo.

La novità, che deve essere confermato con l’approvazione definitiva, è contenuta nel pacchetto di emendamenti al DL n. 146/2021 approvati il 1° dicembre in Senato dalle Commissioni Finanze e Lavoro.

Anche per tutto il prossimo anno i dati sanitari non possono essere inseriti nei documenti fiscali che passano dal Sistema di Interscambio.

Dal 2019 ad oggi, infatti, i nodi sulla privacy non sono stati ancora sciolti e l’unica soluzione possibile è la conferma, per il quarto anno di fila, di un’esclusione totale.

Fattura elettronica, verso la proroga al 2022 delle regole per i medici: divieto per le prestazioni sanitarie

Con gli emendamenti approvati dalle Commissioni riunite Finanze e Lavoro del Senato il testo del DL n. 146 del 2021 si arricchisce di una serie di novità fiscali che, sorprendentemente, mancavano nella impostazione originarie.

Nella nuova versione del Decreto Fiscale trova spazio anche una proroga del divieto di fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie, ancora una volta.

Si interviene sul testo dell’articolo 10 bis del DL n. 118 del 2019 estendendo la regola prevista anche al 2022.

Attualmente la norma si presenta come segue:

“Per i periodi d’imposta 2019, 2020 e 2021, i soggetti tenuti all’invio dei dati al Sistema tessera sanitaria, ai fini dell’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata, ai sensi dell’articolo 3, commi 3 e 4, del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175, e dei relativi decreti del Ministro dell’economia e delle finanze, non possono emettere fatture elettroniche ai sensi delle disposizioni di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127, con riferimento alle fatture i cui dati sono da inviare al Sistema tessera sanitaria”.

L’ultima modifica, dello stesso tenore, è stata apportata lo scorso anno con la Legge di Bilancio 2021.

Bisogna, inoltre, specificare che il campo di applicazione del divieto è più ampio di come appare: l’articolo 9 bis del Decreto-legge del n. 135 del 2018, infatti, impone le stesse regole anche ai soggetti che non sono tenuti all’invio dei dati al Sistema tessera sanitaria, con riferimento alle fatture relative alle prestazioni sanitarie effettuate nei confronti delle persone fisiche”.

Fattura elettronica, prorogate al 2022 le regole per i medici: la privacy è ancora un problema

L’esclusione, quindi, è totale: anche per tutto il prossimo anno chi opera nel settore sanitario dovrà emettere le fatture in formato cartaceo e, se tenuto, trasmettere i dati al Sistema TS secondo modalità ordinarie.

La decisione di confermare le modalità adottate in passato anche per il 2022 non sorprende e conferma che sul fronte della privacyin questi anni non sono stati fatti molti passi avanti.

Il debutto della e-fattura è stato anticipato da mesi di botta e risposta tra Garante della Privacy e Agenzia delle Entrate sul tema della protezione dei dati personali: già alla fine del 2018 l’Autorità ha richiamato l’attenzione sulla questione delle prestazioni sanitarie.

Nel frattempo, però, la nuova modalità di emissione del documento fiscale è entrata in vigore dal 1° gennaio 2019 e il problema è stato aggirato ma mai risolto.

La necessità di non far transitare dati sanitari dal Sistema di Interscambio ha portato prima alla formulazione di un esonero dell’obbligo di fatturazione elettronica per gli operatori sanitari e poi alla definizione di un vero e proprio divieto che è stato confermato negli anni.

Nella relazione che accompagnava la prima bozza della Legge di Bilancio 2021 si leggeva che l’esclusione veniva ancora una volta adottata “nelle more dell’individuazione di specifiche modalità di fatturazione elettronica per i soggetti che effettuano prestazioni sanitarie nei confronti di persone fisiche”.

È passato un altro anno, ma nulla sembra essere cambiato da questo punto di vista. Per la conferma ufficiale della proroga al 2022 bisogna attendere la conversione in legge del Decreto Fiscale, ma a questo punto una inversione di marcia sembra inverosimile.

D’altronde anche su altri versanti il binomio fattura elettronica-privacy non ha fatto né un passo avanti né un passo indietro: emblematico è il caso del servizio di consultazione delle fatture elettroniche messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

La scadenza per l’adesione e il recupero dei vecchi documenti è stata prorogata innumerevoli volte sempre per la stessa motivazione: la difficoltà di trovare un punto di equilibrio tra la tutela della privacy e le disposizioni del Decreto Fiscale che è stato approvato a ottobre 2019.

E quando la storia infinita sembrava essersi conclusa con l’ultimo termine del 30 settembre, il 3 novembre è stato disposto un nuovo slittamento al 31 dicembre 2021 con la motivazione, questa volta, di voler concedere più tempo agli addetti ai lavori.

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