Trasmissione telematica della dichiarazione dei redditi e apposizione del visto di conformità: il Decreto Fiscale 2022 include tra gli abilitati anche i revisori legali. Ecco come cambia la platea dei soggetti incaricati al servizio telematico con la novità introdotta dal provvedimento approvato lo scorso 15 ottobre e in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Anche i revisori legali saranno abilitati alla trasmissione telematica della dichiarazione dei redditi e all’apposizione del visto di conformità.
La novità arriva con il Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022 approvato in Consiglio dei Ministri il 15 ottobre 2021 e di cui si attende il testo ufficiale.
Il provvedimento interviene sull’articolo 3, comma 3, lettera a) del DPR del 22 luglio 1998, n. 322 inserendo, dopo “e dei consulenti del lavoro” le parole “nonché gli iscritti nel registro dei revisori legali”.
Si amplia così la platea dei soggetti incaricati alla trasmissione delle dichiarazioni tramite il servizio telematico, con un implicito via libera alla successiva disposizione per il rilascio del visto di conformità.
L’apposizione del visto è l’attività di controllo formale svolta dal professionista e consiste in un’attestazione circa la corrispondenza della dichiarazione dei redditi alle risultanze della relativa documentazione, alle scritture contabili e alle disposizioni che disciplinano gli oneri deducibili e detraibili, le detrazioni e i crediti d’imposta, lo scomputo delle ritenute d’acconto e i versamenti.
Andiamo a vedere, quindi, cosa cambia con la novità introdotta dal Decreto Fiscale 2022 e in attesa di conferma definitiva con la pubblicazione dle testo in gazzetta Ufficiale.
Dichiarazione dei redditi e visto di conformità, abilitati anche i revisori legali con il Decreto Fiscale 2022
In base all’attuale formulazione dell’articolo 3 del DPR n. 322/1998, quello che il Decreto Fiscale va a modificare, i soggetti incaricati alla presentazione delle dichiarazioni dei redditi mediante il servizio telematico Entratel sono i seguenti:
- gli iscritti negli albi dei dottori commercialisti, dei ragionieri e dei periti commerciali e dei consulenti del lavoro;
- i soggetti iscritti alla data del 30 settembre 1993 nei ruoli di periti ed esperti tenuti dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura per la sub-categoria tributi, in possesso di diploma di laurea in giurisprudenza o in economia e commercio o equipollenti o diploma di ragioneria. Questi soggetti non sono legittimati ad apporre il visto di conformità sulle dichiarazioni Modello 730;
- le associazioni sindacali di categoria tra imprenditori indicate nell’articolo 32, comma 1, lettere a), b) e c), del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, nonché quelle che associano soggetti appartenenti a minoranze etnico-linguistiche;
- i centri di assistenza fiscale per le imprese e per i lavoratori dipendenti e pensionati;
- gli altri incaricati individuati con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Ai soggetti citati, il provvedimento collegato alla Legge di Bilancio 2022 e approvato dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre aggiunge la categoria dei revisori legali che potranno quindi rilasciare anche il rilascio del visto di conformità.
Per tale operazione, si ricorda, il professionista deve avere un alto profilo di onorabilità e moralità, oltre a possedere la partita IVA, ed essere abilitato ai servizi telematici Entratel.
Visto di conformità, che cos’è e perché è così importante
Il visto di conformità o “visto leggero”, è stato introdotto dal D.Lgs n. 241 del 9 luglio 1997 ed è uno strumento di controllo sulla corretta applicazione delle norme tributarie attribuito a soggetti estranei all’amministrazione finanziaria.
Il soggetto autorizzato al rilascio del visto è tenuto a:
- predisporre la dichiarazione fiscale;
- attestare di aver eseguito i necessari controlli mediante sottoscrizione della stessa trasmetterla all’Agenzia delle Entrate.
L’importanza dell’apposizione del visto sulle dichiarazioni sta nel fatto che questa operazione garantisce ai contribuenti assistiti il corretto adempimento degli obblighi tributari.
Inoltre, tale attività agevola l’Amministrazione finanziaria nella selezione delle posizioni da controllare e nell’esecuzione dei controlli di propria competenza, contrasta le compensazioni di crediti inesistenti e semplifica le procedure legate alla richiesta dei rimborsi IVA.
E, ancora, il visto di conformità è utile a contrastare indebite cessioni di credito d’imposta o sconti in fattura non dovuti riguardanti interventi di recupero del patrimonio edilizio, di efficienza energetica, di rischio sismico, di realizzazione di impianti fotovoltaici, di colonnine di ricarica e di abbattimento delle barriere architettoniche.
Ecco, quindi, che con l’entrata in vigore del Decreto Fiscale i revisori legali potranno apporre il visto di conformità anche per le asseverazioni del Superbonus.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Dichiarazione dei redditi e visto di conformità, abilitati anche i revisori legali con il Decreto Fiscale 2022