Bisognerà presentare una dichiarazione dei redditi integrativa per l'adesione al concordato preventivo biennale. Ravvedimento speciale anche per le partite IVA che rispetteranno la scadenza del 12 dicembre
Bisognerà trasmettere una dichiarazione dei redditi integrativa per aderire al concordato preventivo biennale, rispettando la nuova scadenza del 12 dicembre.
Questo uno dei dettagli operativi che emerge dopo l’ok al decreto legge che concede una nuova chance alle partite IVA che entro il 31 ottobre non hanno aderito al patto con il Fisco.
Via libera inoltre anche al ravvedimento speciale, applicabile senza limiti anche a chi sfrutterà la nuova finestra per aderire al concordato.
Dichiarazione integrativa per l’adesione al concordato preventivo biennale entro il 12 dicembre
La riapertura dei termini per l’adesione al concordato preventivo biennale fino al 12 dicembre riguarderà i soggetti che applicano gli ISA, i quali potranno aderirvi dopo la scadenza ordinaria del 31 ottobre presentando una dichiarazione dei redditi integrativa.
Il comunicato stampa del Governo, in attesa del testo del decreto legge approvato il 12 novembre, anticipa le regole operative per le partite IVA intenzionate a sfruttare la nuova breve finestra per le adesioni.
La via della dichiarazione integrativa presuppone, quindi, che entro il 31 ottobre sia stata presentata la dichiarazione dei redditi. Un aspetto già posto in evidenza prima dell’approvazione del decreto legge e che trova ora conferma:
“la possibilità di aderire al concordato, presentando apposita dichiarazione dei redditi integrativa, sarà riconosciuta, fino al 12 dicembre 2024, ai contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il termine del 31 ottobre 2024 e, pur avendone i requisiti, non hanno aderito.”
La riapertura del concordato sarà quindi una seconda chance per gli indecisi, che presentando una dichiarazione dei redditi integrativa potranno dire sì alla proposta elaborata dall’Agenzia delle Entrate.
Dal punto di vista operativo, viene inoltre evidenziato che nell’integrativa non sarà in ogni caso possibile variare a proprio vantaggio redditi o altri elementi che incidono sull’imposta.
Non sarà quindi possibile indicare un “minore imponibile, un minore debito d’imposta o un maggiore credito rispetto a quelli riportati nella dichiarazione presentata entro il 31 ottobre”.
Ravvedimento speciale anche per chi aderirà al concordato entro il 12 dicembre
Il comunicato diramato da Palazzo Chigi scioglie anche i dubbi legati al binomio tra concordato e ravvedimento speciale.
La sanatoria pluriennale (2018-2022) si applicherà anche a chi aderirà entro il 12 dicembre.
In particolare, ai fini del regime del ravvedimento per le annualità ancora accertabili, applicando una flat tax ultra-agevolata sulla base imponibile concordata, l’adesione al concordato preventivo biennale si intenderà in ogni caso avvenuta entro il 31 ottobre.
Una mossa che supera il problema dell’espressa previsione dell’applicabilità del ravvedimento alle sole adesioni effettuate entro il termine ordinario di fine ottobre.
Immutati quindi i benefici per chi accetterà la proposta del Fisco e sceglierà di entrare nella platea di partite IVA aderenti al concordato. Al momento si tratta di circa 500.000 soggetti, a fronte di 4,7 milioni di potenziali beneficiari.
Un dato che il Governo punta a far salire con la riapertura sprint, con il fine di centrare l’obiettivo di almeno 2 miliardi di gettito, da reimpiegare per la riduzione dell’aliquota IRPEF del 35 per cento.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Dichiarazione integrativa per l’adesione al concordato. Via libera anche al ravvedimento speciale