Le detrazioni per i familiari a carico non sfuggono ai tagli della Legge di Bilancio 2025

Detrazioni per i familiari a carico con tre nuovi limiti: stop allo sconto IRPEF per gli altri familiari diversi dagli ascendenti, niente agevolazione per i figli di età pari o superiore a 30 anni e taglio generalizzato per i cittadini stranieri con figli e coniuge all'estero. Le novità nel DdL di Bilancio 2025

Le detrazioni per i familiari a carico non sfuggono ai tagli della Legge di Bilancio 2025

Detrazioni per i familiari a carico con tre novità che, dal punto di vista pratico, porteranno ad un taglio degli sconti IRPEF riconosciuti dal 2025.

Il testo del disegno di Legge di Bilancio 2025 presentato dal Governo “snellisce” gli sconti fiscali, anche sul fronte di quelli riconosciuti sulla base della composizione del nucleo familiare e dei redditi percepiti da ciascun membro.

Si parte dello stop alle detrazioni per i figli dai 30 anni a salire, per passare al taglio delle detrazioni per gli altri familiari a carico diversi dagli ascendenti fino ad arrivare alla stretta per i cittadini extraUE.

Una panoramica delle novità e degli impatti sul fronte della minore spesa per lo Stato e, conseguentemente, delle minori agevolazioni riconosciute.

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Le detrazioni per i familiari a carico non sfuggono ai tagli della Legge di Bilancio 2025

Al nuovo meccanismo delle detrazioni fiscali, con il primo banco di prova del quoziente familiare, il testo della Manovra approvato dal Governo e atteso in Parlamento per l’avvio dell’iter di discussione affianca una revisione a tutto campo delle detrazioni per i familiari a carico.

Intervenendo sull’attuale struttura degli sconti IRPEF previsti dall’articolo 12 del TUIR, la prima detrazione nel mirino dei tagli della Legge di Bilancio 2025 è quella riconosciuta per i figli a carico.

L’agevolazione riconosciuta al termine del periodo di erogazione dell’assegno unico si fermerà al compimento dei 30 anni di età del figlio o della figlia a carico. Lo sconto fiscale di importo fisso di 950 euro, progressivamente ridotto all’aumentare del reddito del beneficiario, spetterà solo dai 21 ai 29 anni. Resterà operativo per gli over 30 solo in caso di figli con disabilità accertata ai sensi dell’articolo 3 della legge 104.

Non solo: dal testo del DdL di Bilancio 2025 arriva un taglio generalizzato anche agli sconti IRPEF per gli altri familiari a carico.

La detrazione pari a 750 euro spettante ad oggi per ogni altro familiare convivente sarà riconosciuta solo per gli ascendenti e, quindi, esemplificando, genitori, nonni o bisnonni. Stop invece alla detrazione spettante per il coniuge separato percettore di assegni familiari da parte del contribuente, per i nipoti così come per fratelli, sorelle o suoceri conviventi.

Un terzo taglio alle detrazioni è inoltre previsto dall’attuale versione della Legge di Bilancio per i cittadini extraUE. In questo caso, si prevede la cancellazione totale degli sconti IRPEF i familiari residenti all’estero, e quindi figli o coniuge che non risiedono in Italia.

Il sistema delle detrazioni fiscali disegnato dalla Manovra del Governo Meloni sarà “riservato” ai cittadini italiani, di Stati UE o aderenti all’accordo sullo Spazio economico europeo (SEE).

Dal taglio degli sconti IRPEF per i familiari a carico quasi 600 milioni in più per lo Stato

È interessante guardare ai numeri contenuti nella relazione tecnica che accompagna il DdL di Bilancio 2025, per capire quale sarà l’impatto effettivo dei nuovi tagli alle detrazioni per i familiari a carico.

Partendo dai figli, lo stop alle detrazioni per chi ha più di 29 anni porterà nelle casse pubbliche 308,1 milioni di euro di IRPEF in più a regime, ai quali si aggiungono 8 e 3,2 milioni di euro di addizionali comunali e regionali.

Guardando agli incassi nazionali, il recupero di gettito sarà pari a 277,3 milioni nel 2025, 331,2 milioni nel 2026 e come detto 308,1 milioni a regime dal 2027. Considerando anche il peso delle addizionali, si arriverà quindi a un totale di 319,3 milioni di euro complessivi di risparmi per lo Stato.

Più complessa la stima degli effetti finanziari sul fronte dello stop alla detrazione per gli altri familiari a carico diversi dagli ascendenti, considerando che i dati contenuti nelle dichiarazioni dei redditi non indicano la relazione di parentela con il familiare per il quale si è beneficiato dello sconto IRPEF.

Per “ragioni di prudenza”, si legge nella relazione, “nella stima sono stati considerati nonni gli altri familiari a carico con età superiore a 70 anni” e il recupero di gettito è calcolato a regime nella misura di 129,1 milioni di euro per l’IRPEF (116,2 milioni di euro nel 2025, 138,8 nel 2026 e 129,1 dal 2027) e di 8,5 e 3,2 milioni per le addizionali regionali e comunali. In totale a regime le entrate aggiuntive ammonteranno a 140,8 milioni di euro.

Calcolo prudenziale anche in relazione all’abrogazione delle detrazioni per coniuge e figli di cittadini stranieri extraUE, tenuto conto che nelle dichiarazioni dei redditi prese in esame non è indicata la cittadinanza del contribuente. Ai fini della stima, è stato quindi preso in considerazione lo Stato di nascita, con una riduzione del 50 per cento degli importi. In totale, secondo il metodo adottato, le maggiori entrate ammonteranno a circa 114 milioni di euro per l’IRPEF e di 8,9 milioni e 3,5 milioni per le addizionali regionali e comunali.

Il tris di tagli alle misure in materia di detrazioni IRPEF per i carichi di famiglia porteranno quindi a maggiori entrate complessive, a regime, pari a circa 590 milioni di euro. Importo che, dal punto di vista dei contribuenti, rappresenta la somma della riduzione delle agevolazioni.

Un quadro positivo per l’Erario ma, conseguentemente, tutt’altro che roseo per i cittadini-contribuenti.

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