DEF 2019 e scuola: offerta formativa più ampia, ma servono edifici più sicuri

Rosy D’Elia - Scuola

DEF 2019, scuola e buoni propositi: offerta formativa più ampia, contrasto all'abbandono scolastico e un Testo Unico per sistematizzare le norme. Nel documento di Economia e Finanza i pilastri su cui poggia il futuro dell'istruzione, ma sull'edilizia scolastica servirebbe di più.

DEF 2019 e scuola: offerta formativa più ampia, ma servono edifici più sicuri

Con il DEF 2019 il governo mette nero su bianco i buoni propositi per la scuola. Le priorità per l’istruzione sono un’offerta formativa più ampia, un potenziamento del contrasto all’abbandono scolastico e un Testo Unico per sistematizzare le norme. E anche edifici più sicuri, ma per l’edilizia scolastica servirebbero interventi più consistenti di quelli previsti.

Il Documento di Economia e Finanza, approvato il 9 aprile dal Consiglio dei Ministri, è in queste ore al centro delle audizioni di Camera e Senato, e a fine aprile arriverà al Consiglio dell’Unione Europea.

Il DEF è il piano di volo redatto dal governo per guidare il paese: nelle tre sezioni che compongono il documento le direzioni del presente e le rotte del futuro.

Economia e Finanza sono fatte anche di lavoro, giustizia, pubblica amministrazione, politiche industriali. E di istruzione, d’altronde è dal sistema scolastico che passa l’Italia di domani.

DEF 2019, scuola e buoni propositi: un testo unico e un’offerta formativa più ampia

Il testo del DEF non è vincolante per il governo ma offre prime anticipazioni sulle novità possibili: dal fisco al lavoro, da welfare alla finanza. In queste pagine le intenzioni del governo, settore per settore.

Per quanto riguarda la scuola, in cima alle priorità del governo c’è la redazione di un “Testo Unico che sistematizzi in maniera organica le molte norme che riguardano la scuola e consenta un’opera di semplificazione legislativa complessiva. Tale riordino della legislazione andrà di pari passo con un piano strategico di interventi diretti a migliorare la qualità e l’efficacia del sistema di istruzione”.

Nella sezione III - Piano Nazionale delle Riforme, alla voce “istruzione” si legge:

“Con il disegno di legge sulle semplificazioni, approvato dal Governo a febbraio 2019, è prevista una delega nel settore dell’istruzione finalizzata a razionalizzare enti, agenzie, organismi e a modificare la disciplina degli organi collegiali territoriali della scuola, per eliminare sovrapposizioni di funzioni e definire
chiaramente compiti e responsabilità”
.

Per il futuro della scuola, il governo immagina una riorganizzazione del settore. Ma sul piano pratico, per studenti e docenti, quali sono le novità che il DEF delinea?

  • potenziamento del contrasto all’abbandono scolastico, un problema a cui l’Italia cerca di far fronte da anni ma su cui c’è bisogno di lavorare ancora con un’offerta formativa più ampia. Secondo i dati pubblicati dal MIUR per il 2016 la percentuale di dispersione è del 13,8%, 7 punti in meno rispetto al 2006, ma ancora troppo alta.
  • incremento e arricchimento dell’offerta formativa, è il pilastro su cui poggiano le pagine del DEF dedicate alla scuola. Da questo, infatti, ne derivano altre. In primis ci dovrebbe essere spazio per nuovi insegnanti. Nel testo si legge che saranno intraprese misure per assicurare il reclutamento dei docenti con titoli idonei all’insegnamento della lingua inglese, della musica e dell’educazione motoria nella scuola primaria anche utilizzando, nell’ambito delle risorse di organico disponibili, docenti abilitati all’insegnamento per la scuola primaria in possesso di competenze certificate. Si valuterà l’introduzione di nuove classi di concorso e si stabiliranno nuovi requisiti per accedere all’insegnamento di queste discipline nella scuola primaria.

Si proseguirà sulla scia delle novità per il reclutamento dei docenti, già tracciata dalla Legge di Bilancio 2019 che ha rivisto il sistema di ingresso nelle scuole italiane.

Sulle novità del 2019, nel testo si legge:

“Al concorso per l’accesso all’insegnamento potranno partecipare i laureati che hanno sostenuto, all’università, esami di didattica e pedagogia per almeno 24 crediti. I vincitori entreranno subito nel ruolo. I concorsi saranno banditi con regolarità, nelle Regioni e per le discipline dove ci saranno posti vacanti. I vincitori del concorso avranno la garanzia del posto nella Regione scelta, con un vincolo di permanenza di cinque anni introdotto a tutela dell’interesse degli alunni alla continuità didattica”.

DEF 2019, scuola e buoni propositi: la sicurezza dell’edilizia scolastica, i fondi previsti e quelli necessari

Ma scendendo sempre più su un piano pratico, per il sistema dell’istruzione c’è un’altra necessità, imminente e concreta: la sicurezza dell’edilizia scolastica, che però il governo inserisce nel DEF solo in maniera marginale.

Nel testo si legge:

“Tra le misure per la sicurezza degli edifici scolastici, il MIUR, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha avviato una mappatura satellitare degli edifici scolastici per poter verificare eventuali spostamenti degli stessi al fine di avviare tempestivamente i controlli. Sul portale del Ministero sono attualmente disponibili in chiaro tutti i dati presenti nell’anagrafe dell’edilizia scolastica.

A ottobre 2018 sono stati messi a disposizione degli enti locali 36 milioni destinati alla progettazione di scuole innovative (9 milioni all’anno, per il prossimo triennio), poli per l’infanzia e sicurezza degli edifici”.

E inoltre altri due milioni di euro sono stati destinati a ripristinare le dotazioni laboratoriali delle scuole in caso di danni derivati da eventi imprevisti o atti vandalici. Ma l’edilizia scolastica per essere sicura ha bisogno di più.

Proprio lo scorso 2 aprile, Save The Children e CittadiinanzAttiva hanno presentato presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati il Manifesto per una proposta di legge sulla sicurezza scolastica con dati allarmanti: 17.187 edifici scolastici si trovano in aree con una pericolosità sismica alta (zona 1) o medio-alta (zona 2) e circa 4 milioni e mezzo di studenti tra i 6 e i 16 anni vivono in province che rientrano in tutto o in parte in queste aree.

Ma il problema non riguarda solo le zone a rischio sismico: le due organizzazioni infatti segnalano che solo il 53,2% degli edifici scolastici in tutta Italia possiede il certificato di collaudo statico e il 53,8% non ha quello di agibilità o abitabilità. Dall’inizio dell’anno scolastico 2018-2019 ogni tre giorni si sono registrati episodi di distacchi di intonaco e crolli all’interno di edifici scolastici.

Dai 15 ai 20 miliardi di euro è la somma che servirebbe all’edilizia scolastica per intervenire almeno sui casi più urgenti, secondo i dati del Rapporto sulla sicurezza delle Scuola presentato a settembre 2018 da CittadinanzAttiva .

Cifre esorbitanti rispetto a quelle stanziate: impossibile inserirle nel DEF 2019, per il cui il governo già fa fatica a sciogliere il nodo delle coperture per le misure inserite.

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