Criptovalute: niente aumento nel 2025

Francesco Oliva - Dichiarazione dei redditi

Aumento dell’aliquota al 33 per cento per le criptovalute ma dal 2026, nessun aumento nel 2025 ma eliminazione della soglia di esenzione di 2.000 euro. Ecco le novità in arrivo con la Legge di Bilancio

Chi oggi detiene criptovalute deve guardare con grande attenzione agli sviluppi dell’iter di approvazione della Legge di Bilancio 2025.

In linea di principio, in questo momento si possono seguire tre strade per i propri investimenti:

  • vendere tutto entro fine 2024, in modo tale da avere certamente ancora la tassazione attualmente prevista al 26 per cento;
  • l’opzione opposta ovvero tenere in portafoglio tutte le cripto attività, magari aspettando che questa scelta fiscale venga modificata in un futuro più o meno prossimo, nessun aumento sarà previsto per il 2025;
  • vendere solamente parte delle proprie criptovalute nel 2024, cercando così di rimanere sotto la soglia di 2.000 euro di plusvalenze.

Riassumendo - Il comma 2 dell’articolo 4 della bozza della Legge di Bilancio 2025 prevedeva l’innalzamento della tassazione delle plusvalenze e dei proventi derivanti dalle operazioni in cripto-attività, prevista a legislazione vigente con l’applicazione della ritenuta del 26 per cento, con una soglia di esenzione di 2.000 euro, nella misura del 42 per cento. Una violazione palese del principio di uguaglianza.

Sulla misura è stato fatto un passo indietro, con gli emendamenti approvati in Commissione Bilancio della Camera. Stando al testo modificato, che sarà votato oggi in Aula alla Camera, non è previsto alcun aumento per il 2025.

Sarà però eliminata la soglia di esenzione di 2.000 euro, le plusvalenze saranno quindi tassate al 26 per cento.

Un aumento della tassazione sarà previsto, dal 26 al 33 per cento, ma solo a partire dal 2026.

Nel corso della discussione che ha portato ad una marcia indietro rispetto alla misura iniziale, Stefano Capaccioli, commercialista esperto del mondo cripto e cofondatore di Coinlex, aveva individuato addirittura una falla normativa, per effetto della quale in realtà per gli anni 2022 e 2023 la tassazione delle cripto sarebbe dovuta essere al 12,50 per cento e non al 26 per cento.

Intervista a Stefano Capaccioli:

Dai dati di monitoraggio risultava un gettito annuo di 27 milioni di euro.

Dall’applicazione dell’aliquota del 42 per cento veniva stimato, invece, un maggior gettito di circa 16,7 milioni di euro su base annua.

L’ipotesi originaria di modifica delle norme aveva scatenato la reazione degli addetti ai lavori, che avevano denunciato sia l’abnormità di questo aumento sia i possibili effetti distorsivi sull’economia (discriminazione degli investitori, disincentivi alle aziende italiane operanti nell’industria cripto e nel relativo indotto, ecc).

La reazione dei partiti politici di maggioranza e opposizione aveva prodotto ulteriori ipotesi di modifica, che sono poi confluite nell’emendamento al testo del DDL di Bilancio. Di seguito le ipotesi precedenti.

Tassazione cripto attività, ipotesi 1: nessun aumento nel 2025, aliquota al 30% dal 2026

In una nota congiunta dei deputati della Lega Centemero e Freni, anche sottosegretario del MEF, si leggeva che:

Nessuna stangata sulle criptovalute grazie all’impegno e al lavoro della Lega: l’aumento della tassazione, previsto dalla manovra, sarà sensibilmente ridotto durante l’iter parlamentare.

Fin dall’inizio abbiamo sostenuto la necessità di correggere la disposizione che aumenta, dal 26 al 42 per cento, l’aliquota sulle plusvalenze e gli altri proventi realizzati con il rimborso o la cessione di Cripto-attività non inferiori a duemila euro... un incremento così drastico della tassazione, infatti, rischia di incentivare il sommerso a discapito di un mercato in crescita e ricco di opportunità che oggi coinvolge 1,35 milioni di italiani.

Basta pregiudizi sulle Cripto: il recente rafforzamento dei presidi antiriciclaggio attesta la volontà di garantire la massima trasparenza, oltre a tutelare chi investe”.

Nell’ipotesi dei due deputati l’aumento non sarebbe stato previsto nel 2025 (così come deciso nella formulazione finale, ma dal 2026, anno a partire dal quale si applicherebbe il 30 per cento. Rispetto a tale ipotesi l’innalzamento è stato di ulteriori tre punti percentuali.

Tassazione cripto attività, ipotesi 2: torni tutto come prima e nessun aumento neanche futuro

La seconda ipotesi in campo era il ripristino della situazione iniziale, prevedendo in particolare:

  • il ripristino dell’aliquota al 26 per cento;
  • l’aggiustamento giuridico della questione del 12,50 per cento con un escamotage per evitare la possibile pioggia di richieste di rimborso fiscale sugli ultimi due periodi di imposta;
  • la conferma della no tax area sotto i 2.000 euro di plusvalenza;
  • l’istituzione di un tavolo permanente sull’educazione finanziaria.

Tassazione criptovalute 2025, ipotesi 3: aliquota al 28% da subito e conferma della no tax area

La terza ipotesi in campo sembrava essere scritta quasi da Ponzio Pilato:

  • leggero aumento dell’aliquota dal 26 al 28 per cento, al fine di avere comunque un minimo di gettito fiscale teorico in più;
  • nessun intervento giuridico per la questione del 12,50 per cento;
  • conferma della no tax area sotto i 2.000 euro di plusvalenza.

Tassazione criptovalute 2025, ipotesi 4: conferma aliquota al 26% con eliminazione della no tax area

La quarta ipotesi in campo avrebbe premiato i grandi investitori in cripto attività a danno dei piccoli risparmiatori.

Nello specifico questa ipotesi prevedeva:

  • eliminazione della no tax area sotto i 2.000 euro di plusvalenza;
  • conferma dell’aliquota al 26 per cento;
  • l’aggiustamento giuridico della questione del 12,50 per cento con un escamotage che eviti tutti i presupposti per la richiesta di rimborso fiscale sugli ultimi due periodi di imposta.

Tassazione criptovalute 2025: la misura nel testo della Legge di Bilancio in votazione alla Camera

Nel testo della Legge di Bilancio, riformulato dopo l’approvazione degli emendamenti approvati in Commissione, è stata inserita una misura che non coincide con nessuna delle precedenti ipotesi prospettate.

Resta immutata nel 2025 la tassazione al 26 per cento per le plusvalenze da cripto attività.

Nello stesso anno viene eliminata la soglia di esenzione di 2.000 euro.

A partire dal 2026 viene previsto un aumento della tassazione, che passerà dal 26 al 33 per cento.

Per l’ufficialità si dovrà attendere la conclusione dell’iter parlamentare della Manovra e l’approvazione definitiva delle Camere.

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