Al rammarico per la mancata proroga del concordato preventivo segue la speranza di nuovi e più importanti tagli IRPEF con la riapertura: i Commercialisti guardano al futuro
Il concordato preventivo biennale in pochi mesi è diventato già una saga e la riapertura dei termini di adesione, disposta dal Consiglio dei Ministri del 12 novembre, apre un nuovo capitolo.
Resta il rammarico per la mancata proroga, sottolinea il presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili Elbano de Nuccio. Ma ora è tempo di guardare alle nuove opportunità che arrivano dal nuovo calendario: recuperare altre risorse per ulteriori tagli IRPEF.
Tra necessità e possibilità, resta un punto fermo: dell’esperienza del concordato preventivo servirà fare tesoro.
“Il nostro auspico, che affermiamo con forza, è che in futuro non si arrivi più a dover gestire strumenti fiscali innovativi e oggettivamente complessi in tempi compressi. Ciò ovviamente per il rispetto dovuto all’insostituibile lavoro dei commercialisti italiani, ma anche nell’ottica di raggiungere la massima efficacia degli strumenti fiscali stessi, evitando il rischio di comprometterne il pieno successo”.
Ha sottolineato il numero uno della categoria nel comunicato stampa del 12 novembre.
Concordato: dalla mancata proroga alla riapertura
Il concordato preventivo, introdotto nell’ambito dei lavori di riforma fiscale, ha pochi mesi di vita ma ha già alle spalle una storia lunga e articolata, fatta di diverse riscritture e modifiche approvate fino alle ultime settimane utili per aderire.
In questo contesto sono nate le continue richieste di proroga della scadenza del 31 ottobre da parte degli addetti ai lavori, chiamati a guidare i contribuenti nelle loro scelte in un panorama fatto di incertezze.
Con un mix di delusione e comprensione per la chiusura netta da parte del Viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo sulla possibilità di concedere più tempo, i Commercialisti guardano ora al futuro:
“La riapertura dei termini del concordato preventivo biennale fino al prossimo 12 dicembre costituisce una possibilità che potrebbe fornire un ulteriore contributo in termini di incassi da finalizzare al taglio della pressione fiscale per le famiglie italiane”
Concordato: dalla riapertura la speranza di nuovi tagli IRPEF
In dialogo con il Governo i professionisti hanno comunque sostenuto la scelta di riaprire le porte del concordato per un altro mese, concedendo dei tempi supplementari alle partite IVA per valutare di aderire al patto proposto dall’Agenzia delle Entrate che resta “una libera scelta”, sottolinea il CNDCEC.
Accanto all’opportunità di scegliere per i singoli contribuenti, si apre la possibilità di nuovi interventi sul sistema fiscale nel suo complesso: il futuro del concordato si lega a doppio filo con quello dell’IRPEF.
Stando ai dati delle prime adesioni, dal patto con il Fisco deriveranno entrate da utilizzare per modificare l’assetto dell’imposta sul reddito delle persone fisiche per un valore di 1,3 miliardi di euro.
E, secondo le simulazioni dei Commercialisti, il bacino di risorse potrà essere usato per ridurre di un solo punto percentuale la percentuale applicata al secondo scaglione IRPEF, con effetti su una platea di circa 11 milioni di contribuenti, o per estendere la sua soglia dai 50.000 ai 56.000 euro.
Scaglione IRPEF | Aliquota |
---|---|
Fino a 28.000 euro | 23 per cento |
Tra 28.001 e 50.000 euro | 35 per cento |
Oltre 50.001 | 43 per cento |
Per una riduzione della pressione fiscale più rilevante servirebbero, invece, il doppio delle risorse: con 2,5 miliardi di euro si passerebbe da un’aliquota del 35 al 33 per cento o, in alternativa, si potrebbe estendere il secondo scaglione fino a 65.000 euro.
Per ora, però, le porte e le possibilità del concordato e dell’IRPEF restano aperte e la necessità del Governo di conoscere i dati alla base della mancata proroga resta comunque soddisfatta solo in parte.
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