Che fine ha fatto l'agevolazione che prevede una concessione gratuita di terreni a chi ha tre o più figli? Nessuna traccia della misura per contrastare la denatalità dall'approvazione della Legge di Bilancio 2019, che l'ha prevista, ad oggi
Il problema della denatalità in Italia non nasce oggi, così come non nascono oggi le soluzioni, talvolta fantasiose, per provare a contrastare il calo delle nascite.
Se ne parla, se ne discute, si approvano agevolazioni e nuove regole a sostegno delle famiglie numerose. Non basta, però, mettere nero su bianco la volontà di favorire la crescita demografica: serve che gli strumenti siano attuati e che siano efficaci.
Partendo dalla consapevolezza che nessuna misura, da sola, può dare uno slancio certo e immediato e che, anche sulla carta alcune soluzioni non sembrano avere grosse potenzialità, bisogna sottolineare che anche solo per valutarne l’eventuale efficacia bisogna necessariamente passare dall’attuazione.
La Legge di Bilancio del 2019 ha promesso alle famiglie numerose la concessione di terreni e mutui per l’acquisto della prima casa con l’obiettivo manifesto di contrastare la denatalità.
Al centro delle discussioni e dei riflettori in fase di approvazione della Manovra, questa particolare agevolazione è diventata, poi, una misura fantasma: uscita dagli interessi della macchina governativa, è uscita anche dal cono di luce dell’attenzione mediatica.
Concessione di terreni e mutui alle famiglie numerose: la misura contro la denatalità della Legge di Bilancio 2019
Gli ultimi Governi, senza nessuna eccezione, ci hanno abituato a tempi lunghi, soprattutto per l’attuazione delle norme non autoapplicative, cioè che richiedono un ulteriore passaggio burocratico, ad esempio tramite un decreto ministeriale, per diventare concretamente attuabili.
Non è difficile stilare un corposo elenco delle misure rimaste a lungo in stand by: dal bonus occhiali alle indennità messe in campo per le partite IVA durante l’emergenza Covid. Ma, senza dubbio, anche in questo panorama di ritardi, l’agevolazione che prevede concessione di terreni ai giovani con tre o più figli rappresenta una eccezione.
Facciamo qualche passo indietro. A prevederla sono i commi da 654 a 656 dell’articolo 1 della legge n. 145 del 2018:
“Al fine di favorire la crescita demografica, una quota del 50 per cento dei terreni di cui all’articolo 66, comma 1, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, e una quota del 50 per cento dei terreni di cui all’articolo 3, comma 3, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2017, n. 123, sono concesse gratuitamente, per un periodo non inferiore a venti anni, ai nuclei familiari con tre o più figli, almeno uno dei quali sia nato negli anni 2019, 2020 e 2021, ovvero a società costituite da giovani imprenditori agricoli che riservano ai predetti nuclei familiari una quota societaria almeno pari al 30 per cento”.
C’è un obiettivo dichiarato: aumentare il numero delle nascite.
C’è una strategia per raggiungerlo (al di là delle valutazioni di merito): la concessione gratuita di terreni per un periodo non inferiore a venti anni, alle famiglie numerose con tre o più figlie o figli, di cui uno nato dal 2019 al 2021 direttamente o tramite la partecipazione a società.
Per gli stessi nuclei familiari vengono messi in campo, su richiesta, anche mutui per l’acquisto della prima casa in prossimità del terreno assegnato fino a 200.000 euro per la durata di venti anni, a un tasso di interesse pari a zero.
Vista anche la particolarità dell’agevolazione, il compito di definire criteri e modalità di attuazione è stato affidato al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo che avrebbe dovuto collaborare con il Ministro dell’economia e delle finanze, con il Ministro per la famiglia e le disabilità e con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie.
Dal 30 dicembre 2018, data di approvazione della Legge di Bilancio 2019, ad oggi, il provvedimento sembra rimasto in stand by. Curiosamente, nel Dossier redatto da Camera e Senato il 22 gennaio 2019, la misura definita come Interventi per favorire lo sviluppo socioeconomico delle aree rurali , pur trovando spazio nel testo, non compare nell’indice.
Allo stesso modo non c’è alcun riferimento anche tra i decreti attuativi approvati o ancora da approvare per completare i lavori della Legge di Bilancio 2019 riportati nel database del Dipartimento per il Programma di Governo.
Concessione di terreni e mutui alle famiglie numerose: che fine ha fatto la misura contro la denatalità del primo Governo Conte?
In altre parole, la concessione di terreni e mutui alle famiglie numerose dall’approvazione della Legge di Bilancio 2019 in poi sembra scomparsa nel nulla, a parte qualche citazione dei dossier redatti dalla Camera sulle disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo che richiamano la norma, ma non danno maggiori dettagli sullo stato di attuazione.
È vero che l’Esecutivo che ha approvato la Manovra 2019 non ha concluso l’anno, ma è anche vero che la crisi politica si è aperta in estate e che il nuovo Governo, sempre guidato da Conte, si è insediato a settembre. Ed erano passati già nove mesi dall’approvazione della Legge di Bilancio.
Verosimile appare anche l’ipotesi di un cambio di interessi da una squadra di lavoro all’altra o di una difficoltà di tradurre in pratica quanto stabilito in teoria, di questioni applicative, ma sono solo ipotesi: di certo, sulla misura di contrasto alla denatalità, c’è solo il testo della norma.
Una conferma recente sulla stasi dello strumento arriva anche dall’interno. Su X (ex twitter) Giuseppe L’abbate, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali durante il secondo Governo Conte, a Luigi Marattin che si chiede quali risultati abbia dato nel tempo risponde: “nessuno, perché con il Conte II quella misura fu svuotata”.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Concessione di terreni e mutui alle famiglie numerose: misura fantasma contro la denatalità