Il Decreto Sanzioni, stando alla bozza in circolazione, mette in campo un meccanismo di compensazione tra crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione e i debiti che derivano dagli avvisi bonari inviati per gli omessi versamenti delle imposte. Il testo rientra nella cornice della riforma fiscale ed è stato approvato ieri, 21 febbraio, in Consiglio dei Ministri
Tra le novità in arrivo con il Decreto sanzioni, il nono capitolo di attuazione della riforma fiscale che ha ricevuto l’approvazione del Consiglio dei Ministri il 21 febbraio, prende forma anche un meccanismo di compensazione tra crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione per somministrazioni, forniture e appalti e debiti che derivano dagli omessi versamenti segnalati tramite avvisi bonari.
In altre parole, stando alla bozza del provvedimento, i contribuenti in attesa di ricevere dei pagamenti dalla PA potranno mettersi in regola con il Fisco utilizzando le somme rimaste in sospeso.
Già utilizzato in passato, si va verso l’inserimento a regime di un semplice schema di contrappesi tra dare e avere che, con le debite differenze, si utilizza anche nella contabilità familiare.
Compensazione tra crediti PA e debiti da omessi versamenti delle imposte: come funziona?
I crediti che possono essere utilizzati per la compensazione dei debiti devono avere precise caratteristiche: prima di tutto devono essere “non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, nei confronti delle amministrazioni statali per somministrazioni, forniture e appalti”.
Il credito deve risultare certificato dalla PA, in linea con la normativa di riferimento, con l’indicazione della data prevista per il pagamento.
Le somme maturate nei rapporti con la Pubblica Amministrazione possono essere utilizzate per i pagamenti di sanzioni e interessi che derivano da omessi versamenti di imposte sui redditi che risultano da avvisi bonari.
Stando alla formulazione del testo in bozza, messo a disposizione dal quotidiano ItaliaOggi, la compensazione è possibile fino alla concorrenza dell’imposta a debito che risulta dalla dichiarazione presentata, a cui si riferiscono sanzioni e interessi.
Via libera anche quando è in essere una regolarizzazione con pagamento rateale in linea con quanto previsto dalla tregua fiscale dello scorso anno.
Il bilanciamento debiti-crediti si applicherà in riferimento alle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2022.
Compensazione crediti PA-debiti: le novità in arrivo con il Decreto Sanzioni
Oltre ad essere stato già sperimentato in passato, un meccanismo di compensazione di questo tipo è stato già definito a grandi linee già nella legge delega per la riforma fiscale.
Nell’articolo 20 della legge numero 111 del 2023 si legge:
“Valutare la possibilità, fissandone le condizioni, di compensare sanzioni e interessi per mancati versamenti di imposte su redditi regolarmente dichiarati nei riguardi di soggetti che hanno crediti maturati nei confronti delle amministrazioni statali, certificati dalla piattaforma dei crediti commerciali, per importi pari e sino alla concorrenza del debito di imposta”.
Per i dettagli sulla misura contenuta nel Decreto Sanzioni che il Consiglio dei Ministri di ieri, 21 febbraio 2024, ha approvato è necessario attendere il testo ufficiale. E, successivamente, l’operatività della misura dovrà essere delineata con un apposito decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
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