Nella rottamazione delle cartelle è possibile compensare i debiti oggetto della definizione agevolata con gli eventuali crediti fiscali (o commerciali) di cui dispone il contribuente?

Recentemente abbiamo condotto un sondaggio sulla eventuale riapertura della rottamazione delle cartelle oppure su una sua nuova edizione.
Il risultato è stato un vero e proprio plebiscito: il 97% di chi ha partecipato ha dichiarato che una eventuale riapertura della rottamazione delle cartelle oppure su la cd rottamazione quinquies sarebbe una buona idea.
Questo sondaggio per noi è stata l’occasione di tornare su alcuni temi ever green legati al tema della rottamazione.
In merito all’ultima finestra - la rottamazione quater - per esempio diversi contribuenti si sono posti e si pongono ancora più di una domanda.
E tra queste anche quella riguardante la possibilità di compensare il debito da rottamazione con i crediti fiscali disponibili e/o con i crediti commerciali eventualmente vantati verso la Pubblica Amministrazione.
Cominciamo col dire che tale possibilità non appare praticabile e questo perché il versamento non può essere effettuato tramite modello F24 ma solo come indicato al comma 242 dell’Articolo 1 della Legge di Bilancio 2023 ovvero:
-* mediante domiciliazione sul conto corrente eventualmente indicato dal debitore con le modalità determinate dall’agente della riscossione nella comunicazione di cui al comma 241;
- mediante moduli di pagamento precompilati, che l’agente della riscossione e’ tenuto ad allegare alla comunicazione di cui al comma 241;
- presso gli sportelli dell’agente della riscossione.
Questo preclude la possibilità di una diretta compensazione f24 in applicazione dell’articolo 17 del Dlgs 241/1997 e non è a mio parere ravvisabile neanche l’altra possibile opzione di compensazione in forma “indiretta” utilizzando il codice tributo RUOL.
Rottamazione quater e compensazione tramite codice tributo RUOL?
Con la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate numero 18/E/2011 è stato istituito il codice tributo RUOL per il “PAGAMENTO MEDIANTE COMPENSAZIONE DELLE SOMME ISCRITTE A RUOLO PER IMPOSTE ERARIALI E RELATIVI ACCESSORI”.
L’atto di prassi ha fatto seguito alla pubblicazione, nella Gazzetta Ufficiale del 18 febbraio 2011, del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il quale ha dettato la disciplina attuativa in applicazione del dettato normativo dell’articolo 31 comma 1 del D.L. 78/2010.
Questo, oltre a sancire il divieto di utilizzare in compensazione i crediti erariali in presenza di debiti superiori a 1.500 euro per i quali è scaduto il termine di pagamento a pena dell’applicazione di pesanti sanzioni commisurate all’importo indebitamente compensato, dispone che:
“É comunque ammesso il pagamento, anche parziale, delle somme iscritte a ruolo per imposte erariali e relativi accessori mediante la compensazione dei crediti relativi alle stesse imposte, con le modalità stabilite con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, da emanare entro 180 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto.”
Nel provvedimento è precisato che rientrano nella compensazione anche gli oneri accessori delle imposte iscritte a ruolo quali sanzioni e gli interessi, ma anche gli aggi e le altre spese addebitate dall’agente della riscossione.
Con l’occasione, preme evidenziare, quanto accaduto ad alcuni contribuenti: nel caso di versamenti parziali, per dimenticanza o ritardo nella comunicazione all’Agenzia delle Entrate Riscossione, sono stati pagati debiti diversi da quelli da estinguere per effetto di quanto previsto dall’articolo 4 del provvedimento del MEF, dedicato alla imputazione dei pagamenti:
“1. Nel caso in cui il pagamento riguardi solo una parte delle somme dovute, il contribuente è tenuto a comunicare preventivamente all’agente della riscossione le posizioni debitorie da estinguere, con le modalità definite dall’agente della riscossione stesso.”
Diversamente, in assenza di tempestiva comunicazione, entro 3 giorni dalla presentazione del modello “F24 accise”, l’Agenzia delle Entrate Riscossione provvede all’imputazione in base alle regole dell’articolo 31 del Dpr 602/1973, partendo dalle rate scadute da più tempo con il risultato di non aver estinto il debito iscritto a ruolo puntualmente individuato che si voleva saldare.
La rottamazione e la “sospensione del ruolo”
Tornando al perché della non utilizzabilità del codice RUOL per il pagamento dei debiti da rottamazione abbiamo sopra verificato che questo è utilizzabile per il pagamento di somme “iscritte” a ruolo ma in effetti la presentazione della domanda di definizione agevolata “congela” il carico iscritto, non consentendo ad esso alcuna modifica diretta, e questo è ravvisabile dall’articolo 1 Comma 240 della Legge di Bilancio 2023:
“240. A seguito della presentazione della dichiarazione, relativamente ai carichi definibili che ne costituiscono oggetto:
- a) sono sospesi i termini di prescrizione e decadenza;
- b) sono sospesi, fino alla scadenza della prima o unica rata delle somme dovute a titolo di definizione, gli obblighi di pagamento derivanti da precedenti dilazioni in essere alla data di presentazione;
- c) non possono essere iscritti nuovi fermi amministrativi e ipoteche, fatti salvi quelli già iscritti alla data di presentazione;
- d) non possono essere avviate nuove procedure esecutive;
- e) non possono essere proseguite le procedure esecutive precedentemente avviate, salvo che non si sia tenuto il primo incanto con esito positivo; (...)”
Tutto ciò fino all’avvenuto totale pagamento che determina l’estinzione del debito a ruolo.
Il mancato pagamento anche parziale, invece, produce la “riattivazione” dei termini:
“244. In caso di mancato ovvero di insufficiente o tardivo versamento, superiore a cinque giorni, dell’unica rata ovvero di una di quelle in cui è stato dilazionato il pagamento delle somme di cui al comma 232, la definizione non produce effetti e riprendono a decorrere i termini di prescrizione e di decadenza per il recupero dei carichi oggetto di dichiarazione.
In tal caso, relativamente ai debiti per i quali la definizione non ha prodotto effetti, i versamenti effettuati sono acquisiti a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto a seguito dell’affidamento del carico e non determinano l’estinzione del debito residuo, di cui l’agente della riscossione prosegue l’attività di recupero.”
Resta, a parere di chi scrive, praticabile la possibilità di compensazione con “i crediti commerciali non prescritti, certi, liquidi, esigibili e certificati maturati per somministrazioni, forniture, appalti e servizi nei confronti della Pubblica amministrazione”.
In effetti, alla pagina web dedicata dell’Agenzia delle Entrate Riscossione si legge che può essere effettuata per pagamenti relativi a:
- carichi inclusi in cartelle di pagamento e avvisi (avvisi di accertamento esecutivi dell’Agenzia delle entrate o Enti locali – avvisi di addebito dell’INPS), affidati entro il 31 dicembre del secondo anno antecedente a quello in cui è richiesta la compensazione;
- carichi inclusi in piani di Definizione agevolata di cui all’art. 3 del D.L. n. 119/2018 (c.d. “rottamazione-ter”);
- carichi inclusi in piani di cui all’Art. 1, commi 184 -198, della Legge n.145 del 30 dicembre 2018 (c.d. “Saldo e stralcio” ).
Per analogia ancorché non espressamente indicata in elenco si ritiene applicabile tale possibilità anche ai debiti da rottamazione quater.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Compensazione anche per la rottamazione delle cartelle?