Il PIL del 2022 è stato rivisto a ribasso dall'Istat, dal 3,9 al 3,7 per cento. Il deficit del 2022 si attesta all'8 per cento. I dati risentono delle indicazioni dell'Eurostat sulla classificazione dei crediti d'imposta dei bonus edilizi. L'istituto di statistica ha rivisto le stime dei conti pubblici, soprattutto in merito agli importi del 2020, 2021 e 2022
È è stato rivisto a ribasso dall’Istat il PIL del 2022: passa dal 3,9 al 3,7 per cento.
Il deficit del 2022 si attesta all’8 per cento. I sono influenzati dalle stime dei bonus edilizi, riviste alla luce delle indicazioni dell’Eurostat sulla classificazione dei crediti d’imposta.
L’istituto di statistica ha rivisto le stime dei conti pubblici, soprattutto in merito agli importi del 2020, 2021 e 2022.
Nell’edizione aggiornata al 2022 del manuale relativo al deficit e al debito pubblico, pubblicato lo scorso 1° gennaio 2023, sono state fornite nuove indicazioni sulla classificazione delle somme.
Il nocciolo della questione riguarda la “pagabilità” dei crediti e il momento della maturazione degli stessi.
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Cessione del credito, PIL al 3,7 per cento: l’Istat rivede le stime dopo le indicazioni dell’Eurostat
La cessione del credito dei bonus edilizi è un tema al centro delle discussioni, soprattutto per le novità arrivate nelle scorse settimane e oggi.
L’Istat ha rivisto le stime del PIL, che è passato dal 3,9 al 3,7 per cento.
Pesa ancora di più il superbonus, dopo le indicazioni fornite dall’Eurostat all’inizio dello scorso mese.
Il 1° febbraio 2023 è stata infatti pubblicata la nuova edizione aggiornata al 2022 del “Manual on Government Deficit and Debt - Implementation of ESA 2010”.
Tra i vari aspetti affrontati nella pubblicazione c’è quello della classificazione dei crediti.
Si tratta di un nodo centrale per i conti pubblici in quanto sono state fornite specifiche indicazioni sulla “pagabilità” dei crediti e sul momento in cui maturano gli importi.
Le nuove precisazioni sulle regole sono state recepite dall’Istituto di statistica, che ha rivisto le stime dei conti dello Stato.
Le nuove stime sono modificate soprattutto sugli importi relativi al 2020, 2021 e 2022 e a cascata sul margine di manovra dell’Esecutivo sulle risorse a disposizione per le nuove misure da mettere in campo.
Proseguono inoltre le audizioni presso la Commissione Finanze della Camera. Dopo le associazioni di categoria e gli esperti, oggi è il turno della Confindustria.
Quali misure da inserire nella legge di conversione del decreto blocca cessioni?
Dopo l’entrata in vigore del decreto 11/2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 febbraio scorso, è iniziata la discussione sulle misure migliorative del provvedimento del Governo che blocca la cessione del credito e lo sconto in fattura per il superbonus e per gli altri bonus edilizi.
Il decreto è stata una “doccia fredda” per professionisti, imprese e contribuenti, soprattutto perché è arrivato “a sorpresa”, sebbene sia stata messa in evidenza da più parti la necessità di tale provvedimento per salvaguardare i conti pubblici.
Da lunedì 27 febbraio sono iniziate le audizioni presso la Commissione finanze della Camera per affrontare i nodi da sciogliere. Al centro di diverse richieste delle associazioni di categoria e degli esperti ci sono provvedimenti per rendere sostenibile la transizione al divieto dell’utilizzo della cessione del credito.
Sono stati proposti correttivi al testo del decreto che prevedono il ripristino della cessione del credito per i contribuenti con minore capienza fiscale, così come per particolari tipologie di interventi, ad esempio quelle che rientrano nel sismabonus.
Da più parti è stata inoltre richiesta la proroga delle scadenze, sia quella relativa ai lavori per le unifamiliari, sia quella per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate relativa ai crediti per le spese sostenute nel 2022.
Tra gli auditi c’è stata anche l’ANCE, che ha riproposto la misura già suggerita negli scorsi mesi: la possibilità per le banche di utilizzare i crediti in compensazione con F24 con una parte dei debiti dei propri clienti.
Nella giornata di ieri, 28 febbraio 2023, sono stati ascoltati anche i commercialisti, nella persona di Salvatore Regalbuto, tesoriere con delega all’Area Fiscalità del CNDCEC.
Regalbuto ha chiesto la proroga al 28 aprile 2023 per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate relativa alla cessione del credito del superbonus e degli altri bonus edilizi, nell’ottica di favorire l’opportunità di contrattualizzazione di pratiche per contribuire alla soluzione della questione dei crediti incagliati.
Le audizioni proseguiranno anche quest’oggi: alle ore 13.45 saranno in audizione i rappresentanti di Confindustria. Le richieste avanzate nel corso dell’audizione potranno portare a modifiche al testo della legge di conversione del decreto 11/2023 o a nuovi interventi da parte dell’Esecutivo su questioni tutt’altro che risolte.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Cessione del credito, Istat: PIL a 3,7 per cento nel 2022. Pesa il superbonus