Riflessione sul progetto di riforma fiscale a ridosso del varo della Legge delega al Governo. Gli obiettivi che, oltre i tecnicismi della materia, dovrebbero caratterizzare il testo elaborato: equilibrio e coraggio.
Si attende la Legge Delega sulla riforma fiscale 2021: il leit motiv del progetto in cantiere dovrà essere “equilibrio e coraggio”.
Equilibrio tra la giusta aspirazione del contribuente di fare impresa, svolgere un lavoro od esercitare una professione ottenendo una adeguata remunerazione per l’impegno profuso e godendo del risultato economico senza che questo sia eccessivamente intaccato dalla necessità da parte dello Stato di fare fronte alle esigenze della collettività: infrastrutture, sanità, sicurezza, welfare.
Equilibrio nel definire il giusto mix tra le diverse forme di imposizione diretta ed indiretta che assicurano il gettito necessario al funzionamento della macchina dello stato.
Equilibrio tra il diritto alla riservatezza del singolo e l’altrettanto importante diritto delle agenzie fiscali all’utilizzo di informazioni utili nella lotta all’evasione.
Equilibrio tra l’assicurazione del gettito e l’impegno necessario per adempiere agli obblighi tributari.
C’è bisogno, poi, anche di coraggio.
Coraggio di innovare seriamente i processi di formazione delle leggi che hanno creato le convulse sovrapposizioni in cui spesso oggi ci si trova invischiati.
Coraggio della Politica nel prendere responsabilmente le proprie decisioni nell’indirizzare l’azione di Governo e Parlamento, senza che queste vengano come oggi influenzate dalla macchina burocratica della PA.
Certo, la conoscenza dei meccanismi di funzionamento della macchina burocratica e l’esperienza maturata dai suoi dirigenti può ben essere utilizzata quale utile risorsa ma senza che questo si rilevi uno strumento per mantenere uno status quo, a tutela degli interessi particolari della struttura coinvolta, a nocumento dell’interesse della collettività.
Coraggio di non limitarsi ad adeguare le norme e la prassi al presente ma di voler preconizzare il futuro.
Un futuro che è già qui con le prime applicazioni delle intelligenze artificiali che stanno quasi inconsapevolmente entrando nell’uso comune di tutti i giorni, si pensi ai comandi vocali via smartphone in auto o nelle proprie case.
Alexa, Siri, Google sono applicazioni con contenuti AI di base già nell’uso comune di molti di noi, ma si potrebbe fare l’esempio anche di applicazioni in ambito professionale dove la soluzione di una pratica legale elaborata da una applicazione AI è risultata più veloce e precisa rispetto a quelle proposte da un campione di alcuni noti studi legali statunitensi.
La riforma fiscale all’orizzonte e il coraggio di semplificare
Tornando al punto, servirebbe una azione coraggiosa che potrebbe finalmente dare impulso ai processi di semplificazione delle norme e degli adempimenti che possono rilevarsi utili anche per dare effettivo slancio al processo di disintermediazione del rapporto tra fisco e contribuente, avviato con scarsi risultati anni fa.
Il primo esempio concreto di insuccesso di questa azione è sotto gli occhi di tutti:
la dichiarazione dei redditi precompilata.
Dopo dieci anni dalla sua prima introduzione è effettivamente utilizzata da circa il 12 per cento dei potenziali fruitori e questo grazie anche al supporto fornito da diversi fiscalisti nella verifica ed integrazione delle dichiarazioni proposte.
Si tratta di una buona idea vanificata dalla complicazione di norme ed agevolazioni che si sono accumulate nel tempo. A testimoniarlo le circolari esplicative sulle agevolazioni fiscali fruibili con i modelli dichiarativi che da qualche anno a questa parte superano stabilmente le 300 pagine.
Se questo è lo scenario degli adempimenti dichiarativi di base per dipendenti e pensionati, è facile immaginare la complessità esponenziale di quelli relativi a imprese e professionisti.
Altro esempio di queste complicanze innestate nello stesso solco è il debutto della dichiarazione IVA precompilata che in questi giorni muove i primi passi con la messa a disposizione dei registri IVA relativi al terzo trimestre 2021.
Anche qui la complessità normativa la sta facendo da padrona atteso che in funzione di questo debutto, dal 2021 si è resa necessaria l’implementazione degli elenchi dei Tipi Documento e Codice Natura necessari alla corretta compilazione della Fattura Elettronica, forse l’unico effettivo successo nel processo di innovazione conseguito in ambito tributario da qualche decennio a questa parte.
È vero che la fattura elettronica generalizzata è stata introdotta quale strumento antievasione ma è vero anche che ha avuto l’indiretto effetto di accelerare l’informatizzazione delle procedure dei soggetti che fanno parte del sistema economico del nostro paese e, malgrado le iniziali perplessità, la maggior parte di contribuenti e consulenti coinvolti non ne farebbero più a meno tanto che molti ne auspicano l’estensione anche ai soggetti ad oggi ancora esclusi dall’obbligo così da poter definitivamente unificare i protocolli amministrativi interni, ora divisi tra gestione dei flussi documentali cartacei ed elettronici.
Prescindendo dalle implicazioni sul gettito e sulla ripartizione del peso delle imposte su consumi lavoro e patrimoni, il desiderio è quello di cogliere nel testo che verrà “equilibrio e coraggio” così come descritti sopra.
Lasciatemi sognare.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: La riforma fiscale all’orizzonte e il coraggio di semplificare