In audizione al Senato i commercialisti avanzano proposte per sbloccare la cessione del credito di superbonus e bonus edilizi. Gli interventi suggeriti riguardano principalmente banche e intermediari: permettere la compensazione in 6 anni e passaggi illimitati in ambiente controllato
I commercialisti avanzano nuove proposte per sbloccare il meccanismo della cessione del credito dei bonus edilizi.
I suggerimenti sono stati avanzati nel corso dell’audizione presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato del 17 gennaio 2023.
Tra sono i principali pilastri per sbrogliare la situazione dei crediti incagliati. La prima consiste nell’ampliare temporalmente la possibilità di portare le somme in compensazione, entro 6 anni.
Il secondo punto è quello di eliminare il limite al numero massimo di cessioni per le banche e gli intermediari finanziari.
La terza proposta, infine, è quella di trovare il modo per ampliare la capienza fiscale dei soggetti che dispongono di crediti oggetto di comunicazione all’Agenzia delle Entrate fino al 31 dicembre 2022.
Cessione del credito bonus edilizi: le proposte dei commercialisti per lo sblocco
Nonostante le misure messe in campo dal Decreto Aiuti quater e dalla relativa legge di conversione, lo sblocco della cessione dei crediti relativi a interventi che rientrano nei bonus edilizi è tutt’altro che vicino.
Sul tema è intervenuto il Consiglio nazionale dei commercialisti che, nel corso dell’audizione del 17 gennaio 2023 presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato, ha avanzato alcune proposte per risolvere la situazione dei crediti incagliati.
Nell’audizione sull’indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale e sui crediti d’imposta sono tre i pilastri di intervento suggeriti dall’ordine dei commercialisti.
Il primo riguarda la possibilità di estendere temporalmente l’utilizzo dei crediti in compensazione con modello F24: si richiede di lasciare tale possibilità fino al sesto periodo di imposta successivo a quello di competenza.
In altre parole la compensazione potrebbe essere portata a 6 anni con un automatico aumento della capienza fiscale delle banche, senza modificare le condizioni di sconto applicate all’atto dell’acquisto.
In sostanza il “riassorbimento” delle somme sarebbe consentito in 10 anni anziché in 4, dal momento che i crediti del superbonus vengono maturati in quattro annualità.
La seconda proposta interessa i crediti oggetto di comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il 31 dicembre 2022, ovvero quelli di cantieri aperti e lavori già iniziati e magari a un passo dalla conclusione.
Nel comunicato stampa del 17 gennaio 2023, la richiesta viene così formulata:
“almeno per i crediti d’imposta relativi alle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura relative ad interventi eseguiti fino al 31 dicembre 2022, sia previsto un meccanismo transitorio e straordinario che consenta agli operatori finanziari (banche, assicurazioni, ecc.) di ampliare la capacità di acquisizione di crediti mediante la compensazione con le imposte che la generalità dei loro clienti versano per il loro tramite, per una quota ritenuta ragionevole e sostenibile.”
Tale proposta riprende quella già avanzata negli scorsi mesi da ABI e ANCE, ovvero introdurre la possibilità di compensazione anche con imposte dovute da soggetti che non sono titolari dei crediti per l’1 per cento delle somme.
Bonus edilizi, eliminare il limite sul numero di cessioni di banche e intermediari
Il terzo pilastro dell’intervento per risolvere il problema dei bonus edilizi è legato al limite sul numero di cessioni dei crediti di banche e intermediari.
Attualmente sono consentiti cinque passaggi:
- prima cessione libera;
- seconda e terza cessione per l’intero importo in favore di soggetti qualificati;
- quarta e quinta cessione dalle banche ai propri correntisti o ad altri soggetti in ambiente controllato.
A riguardo la legge di conversione del decreto Aiuti quater, il cui testo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 gennaio 2023, ha introdotto il quinto passaggio.
Le norme antifrodi dello scorso anno hanno introdotto un numero limitato di passaggi, inizialmente tale numero era illimitato.
La proposta dei commercialisti consiste nel tornare alla situazione iniziale, con un numero illimitato di cessioni consentite, ma solo per le banche e gli intermediari finanziari e soltanto in ambiente controllato.
La proposta è stata spiegata da, Salvatore Regalbuto, tesoriere del Consiglio nazionale e presente insieme al coordinatore dell’area fiscalità della Fondazione nazionale della categoria Pasquale Saggese.
Regalbuto ha chiarito quanto di seguito riportato:
“Il sistema bancario offre ampie garanzie contro il rischio di frodi, avendo fin dall’origine implementato procedure subordinate a rigorose e selettive due diligence che, seppur non previste normativamente, sono divenute ormai prassi consolidata e che vanno ad aggiungersi ai controlli preventivi (visto di conformità e attestazione e asseverazioni tecniche e di congruità dei costi) nonché ai presìdi antiriciclaggio già previsti per legge”.
Non si tratterebbe di un via libera indiscriminato alle cessioni ma un provvedimento controllato per favorire soprattutto le compensazioni incrociate tra diversi istituti.
In merito alle proposte avanzate, lo stesso Salvatore Regalbuto ha messo in evidenza quanto segue:
“Quanto prospettato è indispensabile per superare l’attuale stallo nella monetizzazione dei crediti evitando che misure adottate nel pieno dell’emergenza pandemica per sostenere e rilanciare l’economia, e per le quali lo Stato ha allocato rilevanti risorse, si trasformino, come peraltro sta già avvenendo, in un micidiale boomerang economico e sociale per famiglie e imprese”.
Bonus edilizi: intervenire sui dubbi di applicazione delle norme
A margine dell’intervento nell’audizione è stata ribadita la necessità di ulteriori interventi a chiarimenti del quadro normativo.
Sono stati richiesti provvedimenti di prassi e di interpretazione autentica sui dubbi presenti, quali ad esempio il “perimetro di applicazione temporale e oggettivo del requisito SOA per le imprese affidatarie di lavori superiori a 516.000,00 euro”.
In linea generale, inoltre, è stata evidenziata anche l’esigenza di stabilizzare le agevolazioni che rientrano nel piano Industria 4.0, così come quella di valutare l’opportunità di permettere anche per tali misure l’utilizzo della cessione del credito.
Tale intervento permetterebbe, a parere dei Commercialisti, di accelerare la transizione ecologica e tecnologica, favorendo la produttività e la nuova occupazione.
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