Caro energia, a breve 9 miliardi e mezzo di euro per prorogare le misure in favore di famiglie e imprese fino a fine anno. Lo spiega la Presidente del Consiglio Meloni nella conferenza stampa del 4 novembre 2022, successiva al CdM che ha approvato la Nadef. Nel complesso oltre 30 miliardi di euro entro il 2023.
In arrivo oltre 30 miliardi di euro per le bollette delle imprese e delle famiglie e più in generale per le misure contro il caro energia entro la fine del 2023.
A renderlo noto è la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa del 4 novembre 2022, che si è svolta dopo il Consiglio dei Ministri che ha approvato la nuova Nadef.
Subito 9 miliardi e mezzo di euro per prorogare fino alla fine dell’anno i provvedimenti già in essere e per adottare nuove misure altre misure.
Nel 2023, come spiegato da Giorgia Meloni, saranno a disposizione 22 o 23 miliardi di euro per le azioni per contrastare l’aumento dei costi di luce e gas per famiglie e imprese.
Caro energia, subito 9 miliardi e mezzo di euro per le bollette di imprese e famiglie fino a fine anno
Importanti novità per contrastare gli effetti dell’aumento di luce e gas per famiglie e imprese arrivano al nel corso della conferenza stampa che si è svolta a margine del Consiglio dei Ministri del 4 novembre 2022, che ha approvato la nuova Nadef, la nota di aggiornamento al documento di Economia e Finanza.
A spiegare quali interventi sono in programma e con quali risorse è la stessa Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La Presidente del Consiglio ha chiarito che grazie all’extragettito derivante dalla maggiore IVA e al terzo trimestre con un aumento dello 0,5 per cento del PIL rispetto alle stime precedenti, si riescono a:
“liberare 9 miliardi e mezzo che la prossima settimana, fermo restando che abbiamo chiesto e chiediamo e facciamo un appello al Parlamento perché approvi ovviamente con risoluzione questo documento nel minore tempo possibile, che vorremmo già utilizzare sul caro energia.”
Le risorse verranno impiegate per prorogare fino alla fine dell’anno i provvedimenti già in essere e mettere in campo nuove misure, sulle quali il Governo è al lavoro.
A breve potranno quindi essere previsti anche crediti d’imposta per le imprese, in relazione al mese di dicembre 2022, l’unico per il quale non sono stati ancora previsti interventi.
Anche per le misure destinate alle famiglie si dovrà ancora attendere la prossima settimana per sapere i dettagli delle azioni dell’Esecutivo.
Caro energia, 30 miliardi di euro entro il 2023
Nella nuova Nadef è calcolato un obiettivo di indebitamento programmatico al 4,5 per cento per il 2023, che sarà ridotto negli anni successivi.
La previsione permette al Governo di disporre di ulteriori risorse che saranno destinate ai provvedimenti contro il caro energia.
La stima delle somme a disposizione è stata resa nota dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Per introdurre interventi che vadano oltre il 2022, Giorgia Meloni ha chiarito che dai calcoli della Nadef emerge che si potranno liberare per il 2023:
“ulteriori 22, 23 miliardi di euro, se non vado errata, che ugualmente intendiamo destinare in via esclusiva ad affrontare il tema del caro energia.”
Come sottolineato nel corso della conferenza stampa, le risorse a disposizione per contrastare l’aumento di luce e gas supereranno i 30 miliardi di euro nel periodo compreso fino alla fine del prossimo anno.
Nel complesso, ha chiarito la Presidente del Consiglio:
“Con questa nota di aggiornamento del documento di Economia e Finanza noi di fatto individuiamo risorse per oltre 30 miliardi di euro fino a fine 2023 per affrontare la questione energetica. Ci eravamo impegnati su questo ovviamente a immaginarlo tra le nostre prime responsabilità e di fronte alla situazione nella quale ci troviamo, è evidente che non si possa fare diversamente e questo documento è ovviamente propedeutico alle scelte che poi anche più concretamente faremo la prossima settimana, sempre se il Parlamento approverà, come speriamo, questo documento nei prossimi giorni.”
Oltre agli interventi già previsti, il Governo intende agire anche sull’estrazione delle materie prime.
Un’altra misura sarà adottata in parallelo e sarà inserita come emendamento alla legge di conversione del Decreto Aiuti ter.
Nello specifico è relativa ad alcune estrazioni di gas italiano, con concessioni già in essere o con nuove concessioni, e la richiesta di mettere a disposizione da subito gas per le aziende gasivore a un prezzo calmierato.
Come chiarito nel corso della conferenza stampa, la misura:
“Riguarda per i primi due anni il 75 per cento per cento del gas “potenziale” che si può estrarre. Prima di estrarlo, l’equivalente di quello stimato verrà messa a disposizione del GSE per essere poi dato a un prezzo che consente di mettere in sicurezza le nostre aziende più gasivore, ovviamente sulla base di un decreto che poi bisognerà fare e che entra più nel dettaglio.”
Anche in questo caso sarà necessario attendere la conclusione dell’iter parlamentare di conversione del Decreto Aiuti ter per avere i dettagli sul nuovo intervento in cantiere.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Caro energia, 9 miliardi e mezzo in arrivo per le bollette di imprese e famiglie