Buoni acquisto: uno dei più diffusi strumenti di welfare aziendale

Redazione - Imposte

I buoni acquisto sono una delle forme più diffuse di welfare aziendale. Un focus sui benefici per aziende e lavoratori, non solo dal punto di vista fiscale

Buoni acquisto: uno dei più diffusi strumenti di welfare aziendale

I buoni acquisto sono tra i più diffusi strumenti di welfare aziendale; li precedono soltanto i buoni pasto e i buoni carburante.

Tecnicamente si tratta di voucher dal valore predeterminato che l’azienda distribuisce ai propri dipendenti e collaboratori. Possono essere assegnati sia in formato cartaceo che digitale; quest’ultimo, come facilmente si può immaginare, è quello più diffuso e la sua comodità e praticità hanno contribuito non poco alla costante crescita alla quale si è assistito in questi ultimi anni.

In questo progresso hanno avuto un ruolo anche le agevolazioni fiscali che li riguardano e che li hanno resi una strategia di welfare interessante non soltanto per quanto riguarda i dipendenti, ma anche per quanto concerne le aziende.

Dato che i buoni acquisto sono particolarmente diffusi, analizziamone sia le principali caratteristiche tecniche, sia quelle fiscali.

Buoni acquisto: il formato cartaceo o digitale

Come accennato, si distingue tra buoni acquisto cartacei e digitali, altrimenti detti elettronici.

Il buono cartaceo, quello più tradizionale, viene inviato per posta ordinaria al dipendente o, più comunemente, consegnato direttamente in azienda dall’ufficio personale.

Quello digitale, invece, viene di solito inviato tramite e-mail, dopodiché lo si può stampare su carta o scaricarlo sul proprio smartphone; alcune aziende distribuiscono il buono acquisto sotto forma di card prepagata, visivamente simile a una comune carta di credito. L’importo del buono acquisto è a discrezione dell’azienda.

Il funzionamento è molto semplice: quando si effettuano gli acquisti – possibili negli esercizi commerciali convenzionati – si presenta il buono alla cassa e si riceverà lo sconto.

Nel caso di acquisti presso un negozio online, di norma si inserisce un codice in un determinato campo e si applica lo sconto prima di effettuare il pagamento.

I buoni acquisto, come ad esempio quelli Edenred, possono essere usati presso tantissime tipologie di attività commerciali, purché convenzionate, come ad esempio supermercati, distributori di carburante, negozi di elettronica, libri, articoli sportivi, giocattoli, arredo casa e tanto altro.

I benefici per i dipendenti e per le aziende

Come qualsiasi altra misura di welfare aziendale, anche i buoni acquisto presentano benefici sia per i lavoratori che per le aziende eroganti.

I primi hanno a disposizione un voucher che consente loro di risparmiare sui propri acquisti, mentre le imprese, ricorrendo a queste misure, aumentano la soddisfazione dei loro dipendenti, con ritorni positivi sulla produttività e sulla fidelizzazione.

I benefici fiscali

Oltre ai benefici riportati in precedenza, si devono sottolineare anche quelli tributari. I buoni acquisto infatti sono dei fringe benefit e, come tali, godono di agevolazioni fiscali sicuramente interessanti.

La Legge di Bilancio 2024 (Legge 213 del 30 dicembre 2023) aveva innalzato la soglia di esenzione dei fringe benefit portandola a 1.000 euro per la generalità dei dipendenti e a 2.000 euro per quelli che hanno figli a carico; questa misura era prevista per il solo anno 2024, ma la Legge di Bilancio 2025 ha confermato tali soglie anche per il triennio 2025-2027.
Per quanto riguarda le aziende, le spese sostenute per i fringe benefit sono totalmente deducibili.

I buoni pasto

Una particolare tipologia di buoni acquisti sono i buoni pasto che, dal punto di vista fiscale, sono inquadrati diversamente. Anch’essi possono essere cartacei oppure digitali. Per i primi è prevista un’esenzione massima giornaliera di 4 euro, mentre per i secondi tale esenzione è di 8 euro. Ciò porta di fatto a una quota di reddito detassato di circa 880 euro nel primo caso e di 1.760 euro nel secondo.

Per l’azienda i buoni pasto sono deducibili al 100%, mentre per quanto riguarda l’IVA è prevista un’aliquota agevolata del 4% che è detraibile nel caso di buoni pasto elettronici.

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