Il bonus mamma domani rientra tra le misure che l'assegno unico ha inglobato, eliminandole. Anche per il 2023, quindi, non si ha più diritto al premio alla nascita previsto in precedenza, ma è possibile richiedere l'assegno di maternità dei Comuni
L’assegno unico è stato introdotto per riunire gran parte delle agevolazioni a sostegno della genitorialità in un unico strumento e tra le misure che ha mandato in pensione c’è anche il bonus mamma domani.
La novità è entrata in vigore a marzo 2022 e, quindi, anche nel 2023 non è previsto alcun premio alla nascita.
I neo genitori, però, possono presentare domanda per beneficiare dell’assegno unico, per un importo base che va da un minimo di 50 a un massimo di 175 euro a cui devono aggiungersi le maggiorazioni, che spetta a partire dal settimo mese di gravidanza.
Bonus mamma domani, niente premio per le nascite del 2023
Rendere più facilmente accessibili gli strumenti a sostegno della genitorialità è lo scopo con cui è stata introdotta la nuova misura, per questa ragione sono state eliminate e riunite in un unico importo mensile una serie di benefici:
- il bonus mamma domani, premio alla nascita o all’adozione;
- l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori;
- gli assegni familiari ai nuclei familiari con figli e orfanili;
- il bonus bebé;
- le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.
Sono rimasti in vigore, al di fuori dell’assegno unico, solo due misure:
- la maternità comunale che per il 2023 è pari a 383,46 euro mensili, per massimo 5 mensilità, per un totale di 1.917,30 euro;
- il bonus asilo nido che può essere richiesto all’INPS fino alla scadenza del 31 dicembre 2023, anche per l’assistenza domiciliare, e in base all’ISEE minorenni permette di ottenere fino a 3.000 euro di rimborso spese.
È chiaro, quindi, che non è più possibile presentare domanda di accesso al bonus mamma domani per il 2023. Con l’introduzione dell’assegno unico, non si ha più diritto al premio di 800 euro che poteva essere richiesto all’INPS dal 2017:
- al compimento del settimo mese di gravidanza (inizio dell’ottavo mese di gravidanza);
- alla nascita;
- ma anche al momento dell’adozione o dell’affidamento preadottivo.
Il bonus mamma domani non è previsto per il 2023, ma è possibile richiedere l’assegno unico
Al posto del bonus mamma domani, quindi, è possibile prima di tutto chiedere l’assegno unico che prevede l’erogazione delle somme a cui si ha diritto proprio a partire dal settimo mese di gravidanza, in linea con quanto previsto per il premio alla nascita.
La misura riguarda tutte le categorie di lavoratrici e lavoratori dipendenti (sia pubblici che privati), lavoratrici e lavoratori autonomi, pensionati, disoccupati, inoccupati che rispettano i requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno previsti.
La domanda per ottenere l’assegno unico deve essere presentata sempre dopo la nascita, dopo che è stato attribuito al minore il codice fiscale. Con la prima mensilità, però, vengono pagati anche gli arretrati a partire dal settimo mese di gravidanza.
Per la richiesta si hanno 120 giorni dalla nascita del bambino o della bambina. Ai nuclei familiari percettori del Reddito di Cittadinanza il beneficio viene erogato dall’INPS senza necessità di presentare apposita domanda.
Gli importi a cui si ha diritto variano in base all’ISEE, si parte da una quota minima di 50 euro per chi non lo presenta o ha un valore superiore ai 40.000 euro e si arriva a 175 euro nel caso in cui non si superino i 15.000 euro.
Le cifre si dimezzano al compimento dei 18 anni di età del figlio o della figlia, ma si conserva fino a 21 anni in presenza di specifici requisiti che riguardano la condizione lavorativa, di studio e reddituale.
All’importo base si aggiungono, poi, una serie di maggiorazioni legate alla condizione economica, al numero dei figli e delle figlie, all’eventuale disabilità, alle caratteristiche stesse dei genitori.
Ad esempio, per le mamme di età inferiore a 21 anni è prevista una maggiorazione pari a 20 euro al mese per ogni figlio.
Infine, come sottolineato in precedenza, non c’è conflitto tra assegno unico e assegno di maternità dei comuni, è possibile quindi beneficiare anche di questa misura di sostegno.
L’assegno di maternità di base viene concesso dagli enti territoriali ma viene sempre erogato dall’INPS e spetta entro certi limiti di reddito per parto, adozione e affidamento preadottivo, anche in presenza di un titolo di soggiorno.
La domanda, in questo caso, deve essere presentata al Comune di residenza e si hanno a disposizione sei mesi di tempo dalla nascita o dall’effettivo ingresso in famiglia della bambina o del bambino.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Bonus mamma domani, niente premio per le nascite del 2023: la misura rientra nell’assegno unico