Nati insieme, approvati insieme dalla Commissione UE, il bonus per l'assunzione delle donne e dei giovani hanno una storia comune: ma mentre il primo resta in stand by, l'esonero under 35 va più veloce, si rimpicciolisce e poi si ferma

Il primo maggio 2024 il Governo Meloni festeggiava il giorno dei lavoratori e delle lavoratrici con l’approvazione di nuovi bonus assunzione, tra le novità un esonero contributivo per le donne e uno per i giovani, anelli deboli del mercato del lavoro italiano.
Dopo più di 9 mesi, a ridosso della giornata internazionale delle donne, nel pomeriggio che la Camera dedica alla parità di genere, i Ministri Calderone e Foti citano l’esonero contributivo al femminile tra le misure messe in campo dal Governo per ridurre il divario occupazionale, che tra la popolazione dai 20 ai 64 anni negli ultimi anni è rimasto sempre sopra i 19 punti percentuali.
Nel frattempo però il bonus assunzione donne, che doveva essere applicabile dal 1° settembre 2024, non è ancora diventato operativo: la scadenza per l’approvazione del decreto attuativo era fissata al 5 settembre. Ad oggi, 7 marzo 2025, il provvedimento non è stato ancora firmato e il pasticciaccio dell’esonero per i giovani, misura quasi gemella nata nella stessa occasione, non lascia sperare nulla di buono.
Il bonus donne è ancora fermo, ma corre gli stessi rischi dell’esonero giovani
I due bonus assunzione viaggiano su binari paralleli: sono nati insieme, insieme sono stati approvati dalla Commissione UE lo scorso 31 gennaio 2025, ma mentre l’agevolazione sui contratti stipulati con le donne è rimasta ferma, nell’ultima settimana quella destinata agli under 35 ha fatto uno sprint in avanti.
Riferimenti normativi | Come funziona il bonus |
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Art. 22, DL n. 60 del 2024 | Esonero del 100 per cento della contribuzione (esclusi premi e contributi INAIL), nel limite massimo di 500 euro mensili e per 2 anni, per ogni assunzione a tempo indeterminato (o per trasformazione da tempo determinato) di giovani sotto i 35 anni d’età e mai impiegati a tempo indeterminato. Limite che sale a 650 euro per le assunzioni effettuate nelle regioni del Mezzogiorno |
Art. 23, DL n. 60 del 2024 | Esonero, per un periodo massimo di 2 anni, del 100 per cento dal versamento dei contributi previdenziali dovuti dal datore di lavoro privato nel limite massimo di 650 euro su base mensile (con esclusione dei premi e contributi INAIL), per ciascuna dipendente donna, assunta a tempo indeterminato di qualsiasi età, priva di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, residente nelle regioni della Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno; di qualsiasi età priva di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ovunque residente |
Dall’accelerazione, però, non sono arrivate buone notizie, ma una battuta d’arresto: il provvedimento per rendere operativo l’esonero contributivo, che risultava firmato dai Ministri dell’Economia Giorgetti e del Lavoro Calderone il 27 febbraio, rimpiccioliva l’agevolazione.
Dopo gli annunci della firma, ieri il testo è scomparso dai radar e oggi, 7 marzo, nel database del Dipartimento per il programma di Governo il decreto attuativo risulta “non adottato”.
Il bonus donne ed esonero giovani: stessi rischi, diverse opportunità
La norma prevede un raggio di copertura dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025, mentre il decreto attuativo tornato sulla scrivania dei Ministeri indica la partenza solo dal 31 gennaio di quest’anno, data di approvazione da parte della Commissione UE, e impone la necessità di presentare domanda all’INPS prima dell’assunzione.
Risultato? Dalla teoria alla pratica, si rischia di perdere 5 mesi di agevolazioni promesse e di vedere esclusi dall’esonero tutti quei contratti che sono stati stipulati nella certezza di poter vedere ridotti i contributi dovuti.
Ironia della sorte, questa volta il ritardo sul bonus assunzione per le donne può rappresentare un vantaggio.
La scomparsa del decreto attuativo del bonus giovani, appresa questa mattina, e le rimostranze perfino dei Consulenti del Lavoro lasciano intendere che Ministeri ed Esecutivo dovranno aggiustare il tiro.
E per l’esonero contributivo al femminile, il rischio di subire la stessa restrizione si trasforma nell’amara opportunità di arrivare, seppure con estremo ritardo, a istruzioni operative più conformi alla norma.
Nel frattempo, però, restano i fatti: mentre cominciava a circolare il decreto restrittivo del bonus giovani e mentre il provvedimento per l’esonero al femminile restava fermo, alla Camera il 5 marzo il Ministro Foti, le Ministre Calderone e Roccella citavano i bonus assunzione tra le politiche in campo per favorire l’occupazione femminile e giovanile e festeggiavano gli ultimi dati positivi, in primis il record di 10 milioni di donne occupate, dimenticando la persistenza dei divari e la prospettiva di un Lavoro che, al di là del genere, diventa sempre più fragile e precario.
Annunciando le misure del Decreto Coesione, la premier Giorgia Meloni parlava di impiego delle risorse in “tempi certi e veloci”. No, non c’è proprio nulla da festeggiare quando le promesse non vengono mantenute.
Presentazione del Decreto Primo Maggio 2024:
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Bonus donne, il decreto è ancora in stand by: stessi rischi dell’esonero giovani