Bonus Covid, spesso i conti non tornano: versione ridotta per fondo perduto e crediti d’imposta

Rosy D’Elia - Fisco

Bonus Covid, gli importi richiesti superano le risorse a disposizione e i conti non tornano. I contributi a fondo perduto e i crediti d'imposta riconosciuti dall'Agenzia delle Entrate sono in versione ridotta rispetto alle aspettative. Tra ottobre e novembre è accaduto in tre casi su cinque.

Bonus Covid, spesso i conti non tornano: versione ridotta per fondo perduto e crediti d'imposta

Bonus Covid, le risorse stanziate per garantire contributi a fondo perduto e crediti d’imposta a coloro che si trovano in condizione di poterne beneficiare spesso non bastano.

E non perché non sono sufficienti a far fronte agli effetti economici della pandemia, il confronto sarà sempre un Davide contro Golia, ma perché i conti non tornano.

Tra ottobre e novembre, in tre casi i fondi messi a disposizione degli aspiranti beneficiari si sono rivelati insufficienti a soddisfare le richieste inviate.

Bonus Covid, spesso i conti non tornano: versione ridotta per fondo perduto e crediti d’imposta

Dal Decreto Rilancio, approvato nella primavera dell’anno scorso, al Decreto Sostegni bis approvato a maggio 2021, sono diversi i bonus Covid per cui l’Agenzia delle Entrate ha recentemente stabilito il valore effettivo che spetta ai beneficiari.

Il metodo è semplice e sempre lo stesso:

  • si attende la chiusura della finestra temporale per la presentazione delle domande;
  • si considera il totale delle richieste che presentano tutti i requisiti per essere soddisfatte;
  • si rapporta il valore con le risorse a disposizione.

E quando l’importo supera quello dei fondi disponibili, il beneficio si riduce.

Per quanto riguarda le cifre comunicate dall’Agenzia delle Entrate tra ottobre e novembre è successo per il credito d’imposta per le rimanenze di magazzino, per il contributo a fondo perduto destinato alle attività svolte nei centri storici delle città santuario, ma anche per il credito d’imposta per le imprese esercenti le attività teatrali e gli spettacoli che nel 2020 hanno subìto una riduzione del fatturato di almeno il 20 per cento rispetto all’anno 2019.

In quest’ultimo caso i beneficiari hanno diritto a beneficiare solo del 4,1881 per cento della cifra inizialmente prevista.

AgevolazioneRiferimento normativoValore del beneficioPercentuale spettanteValore del credito d’imposta effettivo
Contributo a fondo perduto per la riduzione del canone di locazione articolo 9-quater del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137 50 per cento della riduzione del canone di locazione 100 per cento 50 per cento della riduzione del canone di locazione
Bonus sanificazione articolo 32 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 30 per cento 100 per cento 30 per cento
Contributi a fondo perduto città santuario articolo 59 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 Da un minimo di 1.000 o 2.000 euro 51,6050 per cento 516 euro e 1032 euro
Bonus moda articolo 48-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 30 per cento del valore delle rimanenze eccedente la media 64,2944 per cento 19,28 per cento
Bonus teatri e spettacoli articolo 36-bis del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41 90 per cento delle spese sostenute 4,1881 per cento 3,76 per cento

Dai dati riportati in tabella emerge che ci sono casi in cui il bonus Covid è garantito in misura piena ma ci sono anche imprese che ricevono importi irrisori.

Bonus Covid, le risorse non bastano: versione ridotta per fondo perduto e crediti d’imposta

Quando le misure sono state introdotte dai provvedimenti emergenziali, si è acceso a più riprese il dibattito sulla loro efficacia effettiva nel contrastare gli effetti economici della pandemia.

Tra quello che la pandemia ha tolto e quello che i bonus Covid hanno dato è una lotta impari. E non potrebbe essere altrimenti.

Ma, all’atto pratico, la matematica dimostra che c’è un’altra questione su cui soffermarsi: in alcuni casi il beneficio riconosciuto dopo mesi di attese non è neanche paragonabile a quello promesso.

Certamente le risorse non sono illimitate e ogni bonus deve avere un suo tetto di spesa. E certamente non sempre è così semplice individuare la platea di potenziali beneficiari in anticipo per stimare il valore delle richieste in arrivo, ma forse in alcuni casi i conti potevano essere più accurati.

Se non è possibile concedere di più, deve essere almeno possibile promettere meno.

Dal confronto tra i 10 milioni messi a disposizione per il bonus teatri e spettacoli e i quasi 239 milioni di euro richiesti dalle imprese emerge un divario enorme.

Per appianare la differenza tra le somme richieste dai beneficiari dei bonus moda, bonus teatri e dei contributi a fondo perduto per le città santuario e quelle a disposizione servirebbero oltre 290 milioni di euro.

Lo scorso anno aveva fatto molto discutere il bonus sanificazione che era passato dal 60 al 9,38 per cento: un’iniezione di risorse pari a 403 milioni di euro aveva riportato la percentuale al 28,3 per cento.

Oggi, però, appare meno probabile una scelta di questo tipo. Sebbene le misure si riferiscano ai danni subiti in piena pandemia, attualmente l’ottica è diversa: si va verso un abbandono di bonus e aiuti prettamente emergenziali.

Non bisogna dimenticare, però, che le perdite subite hanno lasciato il loro segno nelle imprese, che sono rimaste in attesa di un aiuto poterle appianare, anche solo parzialmente.

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