Autodichiarazione Aiuti di Stato Covid, non è solo una questione di proroga: la scadenza del 30 giugno, troppo stretta, è uno dei nodi. La criticità principale è rappresentata dalla mole dei dati richiesta dall'Agenzia delle Entrate. E da parte delle associazioni dei commercialisti arriva il ricorso per l'annullamento del provvedimento con cui è stato approvato il modello da utilizzare.
I nodi dell’autodichiarazione degli Aiuti di Stato Covid non sono legati solo alla scadenza per la presentazione, fissata al 30 giugno, e alle richieste di proroga, ma riguardano anche i contenuti: l’Agenzia delle Entrate richiede una mole di dati di gran lunga superiore al necessario e di cui già dispone in parte.
Sulla base di queste considerazioni, le associazioni dei commercialisti AIDC, ANC, SIC, UNAGRACO, UNGDCEC supportate anche da professionisti, che hanno agito in proprio e come amministratori di società, il 7 giugno hanno presentato ricorso presso il TAR del Lazio per l’annullamento del provvedimento con il quale è stato approvato il modello di “Dichiarazione sostitutiva di atto notorio del Temporary Framework per le misure di aiuto e sostegno all’economia nell’emergenza epidemiologica da covid-19”.
Autodichiarazione Aiuti di Stato Covid, i commercialisti presentano ricorso: non si fermano alla proroga
L’adempimento è nato sotto una cattiva stella. E continua ad avere una vita travagliata. Previsto dal primo DL Sostegni, è rimasto nel limbo delle incertezze per più di un anno.
Poi, il 27 aprile 2022, è arrivato il provvedimento con cui l’Agenzia delle Entrate ha fornito modello e istruzioni da seguire per comunicare all’Amministrazione finanziaria gli Aiuti di Stato ricevuti, in particolare si fa riferimento a bonus, contributi a fondo perduto, agevolazioni che rientrano nel cosiddetto regime ombrello ma è necessario compilare anche la sezione “altri aiuti”.
E il documento, che oggi è nel mirino delle associazioni dei commercialisti, non ha sciolto i nodi che hanno accompagnato l’autodichiarazione fin dalla sua nascita su carta, ma ne ha creati altri ancora più stretti.
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Tre le questioni cruciali: il tempismo sbagliato, la mole e la complessità dei dati richiesti, nessun esonero.
“Secondo i ricorrenti, l’adempimento presenta evidenti elementi di illegittimità, in quanto L’Agenzia delle Entrate, in aperto contrasto con le norme dello Statuto dei Diritti del Contribuente (art. 6, comma 4, legge 212/2000), richiede la comunicazione di dati che sono già nella sua disponibilità, esponendo anche il dichiarante al rischio di errori e conseguenti sanzioni civili e penali. Inoltre, detto provvedimento, delinea un quadro nel quale si scorgono i profili di un eccesso di potere e di travisamento della delega ministeriale da parte dell’Agenzia delle Entrate la quale, non attenendosi alla richiesta del MEF di una dichiarazione sintetica attestante il non superamento dei massimali, richiede la compilazione di un modello di 8 pagine”.
Si legge nel comunicato stampa del 7 giugno.
Le sigle AIDC, ANC, SIC, UNAGRACO, UNGDCEC evidenziano come l’adempimento rappresenti “un aggravio procedimentale inutile e dalle modalità articolate e complesse”, ad alta probabilità di errore, e sottolineano la necessità del supporto di un professionista.
Autodichiarazione Aiuti di Stato Covid: i motivi del ricorso presentato dalle associazioni dei commercialisti
Il ricorso al TAR per l’annullamento del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 27 aprile che approva il modello di autodichiarazione sugli Aiuti di Stato Covid arriva dopo le continue richieste di proroga della scadenza fissata il 30 giugno 2022, in una data caldissima per il calendario fiscale.
Sono mesi che gli addetti ai lavori, dalle associazioni di categoria al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili passando per l’Istituto Nazionale Tributaristi, segnalano la necessità di concedere più tempo ai contribuenti e anche in questa occasione le sigle interessate lo hanno fatto.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, durante le interrogazioni parlamentari del 4 e dell’11 maggio, è intervenuto sul tema sottolineando che l’ipotesi di uno slittamento del termine ultimo è legata a una revisione della tabella di marcia a livello Europeo. Stando alle anticipazioni riportate oggi, 8 giugno 2022, dal quotidiano ItaliaOggi sembra che una proroga stia arrivando con il Decreto Semplificazioni a cui lavora il Governo in questi giorni.
IL MEF ha specificato che l’autodichiarazione da parte dei beneficiari degli Aiuti di Stato Covid è stata “espressamente” richiesta dalla Commissione UE per effettuare controlli sul rispetto delle soglie previste dal Temporary Framework.
La scadenza del 30 giugno 2022 è stata fissata per mettere in condizione l’Amministrazione finanziaria di procedere entro la fine del 2022 con l’iscrizione degli importi ricevuti dai contribuenti nel Registro Nazionale degli Aiuti di Stato RNA, lo strumento nato per garantire il rispetto dei divieti di cumulo e degli obblighi di trasparenza fissati dalla normativa comunitaria e nazionale.
Le considerazioni di cui si è fatto portavoce il sottosegretario Federico Freni, però, riportano l’attenzione al tema cruciale che ha spinto le associazioni dei commercialisti a presentare ricorso: i contenuti dell’Autodichiarazoine sugli Aiuti di Stato Covid.
La ridondanza delle informazioni richieste salta all’occhio quando i contribuenti che hanno ricevuto bonus, contributi e agevolazioni legate al Covid si trovano a comunicare più volte dati sugli aiuti ricevuti a chi li ha erogati.
Lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate circa un anno su un tema simile ammetteva l’esistenza del problema motivando la necessità di ricevere più volte le informazioni per mancanza di alcuni dettagli relativi alle norme comunitarie.
Il problema, però, come la richiesta di dati già a disposizione si ripete, una formula per evitare passaggi ridondanti non è stata ancora trovata. E allora, necessariamente, si ripetono e si fanno sempre più insistenti anche le richieste degli addetti ai lavori.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Autodichiarazione Aiuti di Stato Covid, non è solo una questione di proroga: il ricorso dei commercialisti