Non sempre c'è l'obbligo di registrare statuto e atto costitutivo di un'associazione, né di richiedere il codice fiscale, ma ci sono casi in cui ottenerlo è una necessità. Regole, documenti e procedura da seguire.
Quale tipologia di associazione ha un suo codice fiscale? Non sempre c’è l’obbligo di registrare presso l’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate atto costitutivo e statuto per la costituzione di una nuova associazione.
Nei casi in cui è richiesto, però, è necessario chiedere preventivamente il codice fiscale. Introdotto per la prima volta in Italia nel 1973, è una sequenza di caratteri alfanumerici per le persone fisiche, e di soli numeri nel caso di associazioni o altri enti diversi dalle persone fisiche.
Sono 11 i numeri che lo compongono e sono necessari a identificare l’ente considerato, un codice utilizzato per creare un’identità ben precisa dell’attore economico inserito nel tessuto sociale.
Le associazioni possono quindi richiedere il codice fiscale nel caso in cui esse vogliano intrattenere rapporti con agenti terzi del panorama economico, ed abbiano quindi bisogno di una loro unicità identitaria.
Associazione, quando e come richiedere il codice fiscale
La richiesta del codice fiscale è una procedura molto semplice, ma per la quale è sempre bene affidarsi ad un professionista, in quanto al fine di poterla compiere è necessaria la prodromica redazione dell’atto costitutivo e dello statuto fondanti la stessa, senza i quali l’ente non avrebbe ragione d’esistere.
I soci fondatori dell’associazione dovranno quindi primariamente compiere un profondo percorso di riflessione, basato sulla scelta corretta del modello organizzativo da implementare, la forma più idonea da scegliere, in base al tipo di attività che si apprestano a compiere e non in ultimo attinente alla possibilità di entrare a far parte o meno del terzo settore, considerando le agevolazioni fiscali da esso garantite e le numerose nome stringenti alle quali è però necessario attenersi per poterne beneficiare.
Costituire un ente non commerciale significa dover scegliere se le risorse possedute dai soci possono essere fatte confluire in un’associazione riconosciuta o non riconosciuta, se le attività condotte sono in linea con un’organizzazione di volontariato o di stampo culturale, e se è possibile far confluire la struttura tra quelle iscritte nel RUNTS.
A fronte di tale processo decisionale, sarà poi il professionista scelto, a redigere gli atti fondanti l’associazione e richiedere quindi il codice fiscale.
La richiesta del codice fiscale da parte di un’associazione
L’associazione dopo aver scelto che tipo di strada intraprendere, e sulla base della stessa, redatto l’atto costitutivo e lo statuto, approvato e sottoscritto da tutti i soci fondatori, dovrà presentare in forma cartacea presso gli uffici competenti dell’Agenzia delle Entrate l’apposito modello AA5/6, disponibile anche on-line sul sito dell’Agenzia delle Entrate, la trasmissione telematica di tale pratica è infatti prevista solo in caso di variazione dei dati e per altre particolari operazioni.
Il modello AA5/6 dovrà essere compilato e firmato dal rappresentante legale dell’associazione costituenda.
Nel caso in cui non fosse possibile recarsi negli uffici si può inviare il modello anche mediante raccomandata, allegando copia di un documento di identificazione del rappresentante, da inviare ad uno qualsiasi degli uffici dell’Agenzia delle Entrate a prescindere dal domicilio fiscale del contribuente. In tal caso il modello si considera presentato nel giorno in cui risulta spedito. Gli indirizzi degli uffici dell’Agenzia delle Entrate sono reperibili sul sito Internet www.agenziaentrate.gov.it.
Quando un’associazione deve richiedere il codice fiscale
L’associazione per la sua esistenza e lo svolgimento della attività non lucrativa per cui è stata creata non ha un obbligo di legge che la costringe a richiedere il codice fiscale, è vero anche però che se essa ha la necessità di svolgere una qualsiasi azione negoziale con soggetti terzi, dovrà indicare negli atti il codice fiscale al fine di poter intrattenere tali rapporti, è quindi spesso per esclusione che si opta per tale richiesta.
Volendo fare alcuni esempi pratici, la stipulazione di un contratto di comodato ad uso gratuito di un immobile utilizzabile come sede dell’ente, contratti con soggetti pubblici o privati, richiesta di finanziamenti, sponsorizzazioni, locazioni o qualsiasi altro adempimento amministrativo, come un eventuale versamento di tasse, imposte, richiedono l’indicazione del codice fiscale.
Si rende quindi evidente che la maggior parte delle associazioni esistenti sul territorio ne ha fatto richiesta contestualmente allo loro costituzione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Associazione: come richiedere il codice fiscale