Assegno unico: cos’è, come funziona e chi ne ha diritto

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

L'assegno unico è la prestazione economica riconosciuta per i figli a carico. Chi ne ha diritto e come fare domanda? Le istruzioni per capire come funziona

Assegno unico: cos'è, come funziona e chi ne ha diritto

Assegno unico: cos’è, come funziona e chi ne ha diritto?

Introdotto nell’ambito della riforma delle prestazioni a sostegno della genitorialità, l’assegno unico e universale è riconosciuto alle famiglie con figli a carico.

Spetta già dagli ultimi mesi di gravidanza ed è riconosciuto fino al compimento die 21 anni di età, nel rispetto di specifici requisiti e condizioni. Non sono previsti limiti di età in caso di figli con disabilità.

L’ISEE è il parametro per il calcolo dell’importo riconosciuto, ma non vi sono particolari limiti da rispettare per averne diritto. Trattandosi di una prestazione universalistica, è erogato anche ai nuclei familiari con ISEE più alto o in assenza di ISEE.

Un focus delle istruzioni da conoscere per capire nel dettaglio come funziona l’assegno unico e quali sono regole, tempi e condizioni per fare domanda.

Assegno unico: cos’è, come funziona e chi ne ha diritto

È stato il decreto legislativo n. 230/2021 a introdurre l’assegno unico e universale per i figli a carico, prestazione economica che ha preso il posto degli strumenti previsti negli scorsi anni a sostegno della genitorialità.

Dagli ANF, fino al bonus bebè e al bonus mamme, è ora l’assegno unico a “inglobare” le somme in precedenza spettanti alle famiglie con figli, mediante l’erogazione di un importo mensile a seguito di apposita domanda da inviare all’INPS.

Rispetto alle precedenti misure, l’assegno unico assume natura universale: è quindi riconosciuto a tutte le famiglie, indipendente dalla condizione lavorativa (dipendenti, autonomi o disoccupati) e del reddito percepito.

Questi i concetti chiave per definire cos’è l’assegno unico, ma è bene soffermarsi nello specifico sulle categorie di beneficiari, e quindi sui requisiti, così come sui tempi per l’ottenimento.

Come funziona l’assegno unico: dai requisiti ai tempi per fare domanda

L’assegno unico può essere richiesto, presentando domanda INPS, dalle famiglie a partire dal settimo mese di gravidanza e fino ai 21 anni di età dei figli.

Come detto in precedenza, non sono previsti limiti di reddito: l’ISEE è il parametro utilizzato unicamente ai fini del calcolo dell’importo spettante. In assenza di ISEE valido al momento della domanda, o in caso di valore superiore alla soglia di 45.574,96 euro (valore previsto per il 2024, sottoposto a rivalutazione ISTAT annualmente), è riconosciuto l’importo base.

Per poter fruire dell’assegno unico, i richiedenti devono essere in possesso esclusivamente di specifici requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno:

  • essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, oppure essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, oppure essere titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi;
  • essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
  • essere residente e domiciliato in Italia;
  • essere o essere stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.

Sul fronte del periodo di spettanza, come già evidenziato l’assegno unico è erogato anche nel corso dell’ultimo trimestre di gravidanza. Può essere richiesto dal 7° mese, o in caso di domanda presentata dopo la nascita è in ogni caso riconosciuto il pagamento anche delle mensilità pregresse.

Spetta inoltre anche per i figli maggiorenni, fino al compimento dei 21 anni, a patto però che si rispettino le seguenti ulteriori condizioni:

  • frequenza di università o corsi di formazione scolastica o professionale;
  • svolgimento di un tirocinio o attività lavorativa per un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
  • stato di disoccupazione e ricerca di lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  • svolgimento del servizio civile universale.

I limiti di età e le condizioni di cui sopra non si applicano in ogni caso alle famiglie con figli con disabilità, per le quali quindi l’assegno unico è riconosciuto anche superati i 21 anni.

Assegno unico e ISEE: le regole per il calcolo dell’importo spettante

Per ricevere l’assegno unico non è necessario rispettare determinati limiti di reddito. Come detto sopra però il valore dell’ISEE del nucleo familiare avrà un peso primario nella determinazione dell’importo riconosciuto.

Sulla base della normativa di riferimento, l’assegno unico base va da un minimo di 50 euro al mese a un massimo di 175 euro per ogni figlio minorenne a carico.
Per i figli a carico di età tra i 18 e i 21 anni, gli importi variano da un minimo di 25 euro fino ad un massimo di 85 euro.

L’importo è soggetto a rivalutazione annuale, sulla base delle variazioni del costo della vista registrate dall’ISTAT. Guardando all’anno in corso, il valore minimo spettante è salito a 57 euro, mentre l’importo massimo è passato a 199,40 euro.

L’assegno unico è riconosciuto secondo un meccanismo di progressività ed è quindi agganciato all’ISEE familiare. Più basso è il valore attestato dall’INPS e maggiore sarà l’importo riconosciuto.

Il meccanismo che adegua l’importo pagato mensilmente alla condizione economica del nucleo familiare si applica in caso di ISEE fino a 45.574,96 euro per il 2024. In caso di valore superiore sono riconosciuti gli importi base.

Stessa regola si applica a chi non presenta il modello ISEE: l’assegno unico sarà riconosciuto secondo gli importi minimi previsti.

Al momento della domanda, per il corretto calcolo dell’importo spettante, è quindi necessario essere in possesso di un ISEE valido. Per le domande con DSU presentate entro il 30 giugno dell’anno di riferimento, gli importi eventualmente già erogati saranno adeguati a partire dal mese di marzo con la corresponsione degli arretrati.

Per quelle presentate a partire dal 1° luglio, invece, si perde il diritto agli arretrati e l’importo dell’assegno unico sarà adeguato a partire dal mese di presentazione dell’ISEE.

Nel calcolo dell’assegno unico anche le maggiorazioni: dai figli fino a un anno di età alle giovani madri

Incidono sul calcolo dell’assegno unico anche le maggiorazioni, ossia importi aggiuntivi riconosciuti in specifiche situazioni.

L’assegno, infatti, aumenta in caso di:

  • nuclei familiari numerosi (per i figli successivi al secondo);
  • figli fino a un anno d’età, con aumento del 50 per cento dell’importo riconosciuto;
  • figli di età compresa tra 1 e 3 anni per i nuclei familiari con almeno tre figli;
  • madri di età inferiore a 21 anni;
  • nuclei con quattro o più figli;
  • genitori entrambi titolari di reddito da lavoro;
  • figli affetti da disabilità;
  • nuclei con ISEE fino a 25.000 euro, ex percettori degli ANF per figli minori;
  • maggiorazione per le famiglie con un solo genitore vedovo e lavoratore.

Alla luce dei criteri specifici per il calcolo dell’assegno unico, l’INPS ha messo a disposizione un servizio di simulazione accessibile a tutti, utile per avere un primo quadro dell’importo riconosciuto sulla base della propria situazione.

Come si richiede l’assegno unico: domanda online sul sito INPS

Al pari di tutte le prestazioni a sostegno del reddito, l’assegno unico è riconosciuto previa presentazione di apposita domanda.

La domanda può essere trasmessa da uno dei due genitori che esercita la responsabilità genitoriale a prescindere dalla convivenza con il figlio. Può essere inviata anche da un tutore o dagli stessi figli al compimento della maggiore età.

La richiesta si può trasmettere direttamente online dal sito dell’Istituto, accedendo all’apposito servizio tramite credenziali SPID (almeno di livello 2), CIE o CNS.

In alternativa è possibile utilizzare l’App INPS Mobile, usufruire dei servizi offerti dagli istituti di patronato oppure chiamare il contact center al numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o al numero 06 164.164 (da rete mobile, con la tariffa applicata dal gestore telefonico).

La domanda ha una durata annuale, ma come chiarito dall’INPS, la prestazione viene rinnovata automaticamente senza il bisogno di presentare una nuova domanda per tutti i beneficiari che già ricevono l’assegno con una domanda in corso di validità.

La domanda va, dunque, presentata solo per ricevere la prestazione per la prima volta oppure da chi ha una domanda con stato respinta, revocata o decaduta o nel caso di rinuncia.

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