Apertura nuova partita IVA: i ritardi non dipendono dai controlli

Tommaso Gavi - IVA

Le aperture di nuove partite IVA dopo il provvedimento di cessazione da parte dell'Agenzia delle Entrate richiedono più tempo rispetto alle procedure ordinarie. I controlli rafforzati però non sono responsabili dei ritardi

Apertura nuova partita IVA: i ritardi non dipendono dai controlli

I ritardi nelle aperture di nuove partite IVA non dipendono dai controlli rafforzati per i contribuenti che devono aprire una nuova partita IVA a seguito dei controlli per il contrasto dei fenomeni di evasione.

A seguito del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate di cessazione di una partita IVA, il contribuente può aprirne una nuova dopo aver presentato una polizza fideiussoria o una fideiussione bancaria di almeno 50.000 euro.

I tempi di rilascio della nuova partita IVA sono più ampi rispetto a quelli ordinari, ma i ritardi non sono legati a tali procedure.

I chiarimenti sono stati forniti dal sottosegretario all’Economia, Federico Freni, nel corso dell’interrogazione a risposta immediata che si è tenuta il 31 luglio presso la Commissione Finanze della Camera.

Per ricevere via email gli aggiornamenti gratuiti di Informazione Fiscale in materia di ultime novità ed agevolazioni fiscali e del lavoro, lettrici e lettori interessati possono iscriversi gratuitamente alla nostra newsletter, un aggiornamento fiscale al giorno via email dal lunedì alla domenica alle 13.00

Iscriviti alla nostra newsletter


Apertura nuova partita IVA: i ritardi non dipendono dai controlli rafforzati da parte dell’Agenzia delle Entrate

l’Agenzia fa presente che, allo stato attuale, non sono note criticità generalizzate connesse al rilascio di nuove partite IVA ai destinatari dei provvedimenti di cui all’articolo 35, commi 15-bis e 15-bis.1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 ferma restando la disponibilità da parte della stessa a esaminare eventuali specifiche segnalazioni di ritardi per poterne valutare le cause e, se del caso, porre in essere le conseguenti azioni correttive.

A chiarirlo è il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, intervenuto durante l’interrogazione a risposta immediata presso la Commissione Finanze della Camera del 31 luglio.

La risposta arriva in relazione all’interrogazione che ha come tema “Iniziative volte a superare le criticità relative all’apertura di nuove partite IVA.”

Le criticità messe in evidenza dagli interroganti non sono state riscontrate dall’Agenzia delle Entrate, come riferito dal sottosegretario Freni, in merito all’apertura di nuove partite IVA dopo i provvedimenti legati alle norme introdotte per contrastare il fenomeno delle “partite IVA apri e chiudi”.

Tuttavia, come spiegato dallo stesso sottosegretario, i tempi di rilascio della partita IVA che viene aperta dopo il provvedimento di cessazione da parte dell’Agenzia delle Entrate:

“sono più ampi rispetto a quelli ordinari in quanto, come detto, devono essere effettuati dai competenti uffici dell’Agenzia i necessari controlli previsti dalla normativa sopra richiamata”.

In altre parole, i tempi per il rilascio delle nuove partite IVA nei casi presi in considerazione sono effettivamente più lunghi.

Tuttavia non sono stati riscontrati ritardi dovuti ai controlli rafforzati.

Le regole sui controlli per contrastare le partite IVA apri e chiudi

Una delle domande poste nel corso dell’interrogazione a risposta immediata che si è svolta presso la Commissione Finanze nella giornata di ieri riguarda le misure di contrasto al fenomeno delle cosiddette “partite IVA apri e chiudi”.

Si tratta della pratica per cui imprese e professionisti richiedono l’apertura della partita IVA e cessano l’attività prima del versamento delle imposte dovute.

Le misure sono state introdotte dalla Legge di Bilancio 2023, prevedendo i commi 15-bis.1 all’articolo 35 del decreto IVA.

Le disposizioni prevedono l’emanazione di un provvedimento di cessazione da parte dell’Agenzia delle Entrate se sono individuati particolari profili di rischio e il contribuente chiamato a comparire non si presenta.

In questo caso può essere aperta una nuova partita IVA da parte dell’imprenditore individuale, del lavoratore autonomo o del rappresentate legale di società associazioni o enti con o senza personalità giuridica.

Il soggetto però deve, alternativamente:

  • presentare una polizza fideiussoria;
  • presentare una fideiussione bancaria della durata di tre anni e dell’importo minimo di 50.000 euro.

A stabilire i criteri e le modalità di attuazione della norma, in relazione ai controlli da parte degli uffici dell’Amministrazione finanziaria, è il provvedimento del 16 maggio 2023.

Nello stesso provvedimento sono dettagliate le attività degli uffici in caso di richiesta di attribuzione di una nuova partita IVA da parte del soggetto che ha ricevuto il provvedimento di cessazione.

Ulteriori chiarimenti sono stati forniti agli uffici in merito a:

  • soggetti destinatari delle disposizioni;
  • modalità di richiesta della nuova partita IVA;
  • riscontri da effettuare sulla polizza fideiussoria;
  • modalità di determinazione degli importi oggetto di garanzia.

In linea generale le nuove attribuzioni richiedono tempi più lunghi rispetto alle procedure ordinarie.

Per ricevere via email gli aggiornamenti gratuiti di Informazione Fiscale in materia di ultime novità ed agevolazioni fiscali e del lavoro, lettrici e lettori interessati possono iscriversi gratuitamente alla nostra newsletter, un aggiornamento fiscale al giorno via email dal lunedì alla domenica alle 13.00

Iscriviti alla nostra newsletter


Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network