La responsabilità sociale d'impresa è ormai al centro dell'attenzione, come dimostrano la direttiva europea 2022/2464 e l'agenda 2030 delle Nazioni Unite
Ormai la responsabilità sociale d’impresa ha varcato i confini accademici.
Fino a pochi anni fa, infatti, era un tema confinato al dibattito di studiosi e di (pochi) addetti ai lavori. Oggi, invece, la rendicontazione di sostenibilità ambientale, sociale e di governance è al centro dell’attenzione delle aziende e delle istituzioni.
Lo dimostrano con grande evidenza l’agenda 2030 delle Nazioni Unite e la direttiva europea 2022/464.
Ciò in quanto oggi il mercato moderno è caratterizzato dalla presenza di consumatori sempre più attenti alla qualità dei beni e dei servizi offerti dalla aziende.
Questa attenzione è accentuata dai diffusissimi e potenti mezzi informativi oggi a disposizione di tutti.
Ciò porta i consumatori a valutare le aziende non più esclusivamente in riferimento alla qualità e ai prezzi dei beni offerti ma anche al modo in cui le imprese operano, con particolare riferimento al concetto di responsabilità sociale d’impresa, spesso indicato con l’acronimo RSI.
Si pensi al tristemente famoso caso delle emissioni di CO2 delle auto Volkswagen: quali sono state le conseguenze per la multinazionale e, soprattutto, per i tutti i cittadini...?
Cos’è la Responsabilità sociale d’impresa? La definizione della dottrina aziendale
In prima analisi quando si parla di responsabilità sociale d’impresa (RSI) si fa riferimento
“all’integrazione di preoccupazioni di natura etica all’interno della visione strategica d’impresa: è una manifestazione delle grandi, medie e piccole imprese di gestire efficacemente le problematiche d’impatto sociale ed etico al loro interno e nell’ambiente circostante”.
Il concetto è stato espresso per la prima volta da R. Edward Freeman nel suo saggio “Strategic Management: a stakeholders approach” del 1984.
Un’impresa che adotti un comportamento socialmente responsabile, valutando e rispondendo alle aspettative economiche, ambientali e sociali di tutti i portatori d’interesse (stakeholders) coglie anche l’obiettivo di conseguire un vantaggio competitivo.
Un prodotto, infatti, non è apprezzato unicamente per le caratteristiche qualitative ed estetiche, ma anche per le caratteristiche immateriali: le condizioni di fornitura, i servizi di assistenza e personalizzazione, l’immagine ed infine la storia del prodotto stesso.
Di conseguenza, l’impegno etico di un’impresa va considerato come parte integrante della c.d. catena del valore ovvero dell’”insieme dei processi che caratterizzano la struttura di un’organizzazione” (famosa definizione dello studioso Micheal Porter nel suo saggio “Competitive Advantage: creating and sustaining superior Performance”).
Cos’è la Responsabilità sociale d’impresa? Un’analisi critica
Come analizzare il concetto di responsabilità sociale d’impresa? Partiamo da una premessa che potrebbe inizialmente apparire ovvia, ma che non lo è affatto.
Le aziende devono evitare di assumere comportamenti scorretti di fronte all’opinione pubblica: per esempio inquinando l’ambiente o facendo lavorare i propri dipendenti in luoghi di lavoro non sufficientemente garantiti dal punto di vista della sicurezza e dell’igiene.
Queste azioni, oltre ad essere perseguibili dalle autorità giudiziarie e deprecabili dal punto di vista morale, provocano anche dei forti danni economici. Infatti, il cliente deluso dal comportamento delle aziende scorrette non comprerà più i loro prodotti facendo così diminuire i ricavi di vendita e, di conseguenza, il valore del brand.
L’ambiente spinge così l’impresa ad assumere una responsabilità sociale nei confronti di tutta la collettività.
Essa si basa innanzitutto su due importanti considerazioni:
- l’impresa è un vero e proprio generatore di occupazione e in quanto tale deve garantire ai propri dipendenti i diritti di cui sono titolari e, aspetto non meno significativo, deve mantenere uno stabile livello di occupazione in modo da garantire una capacità di generare ricchezza costante nel tempo;
- in secondo luogo, l’impresa deve conseguire l’obiettivo di uno sviluppo economico sostenibile, deve cioè essere in grado di utilizzare le risorse che ha a disposizione evitando gli sprechi. In modo tale non condizionerà negativamente le generazioni future.
Responsabilità sociale d’impresa: la storia e l’evoluzione del concetto di RSI
L’origine del dibattito sulla RSI viene storicamente collocato intorno all’inizio degli anni ’50 prima negli Stati Uniti e , successivamente, in Europa.
In realtà, già negli anni ’30, Berle e Means affrontarono il tema dei fini dell’impresa in un periodo in cui l’impresa stava vivendo profondi cambiamenti relativi agli assetti istituzionali e alla separazione tra proprietà e management.
Secondo i due studiosi, gli interessi della collettività devono comunque prevalere sulle pretese delle due parti.
Con questa separazione, gli azionisti (proprietari) delegano il controllo agli amministratori (gruppo di controllo) rinunciando di fatto al diritto che l’impresa sia gestita nel loro esclusivo interesse. Tale impostazione ha determinato la convinzione che l’impresa sia al servizio non solo degli azionisti e dei dirigenti, ma di tutta la comunità.
Cos’è la Responsabilità sociale d’impresa (RSI)? Due diversi approcci di studio
All’interno del dibattito sulla responsabilità sociale d’impresa esistono poi due approcci contrapposti:
- quello che segue l’impostazione di Milton Friedman;
- quello che può essere definito socio-economico.
Secondo l’economista Milton Friedman, lo scopo fondamentale ed esclusivo dell’impresa è il profitto.
Da questo punto di vista, l’impresa che priva di risorse il fine della massimizzazione del profitto sarebbe un’impresa irresponsabile, soprattutto nei confronti degli azionisti, unico soggetto a cui occorrerebbe rispondere.
Secondo l’approccio socio-economico, invece, l’impresa ha una più ampia responsabilità nei confronti di una vasta gamma di interlocutori. Si tratta, in definitiva, dell’impostazione che è stata accolta dalla prevalente dottrina.
Responsabilità sociale d’impresa in Italia e nel mondo: l’interesse verso la RSI è sempre maggiore
Nel corso di questi anni l’interesse relativo al tema della RSI e alla sua concreta applicazione è notevolmente aumentato.
Questo interesse sta coinvolgendo in misura sempre maggiore anche le istituzioni pubbliche (Stato ed enti locali) che sono particolarmente interessate ad un armonioso sviluppo del sistema economico locale e nazionale.
Basti citare, a titolo di esempio, iniziative come il bilancio partecipativo che, sebbene necessitino ancora di una forte implementazione, indicano comunque una chiara direzione verso l’assunzione di una maggiore responsabilità sociale, una responsabilità sociale che deve essere suddivisa tra imprese e territori.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Responsabilità sociale d’impresa: perché è importante che sia considerata in bilancio