Il reddito di cittadinanza nel 2023 resterà invariato per i più fragili, mentre chi può lavorare potrà riceverlo per massimo 8 mensilità. Dal 2024 un nuovo strumento di sostegno alla povertà, ma anche di inclusione lavorativa. Lo sottolinea la Ministra del Lavoro
Il 2023 sarà l’ultimo anno per il reddito di cittadinanza, come previsto dalla nuova Legge di Bilancio. Durante il prossimo anno sarà erogato con modalità diverse a seconda dei soggetti beneficiari.
La Ministra del Lavoro, Marina Calderone, durante l’audizione al Senato del 13 dicembre 2022, ha sottolineato come tale misura sarà mantenuta nei confronti dei soggetti più fragili, non in grado di lavorare, inclusi i nuclei familiari con minori.
Il prossimo anno, però, sarà anche quello in cui verrà definito il futuro del sostegno alla povertà e alle condizioni di esclusione, dovrà essere individuato un nuovo strumento che garantisca queste tutele ma anche l’inclusione lavorativa.
Reddito di cittadinanza: mantenuto per i fragili, dal 2024 nuovo strumento di inclusione e sostegno
La Legge di Bilancio 2023 prevede novità importanti per il reddito di cittadinanza. La misura sarà abolita dal 2024 e per il prossimo anno, il sostegno economico sarà erogato solamente nel limite massimo di 8 mensilità.
La Ministra del Lavoro, Marina Calderone, durante il suo intervento del 13 dicembre 2022 presso la Commissione salute e lavoro del Senato ha comunicato le linee programmatiche del suo Ministero, soffermandosi anche sul futuro dello strumento di sostegno alla povertà.
Per il 2023, la Manovra ha previsto la ridefinizione della platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza, individuando da una parte i soggetti più fragili, che non sono in condizione di lavorare, e dall’altra coloro i quali sono stati identificati come soggetti occupabili, da avviare verso percorsi di riqualificazione professionale.
“Mi sento di ribadire che non vi è alcuna intenzione, da parte del Ministero o del Governo, di sottrarre tutele a chi non è nelle condizioni oggi di poter lavorare.”
A questo proposito la Ministra ricorda come nella platea composta dai soggetti fragili, che continueranno a ricevere il sussidio nelle stesse modalità, sono stati inclusi anche i nuclei familiari con figli minori. Anche se i genitori sono nelle condizioni di occupabilità.
“Non vuol dire che non verrà fatta nessuna azione per riaccompagnarli al lavoro ma certamente viene considerata la condizione di fragilità data dalla presenza di figli minori nel nucleo familiare.”
Reddito di cittadinanza: con la riforma in arrivo uno strumento di sostegno e inclusione lavorativa
Ad ogni modo, specifica Calderone, l’obiettivo di tali misure è quello di accompagnare o riaccompagnare al lavoro quante più persone possibili.
Nel 2023, dunque, chi può lavorare potrà percepire il reddito di cittadinanza per un massimo di 8 mensilità e sarà obbligato a seguire per 6 mesi un percorso di formazione o riqualificazione professionale così da favorire il reinserimento nel mondo del lavoro.
Il prossimo anno, però, sottolinea la Ministra dovrà essere anche quello in cui andrà individuato il percorso da seguire per il futuro.
“dovrà prevedere uno strumento di sostegno alla povertà e alle condizioni di esclusione ma anche uno strumento che, invece, abbia la possibilità di promuovere l’inclusione lavorativa.”
La riforma, per lo sviluppo di tali strumenti, prevede lo stretto coinvolgimento delle istituzioni territoriali.
“Su quelle che saranno le nuove strategie di lotta alla povertà e di promozione dell’inclusione lavorativa andremo a coinvolgere i Comuni e le realtà del territorio.”
Da qui gli sforzi andranno concentrati per mettere a regime e a sistema tutti i soggetti che devono interagire per gestire l’accompagnamento al lavoro e la formazione, soprattutto i centri per l’impiego.
Intanto, per l’erogazione del reddito di cittadinanza nel 2023 ci sarà una ulteriore stretta su controlli. Come sottolineato dall’INPS nei primi 10 mesi del 2022 sono state intercettate e respinte 240.000 domande fraudolente.
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