ISA senza possibilità di sospensione o abolizione per l'anno d'imposta 2018. Il Ministro dell'Economia Giovanni Tria esclude ogni possibilità di deroga all'applicazione degli indici sintetici di affidabili fiscale in dichiarazione dei redditi 2019. Resta il caos per imprese e commercialisti e l'Agenzia delle Entrate ha rilasciato un nuovo aggiornamento del software.
Nessuna sospensione o abolizione per gli ISA, gli indici sintetici di affidabilità fiscale.
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, frena sulle richieste delle imprese e soprattutto dei commercialisti, “vittime” del caos creato dal nuovo strumento e dai malfunzionamenti del software dell’Agenzia delle Entrate.
Ormai da mesi i commercialisti, tramite il Consiglio Nazionale e le associazioni sindacali, chiedono che gli ISA siano facoltativi per il 2019, ma la risposta del Ministro Tria al Question time della Camera dei Deputati del 31 luglio è secca:
“un’applicazione “depotenziata” dello strumento ISA determinerebbe un indesiderabile effetto di penalizzazione proprio per i contribuenti più virtuosi e un altrettanto non desiderabile effetto “premiante” per i soggetti con minore affidabilità fiscale”
Non si è fatta attendere la risposta del CNDCEC, con il commento del Presidente Miani che chiede nuovamente che l’introduzione degli ISA sia graduale, opzionale e “razionale”. Il tutto nella stessa giornata in cui l’Agenzia delle Entrate ha rilasciato un nuovo aggiornamento al software “Il tuo ISA”, con modifiche continue che rischiano di rovinare le vacanze estive a molti intermediari.
ISA senza sospensione o abolizione. Tria frena le richieste di commercialisti e imprese
Non è certo una novità che gli ISA siano stati introdotti con molte criticità operative. Certo è che per la prima volta il Ministro dell’Economia Giovanni Tria replica alle richieste dei contribuenti.
La disapplicazione, l’applicazione facoltativa o addirittura l’abolizione degli ISA (sulla quale si era espresso il Sottosegretario Garavaglia) è da escludersi. Bisogna accontentarsi della proroga dei versamenti delle imposte sui redditi, la cui scadenza è stata rinviata al 30 settembre 2019 con il Decreto Crescita proprio per via dei ritardi relativi all’introduzione degli indici sintetici di affidabilità fiscale.
Secondo Tria sarebbe dannosa un’applicazione depotenziata degli ISA per il 2019 (relativamente all’anno d’imposta 2018) per i contribuenti con elevato grado di affidabilità fiscale, i quali:
“si vedrebbero privati della possibilità di accedere ai rilevanti benefici premiali previsti dalla norma istitutiva degli ISA”.
I contribuenti con punteggio basso, invece,
“non sarebbero adeguatamente individuati ai fini dell’analisi del rischio di evasione fiscale, rispetto alla quale gli ISA costituiscono un efficace strumento, utile a definire specifiche strategie di controllo.”
Questo quanto affermato dal Ministro Tria in risposta al Question Time del 31 luglio 2019.
Gli ISA secondo il Ministro rappresentano un’evoluzione e importante semplificazione rispetto ai precedenti strumenti accertativi e riesumare i vecchi studi di settore sarebbe “un passo indietro rispetto al più innovativo sistema di compliance”.
ISA, la risposta di Miani: mai chiesto ritorno a studi di settore
Non si è fatta attendere la risposta del Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, Massimo Miani.
Dai commercialisti non è mai arrivata una richiesta di ritorno agli studi di settore, bensì quella che almeno per il 2018 gli ISA siano sperimentali, e quindi facoltativi.
Pur considerando i possibili effetti negativi per quel che riguarda le attività di controllo dell’Amministrazione Finanziaria, è innegabile che l’introduzione degli ISA sia caratterizzata tutt’oggi da “problemi di innegabile rilevanza”.
Ne è la prova, tra l’altro, l’ennesimo aggiornamento del software Il tuo ISA dell’Agenzia delle Entrate, che proprio il 31 luglio 2019 ha rilasciato la quinta versione di un programma disponibile online dal mese di giugno e che ha da subito mostrato le proprie inefficienze.
La situazione creatasi ha del paradossale: contribuenti da sempre congrui con gli studi di settore si trovano oggi con punteggi ben sotto la sufficienza e con richieste di adeguamento con importi molto elevati.
Per questo e a fronte delle numerose anomalie il CNDCEC rilancia la proposta che almeno nel 2019 gli ISA siano facoltativi:
“Chiediamo solo che di questo si prenda atto, non per tornare indietro ad un passato che non rimpiangiamo, ma per costruire assieme all’amministrazione fiscale un percorso più graduale e razionale in un passaggio così significativo.”
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: ISA senza sospensione o abolizione. Tria frena su richieste di commercialisti e imprese