ISA 2019, caos ed incertezza. I risultati del calcolo sono ancora provvisori e le pagelle sono sbagliate. Analisi di normativa e criticità connesse. Di Tania Stefanutto.
Sembra un film dell’orrore, da terza serata estiva, eppure è la situazione della maggior parte dei contribuenti italiani: le pagelle sono provvisorie e la media dell’anno scolastico sbagliata.
In breve la vicenda: con l’articolo 9-bis del Decreto Legge n. 50 del 24/04/2017 e successive modificazioni, tra cui le ultime introdotte dall’articolo 4-quinquies della legge n. 58/2019, sono stati aboliti gli studi di settore (oggi rimpianti) per essere sostituiti dai nuovi Indicatori Sintetici di Affidabilità.
Di fatto l’Agenzia Entrate, in possesso di un big data fiscale, e non solo, da far invidia ai big della Silicon Valley, fornisce ai contribuenti un insieme storico di dati, base di partenza per il calcolo delle pagelle.
Sin qui potrebbe sembrare tutto sommato una semplificazione, va però evidenziato che:
- I dati precompilati sono giunti con settimane di ritardo;
- I dati per alcuni contribuenti sono errati;
- I dati tengono conto solo dei periodi d’imposta sottoposti a compilazione degli studi di settore.
Chiunque abbia una partita Iva attiva da meno di 7 anni si sarà reso conto che manca il primo anno di attività, idem per chi è passato da parametri a studi di settore o è entrato nel mondo studi di settore per effetto di una decrescita del fatturato.
È così che la base di calcolo dell’indice presenta un primo dato critico.
Passando poi al software lo stesso è di fatto in “versione Beta” perenne. Emblematico il comunicato di Assosoftware del 26 giugno 2019 in cui si ribadisce che i risultati non sono affidabili ed invita a non tenerne conto.
A questa situazione paradossale si aggiunga il tema dei versamenti e dell’incertezza sulle corrette scadenze di pagamento dovuto al sovrapporsi di DPCM e di leggi di conversione: la norma in vigore dal 28 giugno (l’art. 12-quinques co. 3 L. 58/2019) dispone che:
“Per i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli indici sintetici di affidabilità fiscale … e che dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore al limite stabilito, per ciascun indice, dal relativo decreto di approvazione del Ministro dell’economia e delle finanze, i termini dei versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, da quelle in materia di imposta regionale sulle attività produttive nonché dell’imposta sul valore aggiunto, che scadono dal 30 giugno al 30 settembre 2019, sono prorogati al 30 settembre 2019.”
Tutti i soggetti “ISA addicted” (quindi anche i contribuenti con regimi di vantaggio o che hanno cause di esclusione ISA 2019 - primo o ultimo anno di attività) potranno rinviare i versamenti al 30 settembre; ciò che conta sono però gli importi, ad oggi assolutamente incerti.
ISA 2019, istruzioni per l’uso
Il primo passaggio per i contribuenti oggi è: prelievo dal cassetto fiscale dei dati precompilati.
Il file Xml è presente nel cassetto fiscale di ogni contribuente (l’intermediario non abilitato al cassetto fiscale del proprio cliente avrà solo 20 giorni per il prelievo, previa apposita abilitazione); va esportato ed aperto con il software ministeriale (presente nei vari gestionali).
I dati ISA precompilati devono essere controllati e vanno, in caso di errori, corretti e modificati.
Poi sarà possibile inserire i dati relativi al 2018 e quindi “simulare” il risultato. A questo punto sarà opportuno sospendere ogni conclusione, positiva o negativa. Solo a titolo di esempio si riportano alcuni esempi di “adeguamenti” richiesti per l’affidabilità fiscale:
- Soggetto in perdita: l’anomalia che comporta un voto pari a 1 è la presenza di un risultato negativo (quindi per essere affidabili si deve sempre dichiarare un reddito positivo);
- Soggetto in perdita che ha oneri finanziari: “quando il reddito operativo sia non positivo l’indicatore assume valore 1” (ulteriore indice negativo rispetto al precedente);
- Soggetto in utile, ma con un socio lavoratore che presta attività non prevale (es. 50%): la soglia minima è 1, quindi se il soggetto presta attività non prevalente automaticamente si genera il punteggio di 1 con necessità di adeguamento;
- Soggetto in utile ma con reddito operativo negativo: punteggio sempre pari a 1.
Volendo si potrebbe continuare con tutti i problemi relativi ai professionisti, alle imprese in contabilità semplificata per opzione e alla gestione delle rimanenze, ma è puro esercizio di stile: le pagelle sono “indicatori sintetici di inaffidabilità”.
Imposte e versamenti: quando iniziare
Gli effetti della proroga saranno il compattamento delle imposte in tre comode rate ravvicinate: praticamente due anni di imposte in meno di due mesi (dal 30 settembre 2019 all’acconto del 30 novembre).
L’unica alternativa per i contribuenti oggi è calcolare le imposte secondo le regole ordinarie; iniziare, per chi lo vorrà, a versare con una propria rateazione personale e attendere settembre per fare un calcolo serio degli indicatori, con eventuale adeguamento.
Versando prima non si commette peccato, non si pagano interessi: semplicemente il contribuente calmiera il proprio fabbisogno finanziario. Un professionista avveduto e prudente dovrebbe consigliare ai propri clienti una pianificazione finanziaria che preveda un pagamento dilazionato ad un costo inferiore rispetto agli scorsi anni (non si applicano interessi perché la scadenza naturale oggi è il 30 settembre).
Adeguarsi equivale ad andare a ripetizione?
A scuola chi aveva delle incertezze veniva rimandato e doveva studiare, la situazione fiscale è molto diversa: non sempre ha senso “adeguarsi”. Pensiamo alle situazioni in cui un soggetto abbia un’oggettiva situazione di anomalia (malattia, infortunio, perdita del cliente principale): avrà tutto l’interesse a non adeguarsi e lasciare che il “professore” controlli la sua situazione. Di contro l’asinello, che non ha mai aperto il libro (o scontrinato un compenso), avrà un grosso vantaggio dall’adeguamento: si comprerà l’immunità per l’intero anno.
Un esempio estremo: artigiano che non emette nemmeno uno scontrino, solo pochi costi certificati. Adeguamento pari alla perdita (è più che sufficiente), versamento delle imposte minime (forse nemmeno quelle) e adeguamento Iva pari a zero (del resto non ha volume d’affari). Ovviamente è una provocazione, ma rende bene l’idea di come funzioni il sistema.
E per quest’anno tutti rimandati a settembre.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Isa e dintorni: il caos regna sovrano