Il tasso di occupazione in Italia ha raggiunto un nuovo record nel mese di ottobre 2022 salendo al 60,5 per cento. Lo comunica l'ISTAT nella nota del 1° dicembre. Dipendenti a tempo indeterminato in crescita, cala il numero degli inattivi e delle persone in cassa integrazione
Contratti di lavoro, crescita record del tasso di occupazione.
Secondo la nota ISTAT su occupazione e disoccupazione, ad ottobre sono stati raggiunti i livelli più alti dal 1977.
Sale il numero dei lavoratori con un posto fisso, rispetto ad ottobre 2021 sono 500.000 in più, dovuto soprattutto alla stabilizzazione dei rapporti a termine.
Scende, inoltre, il tasso di disoccupazione giovanile, e più in generale il numero degli inattivi, cioè chi non ha un lavoro e non lo cerca.
L’occupazione è cresciuta in particolar modo per i lavoratori ultracinquantenni. Questo dato è dovuto in parte anche al rientro a lavoro dei soggetti in cassa integrazione.
Contratti di lavoro: tasso di occupazione record grazie alla crescita dei dipendenti e al calo della CIG
Ad ottobre il tasso di occupazione in Italia ha raggiunto il nuovo record dal 1977, cioè quando sono state introdotte le serie storiche ISTAT.
Il dato sui contratti di lavoro arriva proprio dall’Istituto di Statistica tramite la nota su occupazione e disoccupazione pubblicata il 1° dicembre 2022.
Nonostante l’inflazione e il periodo di incertezza economica, dunque, l’occupazione sale al 60,5 per cento. Rispetto allo stesso periodo del 2021 i lavoratori occupati sono circa 496.000 in più.
La crescita riguarda soprattutto i dipendenti a tempo indeterminato (più 117.000 su base mensile). Tale aumento è giustificato per la maggior parte dalla stabilizzazione dei contratti a termine. I nuovi rapporti a tempo indeterminato, infatti, sono circa 502.000 in più rispetto all’anno precedente.
L’aumento dell’occupazione coinvolge entrambi i sessi e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni. Rispetto allo scorso ottobre, poi, cala il numero delle persone alla ricerca di un impiego (meno 14 per cento) e il numero degli inattivi, cioè i disoccupati che non cercano lavoro, tra i 15 e i 64 anni (meno 2,6 per cento). Il tasso di disoccupazione cala al 7,8 per cento.
Contratti di lavoro: occupazione in aumento, cala i ricorso alla cassa integrazione
Guardando i dati sulla base delle classi d’età, si nota come sia aumentata in particolar modo l’occupazione dei lavoratori over 50 e come per questa stessa categoria sia diminuito il tasso di inattività.
Questo sarebbe il segno del progressivo riassorbimento delle varie misure di cassa integrazione implementate durante il periodo di emergenza sanitaria.
I beneficiari degli ammortizzatori sociali che superano i tre mesi di assenza dal lavoro, infatti, non vengono considerati occupati, nonostante percepiscano parte della retribuzione, ma inattivi (perché risultano disoccupati e non sono alla ricerca di un nuovo impiego).
L’aumento del numero degli occupati (più 0,8 per cento) e la conseguente riduzione del tasso di inattività (meno 0,7 per cento) fa intuire proprio il ritorno al lavoro dei soggetti in cassa integrazione da più di 3 mesi.
Ad ogni modo la diminuzione del numero degli inattivi coinvolge anche donne e persone nella fascia d’età tra i 25 e i 34 anni.
Se, però, da un lato l’andamento del lavoro dipendente mostra segni di miglioramento in termini occupazionali, il lavoro autonomo e quello a termine si trovano in una situazione di maggiore difficoltà e in calo come indicato dai dati ISTAT.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Contratti di lavoro: tasso di occupazione record grazie a crescita dei dipendenti e calo della CIG