Cessione del credito, Poste Italiane riapre la piattaforma, che dal 7 marzo 2022 torna disponibile solo per le prime cessioni. Aumentano i limiti, le condizionalità poste ai contribuenti e i documenti necessari. Tra questi, la dichiarazione dei redditi e la copia dei bonifici.
Riapre la piattaforma per la cessione del credito di Poste Italiane.
Dal 7 marzo 2022, dopo lo stop dovuto al susseguirsi delle modifiche normative anti frode varate dal Governo, Poste ricomincia ad acquistare i crediti d’imposta derivanti dai lavori edilizi, con nuovi limiti e condizionalità.
Il primo è relativo alle somme che Poste Italiane acquisterà: via libera solo alle prime cessioni, relative quindi a importi maturati esclusivamente dai soggetti che hanno sostenuto in maniera diretta le spesa.
Non c’è spazio quindi per le imprese che, ad esempio, hanno applicato lo sconto in fattura. Le norme anti frode portano ad un restringimento della cessione dei crediti d’imposta tramite Poste, che appesantisce inoltre l’elenco dei documenti richiesti ai contribuenti.
Tra questi, diventa obbligatorio inviare una copia della documentazione che attesi la capacità reddituale o patrimoniale del soggetto che propone la cessione del credito.
La dichiarazione dei redditi diventa quindi parte della documentazione che Poste Italiane analizzerà prima dell’acquisto, così come si farà più stringente il controllo dei bonifici di pagamento.
Cessione del credito, Poste riapre la piattaforma: nuovi limiti e documenti necessari
Termina la sospensione della cessione del credito per Poste Italiane. Dal 7 marzo 2022 ripartono le operazioni di acquisto tramite la piattaforma dedicata, adeguata alla luce delle numerose modifiche legislative introdotte nel corso degli ultimi mesi.
Gli interventi adottati in ottica anti frode, dalla prima stretta del decreto legge n. 157/2021 e fino alle ultime novità previste dal decreto Sostegni ter e dai correttivi introdotti con il decreto n. 13/2022, hanno portato alla necessità di adeguamenti in merito alle procedure di controllo, elaborazione ed acquisizione delle pratiche per la cessione del credito.
Un lavoro di allineamento ad una norma in continuo restyling che è per il momento terminato. A comunicarlo è l’avviso pubblicato da Poste Italiane il 7 marzo, data a partire dalla quale torna attiva la piattaforma per la cessione del credito.
Le norme anti frode limitano però le possibilità per contribuenti ed imprese, e la cessione del credito tramite Poste Italiane si restringe ai soli soggetti che hanno sostenuto direttamente gli oneri relativi ai bonus casa.
Si tratta nel dettaglio di privati, imprese e liberi professionisti titolari originari di un credito d’imposta derivante da lavori ammessi al superbonus e agli altri bonus casa cedibili.
La piattaforma riapre solo per le prime cessioni, con la conseguenza che viene meno la possibilità per le imprese di vendere il credito derivante dall’applicazione dello sconto in fattura al cliente.
Lo si legge chiaramente sul sito di Poste Italiane dedicato alla cessione del credito:
“Poste Italiane, dunque, al momento non acquista nessun credito d’imposta che sia stato oggetto di precedente trasferimento, inclusi i crediti d’imposta maturati a seguito di sconto in fattura.”
Una stretta che lascia fuori esclusivamente le richieste di cessione ricevute fino al 1° febbraio 2022.
L’acquisto del credito d’imposta sarà inoltre subordinato alla disponibilità delle somme sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate.
Nuovi limiti e regole più stringenti, sulle quali Poste Italiane chiede a chiunque voglia cedere le somme maturate una valutazione attenta, anche al fine di recedere senza penali dalla richiesta già inoltrata.
“Poste Italiane non assume alcun obbligo a contrarre, riservandosi di valutare a proprio insindacabile giudizio l’eventuale accettazione delle singole richieste di cessione.”
Cessione del credito, limiti serrati e più documenti: Poste Italiane intensifica i controlli
Al fine di verificare la presenza dei requisiti soggettivi ed oggettivi per la cessione del credito, Poste Italiane valuterà nel dettaglio i documenti trasmessi dal contribuente.
A fronte dei nuovi controlli e dei limiti fissati, Poste Italiane invita quindi i clienti a valutare con piena consapevolezza i requisiti e la tempistica del processo che porta, in caso di esito positivo delle verifiche, all’acquisto del credito d’imposta.
Fino all’accettazione da parte di Poste sulla piattaforma cessione crediti dell’Agenzia delle Entrate sarà possibile recedere dalla richiesta, senza l’applicazione di penali.
Nel paragrafo del portale informativo dedicato alla nuova cessione del credito, viene quindi evidenziato l’effetto delle nuove verifiche, che potranno portare all’allungamento dei tempi per l’accettazione delle richieste.
Si potrà arrivare fino a due mesi e mezzo, senza considerare i tempi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per le verifiche preventive. In caso di richieste elevate e ulteriori cambi procedurali, i tempi potrebbero in ogni caso subire delle modifiche.
Un aspetto da evidenziare è inoltre relativo ai crediti per i quali Poste Italiane valuterà l’acquisizione. Si tratta solo delle somme in relazione alla cui cessione il cedente si sia avvalso di un intermediario per l’invio del modulo per la cessione del credito all’Agenzia delle Entrate e, si legge in una postilla:
“anche con riferimento a quei crediti d’imposta per i quali non è richiesto il visto di conformità nell’ambito del “modulo di esercizio dell’opzione di cessione del credito d’imposta” presso l’Agenzia delle Entrate.”
Cessione del credito tramite Poste Italiane, da inviare la dichiarazione dei redditi
Le modifiche anti frode impattano anche sulla documentazione che verrà richiesta ai fini della cessione del credito d’imposta.
Poste Italiane chiederà al cliente di caricare i seguenti documenti, entro specifici termini che verranno indicati volta per volta:
- copia dell’asseverazione dei lavori eseguiti cui fa riferimento il credito d’imposta che si propone di cedere a Poste Italiane;
- copia del “modulo di comunicazione dell’opzione di cessione del credito d’imposta” trasmesso dall’Intermediario Fiscale all’Agenzia delle Entrate, con relativa ricevuta;
- copia di una dichiarazione del medesimo Intermediario Fiscale, nella forma disponibile nell’area dedicata, che dovrà attestare che il modulo per la comunicazione di cui al punto precedente è conforme a quello inviato all’Agenzia delle Entrate;
- copia dei bonifici di pagamento da cui risulti la causale del versamento, il codice fiscale del soggetto che beneficia della detrazione e il codice fiscale o partita IVA del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato;
- copia di un documento attestante il diritto di proprietà o di godimento sull’immobile sul quale sono stati effettuati i lavori (ad esempio visura catastale storica per la proprietà, contratto di locazione o comodato d’uso per il godimento);
- copia di documentazione che dimostri la capacità reddituale o patrimoniale del proponente la cessione del credito d’imposta, con riferimento al costo dei lavori eseguiti (per le persone fisiche cedolino o dichiarazione dei redditi dell’ultimo anno; per le persone giuridiche ultimo bilancio approvato o ultima dichiarazione dei redditi presentata).
Anche la dichiarazione dei redditi rientra quindi tra i documenti che verranno vagliati prima dell’accettazione della cessione del credito.
Non da ultimo, in fase di identificazione del cliente ai controlli antiriciclaggio si affiancheranno ulteriori verifiche, quali ad esempio la presenza di segnalazioni al CAI sull’emissione di assegni senza autorizzazione o “scoperti”, lo status “attivo” del conto corrente e una anzianità aziendale non inferiore a 18 mesi (per le persone giuridiche).
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Cessione del credito, Poste riapre la piattaforma: nuovi limiti e documenti necessari