Catasto al centro della riforma fiscale. Nel corso della seduta in Commissione Finanze della Camera del 3 marzo 2022 non è passato per un solo voto l'emendamento per l'abolizione dell'articolo 6 della legge delega. Cosa prevede il testo e quali sono le novità previste? Facciamo il punto della situazione.
Il catasto resta tra le misure centrali della riforma fiscale, terreno di scontro tra le diverse forze che compongono la maggioranza di Governo.
Nel corso della seduta del 3 marzo 2022 presso la Commissione Finanze della Camera non è passato, per un solo voto, l’emendamento che proponeva la soppressione dell’articolo 6 della legge delega, che definisce i criteri per la revisione del sistema catastale.
La discussione sulla legge delega in materia di riforma fiscale si inasprisce, dopo le dichiarazioni della Sottosegretaria al MEF Maria Cecilia Guerra che ha di fatto posto la riforma del catasto tra i punti cardine della legge delega in materia fiscale.
La riforma prevista dall’articolo 6, parte del piano di revisione del sistema fiscale, crea però una spaccatura all’interno dell’Esecutivo.
Al centro della contesa c’è il piano di revisione del sistema di rilevazione catastale, che avrà come obiettivo quello di modernizzare gli strumenti di individuazione e controllo di terreni e fabbricati.
Una prima fase di revisione che dal 1° gennaio 2026 sarà seguita dalla costruzione di un nuovo sistema catastale, che adegui le rendite ai valori di mercato e patrimoniali, con un aggiornamento periodico. Nuove rendite che, in ogni caso, non saranno utilizzate per il calcolo di imposte e tasse.
Catasto, le novità della riforma fiscale: cosa prevede l’articolo 6 della legge delega
Non è passato l’emendamento presentato in Commissione Finanze della Camera che proponeva di sopprimere l’articolo 6 della legge delega sulla riforma fiscale, e non è stato raggiunto l’accordo su un’ipotesi di revisione da sottoporre al vaglio del Governo.
Dopo l’aut aut di mercoledì 2, i lavori della Commissione ripartiti il 3 marzo 2022 hanno confermato l’impianto delle modifiche proposte dal Governo, creando tuttavia una spaccatura profonda tra i partiti di maggioranza.
La riforma fiscale diventa terreno di scontro, e non pare esserci al momento spazio per modifiche in merito al piano di revisione del catasto.
Le dichiarazioni della Sottosegretaria al MEF Maria Cecilia Guerra sono state chiare:
“l’articolo 6, relativo alla modernizzazione del catasto, costituisce un elemento decisivo per il proseguimento dell’esame del presente disegno di legge e decisivo anche per il proseguimento dell’azione di Governo.”
Ed è proprio dall’articolo 6 che la Sottosegretaria Guerra ha chiesto che partisse che l’esame degli emendamenti presentati in Commissione Finanze della Camera, una “condizione dirimente”, nel senso che:
“per il Governo, al di fuori del percorso tracciato, l’esame del disegno di legge non potrà proseguire e probabilmente la stessa esperienza di Governo potrà concludersi.”
È quindi chiaro che uno dei punti centrali della riforma fiscale, dopo le novità introdotte in materia di IRPEF e IRAP dal 2022, diventa la revisione del catasto, aspetto sul quale il Governo non è intenzionato ad arretrare.
Al centro della contesa ci sono le novità previste dall’articolo 6 della legge delega approvata dal Governo il 5 ottobre 2021.
Si tratta del piano finalizzato a rivedere il sistema di rilevazione catastale degli immobili, al fine di consentire ad Agenzia delle Entrate e comuni di avere a disposizione nuovi strumenti per il classamento degli immobili e favorire la condivisione di dati e documenti.
Il primo passo della riforma del catasto previsto dalla delega fiscale guarda quindi agli immobili non censiti o accatastati in maniera difforme rispetto alla reale consistenza, destinazione d’uso e categoria.
Un lavoro che farà da apripista alle ulteriori novità che si prevedono dal 1° gennaio 2026, quando sarà necessario rendere disponibile un’integrazione delle informazioni presenti nel catasto fabbricati, su tutto il territorio nazionale.
- Commissione Finanze della Camera - seduta del 2 marzo 2022
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Riforma del catasto, dal 2026 adeguamento dei valori catastali ma non a fini fiscali
L’aggiornamento della banca dati catastale non è l’unica novità prevista dalla delega fiscale.
Il comma 2 dell’articolo 6 prevede che dal 1° gennaio 2026 vengano integrate le informazioni presenti nel catasto dei fabbricati, attribuendo all’unità immobiliare un valore patrimoniale e una rendita attualizzata sulla base dei valori di mercato.
L’adeguamento delle rendite catastali, periodico e calibrato ai valori di marcato, non sarà in ogni caso utilizzato per la determinazione della base imponibile di tasse e tributi, e in ogni caso non avrà rilevanza a fini fiscali.
Un aspetto ben evidenziato nella legge delega, che quindi spazza via il rischio che le nuove rendite portino ad un aumento dell’IMU, a titolo di esempio, o incidano sull’ISEE.
Nonostante ciò resta alta l’attenzione proprio su questo aspetto, considerando che per molti l’adeguamento delle rendite catastale farebbe da apripista ad un futuro rialzo delle imposte sulla casa.
Catasto, porta sbarrata all’emendamento per la soppressione dell’articolo 6 della legge delega
Il tema della riforma del catasto si intreccia quindi sulla discussione sulla tassazione di beni e proprietà, ed è questo il motivo principale per il quale la revisione già prevista dalla legge delega 23/2014 è stata costantemente rimandata.
Parlare di catasto significa in sostanza parlare di tasse sulla casa, tematica spinosa, politicamente pericolosa e delicata sul fronte sociale.
La necessità di una revisione e un aggiornamento delle regole è tuttavia evidente, considerando che il sistema attuale è datato 1939 e le successive modifiche non ne hanno rivisto l’impianto di fondo.
In sostanza, le rendite catastali attuali si basano su tariffe individuate molti anni fa, inadeguate a fotografare l’attuale situazione del mercato immobiliare italiano. In alcune zone del Paese sono inferiori rispetto al quadro reale e viceversa.
È tuttavia altrettanto evidente quanto il tema della fiscalità della casa resti tra i più delicati, e lo scontro avvenuto in Commissione Finanze della Camera fotografa perfettamente la complessità del tema, nonostante la legge delega in materia di riforma fiscale escluda l’utilizzo delle nuove rendite per finalità tributarie.
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