Il CNDCEC nell'ambito della valorizzazione e dello sviluppo delle PMI italiane ha inviato alla Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera un documento con alcune proposte di intervento. Tra le principali, la necessità di favorire i processi di aggregazione imprenditoriale e la semplificazione amministrativa
Secondo il CNDCEC, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, per favorire il made in Italy bisogna puntare sulle aggregazioni imprenditoriali e sulla semplificazione amministrativa.
Queste le principali proposte illustrate dai commercialisti nel documento consegnato alla commissione attività produttive della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva su “Made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell’impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi”.
Dal CNDCEC anche proposte relative a misure fiscali e finanziarie a sostegno delle PMI “export oriented”.
PMI: aggregazioni imprenditoriali e semplificazione, le proposte del CNDCEC per favorire il Made in Italy
Dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili arrivano le proposte per favorire lo sviluppo delle PMI italiane.
Le linee di intervento sono state proposte nel documento inviato alla Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva “Made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell’impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi”.
Come si legge nel comunicato stampa pubblicato il 1° marzo 2023, i commercialisti hanno evidenziato la necessità di favorire i processi di aggregazione imprenditoriale, di promuovere la sussidiarietà e la semplificazione amministrativa e di introdurre misure fiscali e finanziarie a sostegno delle PMI orientate all’esportazione del made in Italy.
Come dichiarato dal presidente del CNDCEC, Elbano de Nuccio:
“La valorizzazione e lo sviluppo delle PMI che operano nei settori del Made in Italy deve necessariamente far leva sulle aggregazioni imprenditoriali e su politiche che favoriscano la crescita dimensionale delle imprese.”
Per quanto riguarda la questione delle aggregazioni imprenditoriali, i commercialisti sottolineano come le PMI unendo le proprie conoscenze, competenze e risorse finanziarie e organizzative, possano superare alcune barriere all’ingresso nei mercati internazionali, siano essi di natura commerciale e organizzativa o di natura finanziaria.
Una delle proposte in questo senso è quella di riproporre i contratti di sviluppo per l’export ma in modo più strutturato. In questo modo si potrebbe:
“condizionare l’erogazione degli aiuti al rispetto di alcuni elementi base come la presenza di una capofila con comprovate esperienze nell’export o comunque nei processi di internazionalizzazione, preferibilmente con un bilancio soggetto a revisione legale.”
Un’altra proposta, invece, è quella di supportare le richieste di accesso al finanziamento con un programma di sviluppo e l’attestazione di congruità e di coerenza da parte di un esperto iscritto all’albo.
Come specificato nel documento, infatti, il supporto di un professionista abilitato potrebbe rappresentare una garanzia per la validità del business plan a supporto del progetto.
PMI e Made in Italy: tra le proposte del CNDCEC anche la semplificazione amministrativa
Il Consiglio dei commercialisti ha sottolineato nel documento inviato alla Camera il bisogno di intraprendere un effettivo percorso di semplificazione amministrativa.
Tra gli elementi che pongono un freno alla crescita delle piccole e medie imprese italiane, infatti, ci sono gli oneri amministrativi e burocratici e l’accesso al credito.
In questo senso, gli ordini professionali potrebbero svolgere un ruolo importante nel sostenere la pubblica amministrazione nello sviluppo di procedure e regolamenti interni.
“La funzione di sussidiarietà potrebbe essere riconosciuta anche ai singoli professionisti iscritti agli Albi, in particolare a quello dei Commercialisti, considerate le specifiche competenze tecniche che questi ultimi vantano ex lege rispetto all’ambito della consulenza alle imprese. Avrebbero il compito di certificare progetti di internazionalizzazione con specifica attestazione della congruità economica, finanziaria e di mercato delle richieste di finanziamento presentate.”
Infine, tra le proposte presentate dai commercialisti ce ne sono alcune anche in ambito fiscale e finanziario, come una defiscalizzazione dei ricavi incrementali realizzati dall’impresa tramite esportazioni, anche e in un lasso di tempo limitato oppure, in alternativa, la riproposizione dell’agevolazione prevista per i contratti di rete per gli utili reinvestiti da parte di aggregazioni di imprese realizzate per dare vita ad azioni di penetrazione sui mercati internazionali.
“Altro intervento proposto è quello che parte dalle azioni in materia di “Industria 4.0”, laddove gli investimenti delle imprese in nuove tecnologie sono stati stimolati, ad esempio, attraverso meccanismi quali super/iper ammortamento o l’attuale credito d’imposta: adottando una prospettiva simile, sarebbe auspicabile definire misure di sostegno agli investimenti rivolti all’internazionalizzazione.”
In ambito finanziario, le principali necessità su cui lavorare secondo i commercialisti riguardano:
- strumenti di finanziamento snelli a supporto di studi di fattibilità e indagini di mercato;
- meccanismi di finanziamento a sostegno degli investimenti orientati all’internazionalizzazione da modulare con modalità sostenibili di rimborso dei prestiti e inserendo una componente di fondo perduto;
- azioni di rafforzamento patrimoniale, attraverso strumenti di equity o quasi equity, che rendano più solida la struttura del capitale dell’impresa;
- accompagnamento sui mercati esteri rafforzando gli interventi di ICE e SIMEST.
Queste, dunque, le principali linee di intervento proposte dal CNDCEC nel documento inviato alla Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul Made in Italy.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: PMI: aggregazioni imprenditoriali e semplificazione, le proposte del CNDCEC per favorire il Made in Italy