Assegno di inclusione: controlli in arrivo, almeno 5.000 nel 2024

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Definito il piano triennale dei controlli per evitare la percezione irregolare dell’assegno di inclusione. Nel 2024 gli accertamenti da parte di Carabinieri, INPS e Guardia di finanza saranno almeno 5.000

Assegno di inclusione: controlli in arrivo, almeno 5.000 nel 2024

In arrivo una serie di controlli per contrastare la fruizione irregolare dell’assegno di inclusione e del supporto per la formazione e il lavoro.

Nel 2024 le verifiche saranno almeno 5.000, con altrettanti soggetti coinvolti.

A portare avanti l’attività, coordinata dall’Ispettorato del Lavoro, sarà un contingente di personale dei Carabinieri, dell’INPS e della Guardia di finanza.

Le iniziative di vigilanza saranno pianificate ogni tre mesi e vedranno coinvolte anche le organizzazioni dei lavoratori e datoriali e le amministrazioni territoriali.

Le verifiche saranno concentrate soprattutto nei territori dove si registra il tasso di violazione maggiore sull’instaurazione di rapporti di lavoro.

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Assegno di inclusione: controlli in arrivo, almeno 5.000 nel 2024

Il Ministero del Lavoro ha definito il piano triennale per il contrasto alla fruizione irregolare dell’assegno di inclusione.

La strategia è definita all’interno del decreto n. 121 del 28 settembre 2023, pubblicato nella sezione pubblicità legale del sito ministeriale il 31 maggio 2024.

L’Ispettorato del Lavoro è incaricato di avviare un specifica attività di vigilanza con l’obiettivo appunto di contrastare la percezione irregolare dell’assegno di inclusione, la nuova prestazione per l’inclusione sociale che da gennaio ha sostituito il reddito di cittadinanza, e del supporto per la formazione e il lavoro, la misura che prevede un sostegno per la frequenza di percorsi di formazione e di accompagnamento al lavoro.

Come si legge nel documento, l’attività di vigilanza sarà realizzata analizzando in particolare il territorio e il contesto sociale di riferimento, in modo tale da individuare le aree di maggiore criticità, dove si registra il maggiore tasso di violazioni.

I controlli saranno portati avanti da uno specifico contingente formato da personale dei Carabinieri, dell’INPS e della Guardia di finanza, coordinato dall’Ispettorato.

Le ispezioni saranno programmate di tre mesi in tre mesi, sia con riferimento agli ambiti territoriali che ai settori di intervento, anche sulla base delle informazioni messe a disposizione dall’INPS.

Come previsto dal decreto sui controlli, nel 2024 gli accertamenti ispettivi e le verifiche amministrative da parte dell’INPS sul possesso dei requisiti necessari per la fruizione dell’assegno di inclusione e del supporto per la formazione e il lavoro interesseranno almeno 5.000 persone.

Questo, quindi, il numero minimo di controlli che viene posto come obiettivo per l’anno in corso.

Con l’intento di favorire la definizione di ulteriori strategie di contrasto alla fruizione irregolare di ADI e SFL, il decreto prevede anche il coinvolgimento delle organizzazioni datoriali e dei lavoratori più rappresentative nell’ambito dei settori maggiormente a rischio.

Inoltre, saranno coinvolte anche le amministrazioni territoriali che operano negli ambiti in cui si registra il tasso di violazioni maggiore in merito alla corretta instaurazione dei rapporti di lavoro.

Assegno di inclusione: quando si perde il beneficio?

Ricordiamo che possono beneficiare dell’ADI le famiglie con almeno una persona minorenne, con disabilità, con più di 60 anni o in condizione di svantaggio e inserita in un programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione e che rispettano una serie di specifici requisiti relativi alla cittadinanza e alle condizioni economiche, tra cui un valore ISEE non superiore a 9.360 euro.

Come previsto dalla normativa, per evitare di perdere l’assegno di inclusione, oltre a dover accettare l’offerta di lavoro presentata, ci sono anche altri obblighi e condizioni da rispettare.

Per prima cosa è obbligatorio comunicare ogni variazione riguardante le condizioni e i requisiti di accesso alla misura e per il suo mantenimento entro quindici giorni dall’evento modificativo.

In linea generale, il nucleo familiare perde il beneficio economico se un componente:

  • non si presenta presso i servizi sociali o il servizio per il lavoro competente nel termine fissato, senza un giustificato motivo;
  • non sottoscrive il patto per l’inclusione o il patto di servizio personalizzato, salvi i casi di esonero;
  • non partecipa, senza un giustificato motivo, alle attività formative o alle altre iniziative di politica attiva o di attivazione nei quali è inserito secondo il patto di servizio personalizzato, oppure non rispetta gli impegni concordati con i servizi sociali o non frequenta regolarmente un percorso di istruzione quando obbligatorio;
  • non accetta, senza giustificato motivo, un’offerta di lavoro con le caratteristiche indicate all’art. 9 del DL Lavoro;
  • non rispetta le previsioni di cui all’articolo 3, commi 7, 8, 10 e 11 oppure effettua comunicazioni mendaci in modo da determinare un beneficio economico maggiore;
  • non presenta una dichiarazione sostitutiva unica (DSU) aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
  • viene trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro, senza averlo comunicato.

I dettagli nel decreto ministeriale n. 121/2023 allegato si seguito.

Ministero del Lavoro - Decreto n. 121 del 28 settembre 2023
Piano triennale di contrasto alla irregolare percezione dell’Assegno di Inclusione

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