Accise sulla benzina, spazi stretti per la riduzione: per il MEF la leva fiscale potrebbe non bastare

Accise sulla benzina, riduzione vincolata al rispetto dei limiti minimi previsti dalla normativa UE e alle disposizioni contenute nel Testo Unico 504/1995. Ad evidenziarlo è il MEF nel corso delle interrogazioni in Commissione Finanze della Camera del 16 marzo 2022, sottolineando che la leva fiscale potrebbe non portare ad una riduzione del prezzo dei carburanti.

Accise sulla benzina, spazi stretti per la riduzione: per il MEF la leva fiscale potrebbe non bastare

La riduzione delle accise sulla benzina fa i conti con le regole specifiche previste in ambito comunitario.

Inoltre, un intervento volto a ridurre le tasse su benzina e gasolio potrebbe in ogni caso incidere poco, o non incidere affatto, sul prezzo del carburante, determinato liberamente dalle compagnie petrolifere.

Ad evidenzialo è il Sottosegretario all’Economia e le Finanze Federico Freni, nel corso delle interrogazioni in Commissione Finanze della Camera del 16 marzo 2022.

Un intervento che arriva successivamente alle dichiarazioni del Ministro Cingolani, che nell’informativa urgente resa in Senato lo stesso giorno ha annunciato l’intenzione del Governo di introdurre un’accisa mobile su benzina e gasolio.

Misure volte a ridurre il costo dei carburanti, ma per il MEF la leva fiscale potrebbe non essere sufficiente a far abbassare i prezzi.

Accise sulla benzina, spazi stretti per la riduzione: per il MEF la leva fiscale potrebbe non bastare

Cresce il pressing sul Governo per l’introduzione di misure volte alla riduzione del costo di benzina e gasolio e, in particolare, è su IVA e accise che si concentrano le richieste delle varie forze in campo.

Come evidenziato in una delle interrogazioni presentate in Commissione Finanze della Camera, le accise pesano per circa 70 centesimi al litro sulla benzina, somma che scende a 60 centesimi sul gasolio. Valori ai quali si aggiunge l’IVA, applicata al prezzo dei carburanti comprensivo di accise.

Secondo i dati diffusi dal Ministero della transizione ecologica lo scorso 28 febbraio, il peso complessivo di accise e IVA sul prezzo finale della benzina è quindi pari al 57 per cento.

La componente fiscale incide quindi in misura rilevante sul costo di benzina e gasolio, ed è a fronte dell’aumento dei prezzi conseguente alla crisi Russia-Ucraina che crescono le richieste di misure specifiche a tutela di famiglie e imprese.

Sul punto, nel corso delle interrogazioni in Commissione Finanze della Camera del 16 marzo 2022, il MEF evidenzia che l’obbligo di sottoporre ad accisa tutti i prodotti energetici impiegati come carburanti, anche in relazione al gas usato per il riscaldamento, è previsto dalla direttiva comunitaria 2003/96/CE, che stabilisce tra l’altro le aliquote minime unionali per i singoli prodotti energetici.

Lo spazio di manovra per ridurre le accise su benzina e gasolio, disciplinate dal Testo Unico n. 504/1995, è quindi vincolato al rispetto dei valori minimi previsti dalla normativa unionale.

Non è invece praticabile la via della riduzione dell’aliquota IVA, pari al 22 per cento.

Anche in questo caso le regole sono dettate dalla normativa comunitaria, che all’articolo 78 della direttiva IVA prevede che nella base imponibile rientrino anche imposte, dazi, tasse ed altri prelievi, e all’articolo 102 esclude i carburanti dai prodotti assoggettabili ad aliquota ridotta.

Iniziative per la riduzione dell’imposizione fiscale sui carburanti
Scarica il testo della risposta all’interrogazione resa dal MEF in Commissione Finanze della Camera il 16 marzo 2022

Accise sulla benzina, riduzione calibrata al maggior gettito IVA

La normativa comunitaria e il rispetto dei valori minimi d’accisa sui prodotti energetici influenzano anche possibili interventi in materia di IVA.

A prevedere la possibilità di rendere meno gravoso il peso fiscale sul costo di benzina e gasolio è l’articolo 1, comma 290 della legge n. 244 del 24 dicembre 2007, che come evidenzia il MEF nella risposta all’interrogazione del 16 marzo 2022, prevede la possibilità di rimodulare le accise per compensare le maggiori entrate IVA derivanti dalla variazione dei costi delle materie prime.

Una possibilità che è anche in tal caso vincolata, e può essere adottata:

“qualora si verifichino le particolari e specifiche condizioni enunciate nel comma 291 del summenzionato articolo 1 e purché, come stabilito nel successivo comma 292, le eventuali variazioni di aliquote siano effettuate nel rispetto della normativa comunitaria in materia di livelli minimi delle accise.”

Il comma 291 citato dal MEF stabilisce che la rimodulazione delle accise in caso di aumento del gettito IVA può essere disposta se il prezzo del petrolio greggio aumenta in misura pari o superiore a due punti percentuali sulla media del periodo, o in caso di diminuzione rispetto al valore di riferimento.

Limiti che sono quindi ben precisi, e che saranno alla base delle scelte che il Governo adotterà per ridurre il costo di benzina e gasolio.

I dettagli forniti dal MEF in Commissione Finanze della Camera aiutano quindi ad avere un quadro più chiaro degli spazi di manovra. Impossibile un azzeramento della componente fiscale sul costo dei carburanti.

Più plausibile invece l’ipotesi avanzata dal Ministro Cingolani, che nel corso dell’informativa in Senato del 16 marzo 2022 ha parlato della possibilità di introdurre un’accisa mobile, modulata proprio tenuto conto del maggior gettito IVA derivante dall’aumento dei prezzi.

Accise sulla benzina, la riduzione dei prezzi non è scontata

Si resta quindi in attesa di novità, e il decreto che interverrà sui prezzi dell’energia e dei carburanti è atteso ormai a breve in Consiglio dei Ministri.

Un intervento tampone, che però potrebbe non essere sufficiente.

Come evidenziato dal MEF, l’accisa e l’IVA contribuiscono solo in parte al rialzo del costo di benzina e gasolio, il cui prezzo è “comunque liberamente determinato dalle compagnie petrolifere”.

Intervenire sulla leva fiscale non è quindi determinante per la variazione del prezzo alla pompa e abbassare le accise non necessariamente comporta una riduzione del prezzo finale del prodotto.

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