Al via le domande per il bando che prevede l'attivazione di 80 tirocini formativi presso la Corte di Cassazione, con più di qualche perplessità rispetto al rapporto tra la normativa nazionale vigente e quella che sta per essere approvata in sede europea
Entro il prossimo 15 luglio studenti e laureati in giurisprudenza possono inviare la propria candidatura per l’ammissione al tirocinio presso la Corte di Cassazione.
Il nuovo bando prevede l’attivazione di 80 percorsi formativi della durata di 18 mesi, dal 1° ottobre 2024 al 1° aprile 2026.
Per lo svolgimento delle attività i candidati potranno ottenere una borsa di studio da 400 euro mensili, come previsto dall’art. 73 del DL n. 69/2013, ma non è riconosciuto alcun compenso né è prevista copertura assicurativa per infortuni o malattia.
Presto le normative in materia potrebbero dovere essere chiamate all’adeguamento ai principi contenuti nella nuova proposta di direttiva della Commissione Europea, che punta a migliorare l’utilizzo, la qualità e l’accesso ai tirocini in tutta l’Unione, perseguendo tra gli altri anche l’obiettivo di condizioni di lavoro eque per i tirocinanti, compresi retribuzione e accesso alla protezione sociale.
Tirocini alla Corte di Cassazione: pubblicato il bando per 80 posti, domanda entro il 15 luglio
È online il bando della Corte di Cassazione per l’attivazione di 80 tirocini formativi in favore dei laureati in giurisprudenza e agli studenti che hanno sostenuto tutti gli esami previsti.
I candidati in possesso dei requisiti, non aver riportato condanne, media del 27 negli esami di diritto ed età non superiore a 30 anni, possono inviare la domanda di partecipazione entro il 15 luglio 2024 tramite l’apposita piattaforma alla quale si accede con SPID.
Il periodo di formazione avrà una durata di 18 mesi, dal 1° ottobre 2024 al 1° aprile 2026. I partecipanti saranno inseriti negli uffici per il processo delle sanzioni civili e penali della Corte a cui sono assegnati e svolgeranno attività di studio e assistenza alla giurisdizione.
I tirocinanti devono seguire in presenza le attività per almeno due giorni a settimana, per lo studio dei fascicoli, l’approfondimento giurisprudenziale e dottrinale, la predisposizione di minute e provvedimenti e attività di supporto ai magistrati.
Il tirocinio comporta una serie di vantaggi, tra le altre cose costituisce titolo per l’accesso al concorso per magistrato ordinario, è valutato al pari di un anno di frequenza delle scuole di specializzazione per le professioni legali e costituisce titolo di preferenza specifiche nomine e concorsi, ma c’è un però.
Come previsto dall’articolo 73 del decreto legge n. 69/2013, per i 18 mesi di attività di tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari, tra cui quello presso la Corte di Cassazione, non è prevista alcuna retribuzione né copertura assicurativa in caso di infortunio o malattia.
Lo svolgimento, inoltre, non determina l’instaurazione di alcun rapporto di lavoro subordinato o autonomo né comporta obblighi previdenziali e assicurativi a carico dell’Amministrazione.
I partecipanti avranno unicamente accesso a una borsa di studio del valore massimo di 400 euro mensili (commi 8, 8-bis e 8-ter del citato decreto).
Novità in arrivo con la nuova proposta di direttiva UE sui tirocini?
La disciplina dei cosiddetti tirocini ex articolo 73 del DL n. 69/2013 fa sorgere una controversia legata allo svolgimento di simili attività, soprattutto se osservate alla luce del contesto odierno e delle osservazioni che giungono anche dall’Unione Europea.
Quello dei diritti e delle tutele per i tirocinanti è un tema da tempo al centro della sfera pubblica e politica e di recente a fare notizia è stata la proposta di direttiva della Commissione UE che mira al miglioramento delle condizioni di lavoro dei tirocinanti, comprese la retribuzione, l’inclusività e la qualità degli stage.
L’obiettivo non è solo contrastare gli abusi grazie a maggiori controlli e ispezioni ma anche sostenere condizioni di lavoro eque, compresi la retribuzione e l’accesso alla protezione sociale.
In linea generale, quindi, i tirocinanti dovrebbero avere la possibilità di svolgere un tirocinio indipendentemente dal contesto socioeconomico o dalla disabilità e dovrebbero vedersi riconoscere le stesse tutele e gli stessi diritti dei lavoratori ordinari.
Novità che potrebbero contribuire, quindi, a dare una spinta al necessario processo di revisione e modernizzazione di normative come l’articolo 73 del DL n. 69/2013, per adeguarle a quelle che potrebbero presto essere le linee guida a livello europeo, per l’applicazione di principi, come equa retribuzione, inclusività e qualità, che comunque dovrebbero sempre essere garantiti.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Quanto si guadagna con un tirocinio alla Corte di Cassazione?