Tra gli interventi da realizzare per la riforma fiscale c'è la raccolta dell'interna normativa tributaria in testi unici. Un'operazione di ricognizione e di codifica affidata all'Agenzia delle Entrate per permettere la semplificazione del sistema fiscale. In cantiere anche il testo unico sulle tax expenditures
L’Amministrazione finanziaria è al lavoro sulla realizzazione di un testo unico relativo alle tax expenditures, che raccolga tutta la normativa in materia.
A spiegarlo è il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nel corso del convegno "Riforma Fiscale: prospettive di attuazione. Cosa cambia per le imprese" in corso di svolgimento oggi, 13 aprile 2023.
L’evento, organizzato da Il Sole 24 Ore e Deloitte, si sta svolgendo presso le Scuderie di Palazzo Altieri a Roma.
In apertura sono intervenuti il Viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo e lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.
Nel suo intervento, quest’ultimo ha posto l’accento sulla necessità di semplificazione della normativa tributaria, un percorso che passa attraverso la ricognizione delle norme esistenti e una codificazione che sarà la struttura su cui si inserirà la riforma fiscale.
Testo unico sulle tax expenditures: una raccolta di tutta la normativa sulle agevolazioni fiscali
“La cosa che mi emoziona di più sarà il testo unico sulle tax expenditures, perché io ancora non ci credo che riusciremo a farlo ma mi dicono i colleghi che sono fiduciosi, quindi sono ammirato dalla bravura dei colleghi dell’Agenzia delle Entrate.”
Con queste parole il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha descritto l’ambizioso progetto di ricognizione e codifica della normativa tributaria, in particolare di quella relativa alle agevolazioni fiscali.
L’intervento di Ernesto Maria Ruffini, nel corso del convegno «Riforma Fiscale: prospettive di attuazione. Cosa cambia per le imprese» in corso di svolgimento oggi, si è soffermato sulla necessità di trovare soluzioni a un sistema incomprensibile anche per l’Amministrazione fiscale stessa.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha posto l’accento sulla necessità di riordinare il quadro normativo:
“L’esigenza sentita è esattamente questa, quella di mettere ordine alle oltre 800 norme vigenti ormai frammentate. La difficoltà è trovare quelle cosiddette “fuori sistema, fuori sacco”. I famosi emendamenti che ogni fine anno troviamo nelle leggi di Bilancio.”
Il primo passaggio sarà quindi quello di una ricognizione delle disposizioni vigenti, che confluiranno in testi unici compilativi per raccogliere l’intera normativa.
Questo sarà il primo passaggio che fornirà la struttura su cui sarà inserita la riforma fiscale voluta dall’Esecutivo e descritta dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, il quale ha paragonato i nuovi interventi sul sistema tributario italiano alla precedente riforma degli anni ’70.
Il Viceministro ha sottolineato quanto di seguito riportato:
“Questa delega è una delega ambiziosa perché ha l’obiettivo di ripetere un po’ quello che c’è stato negli anni ’70. Vi ricordate che la vera riforma fiscale è quella che risale agli anni ’70, la legge 825/71, che è stata preceduta da un lavoro di studio e di approfondimento molto rilevante.”
L’esigenza della semplificazione del sistema tributario
Le operazioni di riordino normativo sono legate all’esigenza di semplificazione. Tale semplificazione, come sottolineato da Ernesto Maria Ruffini, è “un’esigenza di civiltà”.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha infatti ribadito che la “giungla fiscale” è una delle cause della disuguaglianza.
Una sistema non trasparente ha come conseguenze:
- l’allontanamento degli investimenti;
- la sfiducia dei contribuenti.
Collegata alla questione della chiarezza normativa ci sono anche le questioni legate all’istituto dell’interpello, che verrà modificato con la riforma fiscale che ha preso avvio.
Lo strumento, come evidenziato ancora una volta da Ruffini, ha l’obiettivo di permettere un rapporto trasparente tra contribuente e Fisco.
Negli ultimi tempi è aumentato a dismisura l’utilizzo dell’istanza di interpello, al punto che si è passati da circa 7.000 nel 2018 a 17.731 nell’anno 2022.
Le richieste di chiarimento sono ripartite come segue:
- 15.707 a interpelli ordinari;
- 1.401 a interpelli probatori;
- 272 a interpelli anti abuso;
- 352 interpelli disapplicativi.
Il picco delle richieste all’Agenzia delle Entrate è arrivato nell’anno 2021, per effetto dei dubbi relativi alla disciplina del superbonus.
Nel complesso, in quell’anno l’Amministrazione finanziaria a risposto a 24.342 quesiti.
Dopo la riforma fiscale, l’auspicio del direttore Ruffini è quello di riscoprire i vari istituti di diritto tributario che permettano un confronto tra Fisco e contribuente, a partire dall’istituto dell’autotutela.
Nella parte finale del suo intervento Ruffini ha sottolineato che:
“Il sistema ideale è quello in cui la chiarezza normativa è tale che l’interpello non è necessario. Fatto sta che quando è necessario è opportuno e doveroso che l’Agenzia lo faccia nel modo più veloce e esaustivo.”
Il processo, tuttavia, è ancora nella sua fase iniziale e richiederà anni. Sono ancora molti i nodi da sciogliere e le azioni necessarie da mettere in campo nell’ottica della semplificazione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Testo unico sulle tax expenditures: si lavora alla raccolta di tutta la normativa