Tasi 2019, chi paga? Si avvicina la scadenza del saldo, il 16 dicembre 2019. I soggetti obbligati, le esenzioni e le agevolazioni previste: tutte le istruzioni per verificare se si è tenuti al versamento dell'imposta sui servizi indivisibili.
Tasi 2019, chi paga? Sono tenuti a versare il tributo per i servizi indivisibili tutti i titolari del diritto reale dell’immobile (proprietario, titolare del diritto di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie), ma in alcuni casi particolari non è dovuto.
In vista della scadenza del saldo del 2019, prevista per il 16 dicembre, una panoramica di esenzioni e agevolazioni stabilite dalla legge.
Come l’Imu, anche la Tasi non deve essere versata per la prima casa, se non rientra tra gli immobili di lusso. Oppure se si è in affitto, bisogna considerare di dividere la somma dovuta con il proprietario.
Ma questi sono solo due esempi delle regole da applicare per il versamento della Tasi 2019.
Come di consueto anche nel 2019, i contribuenti dopo aver versato l’acconto dell’imposta sui servizi indivisibili il 17 giugno, sono chiamati a pagare il saldo di Imu e Tasi entro il termine ultimo del 16 dicembre.
Tasi 2019, chi paga?
Tasi 2019, chi paga? I soggetti obbligati al versamento
Devono pagare il saldo della Tasi 2019 entro la scadenza del 16 dicembre tutti i titolari del diritto reale dell’immobile, ovvero proprietario, titolare del diritto di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie.
Solo per fare qualche esempio, si applica alle seguenti tipologie di immobili:
- seconde case;
- negozi e uffici;
- immobili d’impresa;
- aree edificabili;
- fabbricati rurali ad uso strumentale.
Si tratta di un’imposta che va versata nelle casse comunali ed è utilizzata per i servizi indivisibili, come la manutenzione del verde pubblico e delle strade comunali, l’arredo urbano, l’illuminazione pubblica e l’attività svolta dalla polizia locale.
La Tasi è un’imposta locale e ogni Comune stabilisce la sua aliquota da applicare per il calcolo: la somma, dunque, può variare di città in città.
Tasi 2019, chi non paga? Esenzione prima casa
Tra le eccezioni alla regola, la prima da menzionare è sicuramente l’esenzione per la prima casa, previsa dalla legge numero 208 del 2015. Vige lo stesso meccanismo valido per l’Imu: la Tasi non si paga per l’abitazione principale, ovvero per l’unità immobiliare in cui il soggetto passivo e il suo nucleo familiare hanno stabilito la loro residenza e dimorano abitualmente.
Anche le pertinenze, cioè quelle strutture che rientrano nelle categorie C/2 (magazzini e locali di deposito), C/6 (stalle, scuderie, rimesse, autorimesse senza fine di lucro), C/7 (tettoie chiuse o aperte), rientrano nell’esenzione.
Inoltre bisogna precisare che l’agevolazione riguarda anche chi è in affitto: gli inquilini, per la parte che gli compete, non sono tenuti al versamento dell’imposta per l’abitazione principale.
Mentre non si può applicare questa regola agli immobili che sono classificati nelle categorie catastali di lusso:
- abitazioni di tipo signorile (categoria catastale A/1): unità immobiliari appartenenti a fabbricati che si trovano in zone di pregio con caratteristiche costruttive, tecnologiche e di rifiniture di livello superiore a quello dei fabbricati di tipo residenziale;
- abitazioni in ville (categoria catastale A/8): immobili con la presenza di parco e/o giardino, costruite in zone urbanistiche destinate a queste abitazioni o in zone di pregio con caratteristiche costruttive e di rifiniture, di livello superiore all’ordinario;
- castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici (categoria catastale A/9): castelli e palazzi che per la loro struttura, la ripartizione degli spazi interni e le dimensioni non sono comparabili con le Unità tipo delle altre categorie e costituiscono ordinariamente una sola unità immobiliare.
Chi ne è proprietario deve pagare comunque la Tasi 2019 entro le scadenze previste, nessuna eccezione è prevista anche se la utilizza come abitazione principale.
Tasi 2019, chi non paga? Le altre esenzioni
Non solo la prima casa solleva i cittadini dal versamento dell’imposta, ma esistono anche altre esenzioni per la Tasi 2019.
Nessuna somma è dovuta per alcune categorie di immobili che hanno caratteristiche particolari:
- sono di proprietà indivisa di cooperative edilizie e che sono abitazione principale dei soci;
- sono stati classificati come alloggi sociali;
- sono dimora coniugale assegnata dalla sentenza del giudice in caso di divorzio o separazione;
- sono proprietà delle forze armate senza essere però locati;
- rifugi alpini non custoditi, punti d’appoggio e bivacchi;
- terreni agricoli;
- un unico immobile di proprietà di un cittadino italiano titolare di pensione residente all’estero e iscritto all’AIRE, a meno che l’immobile non sia stato dato in affitto o in comodato d’uso;
- sono di proprietà di anziani o disabili residenti in istituti di ricovero, non essendo locati.
Bisogna, poi, precisare che oltre ai casi già previsti dalla legge, i singoli Comuni possono stabilire altre esenzioni e agevolazioni.
Tasi 2019, chi paga? L’agevolazione con lo sconto del 50% per il comodato d’uso
Tra l’obbligo e l’esenzione, c’è anche una terza via: un versamento in misura agevolata della Tasi 2019, è il caso degli immobili concessi in comodato d’uso gratuito tra genitori e figli, quindi fra parenti in linea retta entro il primo grado.
Il comodato d’uso, disciplinato dall’articolo 1803 del codice civile, prevede uno specifico contratto:
“con il quale una parte consegna all’altra una cosa mobile e immobile affinché se ne serva per un tempo o un uso determinato, con l’obbligo di restituire la cosa ricevuta. Il comodato è essenzialmente gratuito”.
Ma non basta che l’immobile sia concesso in comodato d’uso a un parente per accedere all’agevolazione. Per poter applicare lo sconto del 50% dell’imposta, è necessario che si verifichino anche altre condizioni:
- l’immobile deve essere utilizzato dal comodatario come abitazione principale;
- l’immobile concesso in comodato d’uso gratuito non deve rientrare tra le categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9);
- il comodante deve possedere un solo immobile in Italia oltre alla casa principale;
- il comodante deve avere residenza e dimora abituale nello stesso Comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato d’uso;
- il comodante deve presentare la dichiarazione per attestare il possesso dei requisiti sopra indicati.
Soltanto se sussistono i requisiti appena menzionati, si ha diritto ad ottenere l’agevolazione.
Tasi 2019, chi paga in caso di affitto? La ripartizione tra inquilino e proprietario
In caso d’affitto, invece, non si parla di agevolazione per il pagamento della Tasi 2019, ma di ripartizione della somma totale dovuta.
Nel caso in cui l’immobile sia occupato da un soggetto diverso dal proprietario, anche l’inquilino deve contribuire al pagamento nella misura, stabilita dal comune nel regolamento, compresa tra il 10% e il 30%.
Se non è prevista una percentuale di ripartizione dell’imposta tra i due soggetti, la Tasi è dovuta dall’occupante per il 10% e dal titolare del diritto reale per il 90%.
Anche su questo punto bisogna precisare un aspetto: l’esenzione per la prima casa si applica anche a chi è in affitto. Se l’inquilino utilizza l’immobile come abitazione principale, non è tenuto a versare l’imposta. Ma il proprietario resta obbligato a fare la sua parte.
Infine nei casi di separazione, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, il coniuge assegnatario è l’unico a dover versare la Tasi, in quanto, come per l’Imu, deve considerarsi titolare del diritto reale di abitazione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tasi 2019, chi paga? Soggetti obbligati, esenzioni e agevolazioni