Chi potrà accedere al superbonus nel 2023? La platea si restringe, non tanto per la mancanza di requisiti per avere diritto all'agevolazione quanto per la mancanza di capienza fiscale. Con il divieto di cessione del credito, la strada della detrazione tagli fuori diversi contribuenti
Il decreto Cessioni, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 marzo scorso, ha previsto il divieto di cessione del credito e sconto in fattura per il superbonus e i bonus edilizi.
Eccezione a tale regola è stata da subito rappresentata dai lavori già iniziati, per i quali alla data del 17 febbraio risultava presentata la CILA o la CILAS. La legge 38/2023, di conversione del decreto, ha ampliato la platea di soggetti che possono continuare a beneficiare della cessione del credito a determinate condizioni.
Tuttavia, per buona parte dei lavori che verranno messi in cantiere per quest’anno la possibilità è esclusa. Il divieto lascia come unica possibilità per beneficiare del superbonus e delle altre agevolazioni edilizie quella di portare gli importi in detrazione.
Mentre per le spese relative al 2022 è stata prevista la possibilità di allungare la fruizione a 10 anni, tale possibilità è esclusa per l’anno in corso.
Chi potrà dunque accedere alle agevolazioni edilizie? La platea si restringerà, senza sorpresa. Un’analisi a partire dai dati forniti dai report dell’ENEA e da quelli forniti dal Dipartimento delle Finanze del MEF.
Superbonus 2023, le regole da tenere a mente
Per avere un’idea del numero di contribuenti che potranno beneficiare del superbonus nel 2023, senza utilizzare la cessione del credito, si deve per prima cosa tenere in considerazione il fatto che per le spese sostenute in quest’anno la detrazione è nella maggior parte dei casi ridotta al 90 per cento.
La riduzione dell’agevolazione è stata prevista dal decreto Aiuti quater, misura messa a punto dal Governo nello scorso mese di novembre.
Nel caso di abitazioni unifamiliari sono stati previsti inoltre ulteriori vincoli:
- l’unità immobiliare deve essere adibita a abitazione principale;
- il contribuente deve avere un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro.
Nel calcolo deve essere tenuto in considerazione il quoziente familiare, sulla base del quale il reddito deve essere calcolato dividendo la somma dei redditi complessivamente posseduti nell’anno precedente sia dal contribuente che dal nucleo familiare di riferimento, secondo i parametri riportati nella tabella riassuntiva.
Nucleo familiare | Numero di parti |
---|---|
Contribuente | 1 |
Se nel nucleo familiare è presente un coniuge, il soggetto legato da unione civile o la persona convivente | si aggiunge 1 |
Se nel nucleo familiare sono presenti familiari, diversi dal coniuge di cui all’articolo 12 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dal soggetto legato da unione civile o dal convivente, che nell’anno precedente quello di sostenimento della spesa si sono trovati nelle condizioni previste nel comma 2 del medesimo articolo 12, in numero pari a un familiare | si aggiunge 0,5 |
(...) due familiari | si aggiunge 1 |
(...) tre o più familiari | si aggiunge 2 |
Occorre inoltre ricordare che, per le spese sostenute nel 2023 e non oggetto di comunicazione, la detrazione spetterà in 4 rate annuali dello stesso importo.
La legge di conversione del decreto Cessioni ha previsto la possibilità di allungare l’agevolazione a 10 anni ma solo per i seguenti importi:
- spese sostenute nel 2022;
- spese oggetto di comunicazioni all’Agenzia delle Entrate relative alla cessione del credito entro il 31 marzo 2023.
Superbonus 2023, chi potrà accedere all’agevolazione?
Per provare a calcolare quanti saranno i contribuenti che avranno diritto al superbonus si potrà fare riferimento ai dati forniti dal Dipartimento finanze del MEF e da quelli forniti dall’ENEA nei report mensili sull’agevolazione.
Per calcolare la capienza fiscale si potrà prendere come riferimento i dati sull’IRPEF in merito all’imposta netta dichiarata.
Il 20 aprile scorso sono stati pubblicati quelli relativi alle dichiarazioni dei redditi 2022, relative al periodo d’imposta 2021.
Con tutti i limiti di una comparazione con le informazioni relative a due anni fa, si può comunque avere un’idea della potenziale platea di beneficiari.
Una sintesi delle informazioni, a livello grafico, è contenuta nel report scaricabile dal sito del MEF e riportata di seguito.
A questo punto si può prendere in considerazione l’importo medio degli investimenti ammessi a detrazione dell’ultimo report dell’ENEA, aggiornato al 31 marzo 2023.
Nel caso dei condomini è di 598.695 euro, per gli edifici unifamiliari è di 113.957 euro mentre per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti è di 96.515 euro.
Tali importi possono essere frutto di agevolazioni al 110 per cento, quindi è opportuno ricalcolarli ipotizzando una detrazione al 90 per cento.
Di seguito gli importi ricalcolati:
- condomini, 489.841 euro, ovvero 122.460 euro all’anno;
- unifamiliari 93.237 euro, ossia 23.309,25 euro all’anno;
- unità immobiliari funzionalmente indipendenti 78.966 euro, ovvero 19.741 euro all’anno.
Il secondo importo è calcolato semplicemente ripartendo l’intera detrazione per ciascuna annualità, per intraprendere i lavori bisogna aggiungere che spesso le somme devo essere anticipate e che il 10 per cento non verrà in ogni caso recuperato in detrazione.
Superbonus 2023, i calcoli sulla platea potenziale
Nel caso delle unità immobiliari funzionalmente indipendenti, la platea di contribuenti che ha sufficiente capienza fiscale per l’accesso al superbonus può essere calcolata considerando grossolanamente le categorie con redditi fino a 15.000 euro.
Sulla carta sono il 3,59 per cento ma bisogna tenere in considerazione il quoziente familiare. In ogni caso la maggioranza di tali contribuenti molto difficilmente avrà la possibilità di portare in detrazione somme per 19.741 euro all’anno.
Analoghe considerazioni si possono fare per le unifamiliari. Potenzialmente potrebbe accedere all’agevolazione circa il 3,6 per cento di contribuenti, tuttavia gli stessi devono essere possessori di un’abitazione familiare che abbia tutti i requisiti per i lavori edilizi. Resta inoltre il nodo della capienza fiscale, in questo caso a 23.000 euro all’anno.
In sostanza anche per questa categoria di edifici sarà pressoché vicina allo zero la percentuale di contribuenti che potrà avere accesso al superbonus, recuperando completamente le somme.
Più difficili sono invece i calcoli relativi ai condomini. Nei report dell’ENEA non viene infatti considerato il numero di contribuenti che compongono il singolo condominio. Inoltre è sicuramente approssimativo considerare l’importo medio degli interventi, che possono variare di molto sulla base di molteplici fattori.
Tale categoria di interventi potrebbe essere quella che più sarà utilizzata nell’anno 2023, tuttavia è davvero difficile riuscire a stimare la platea potenziale.
A livello generale si può tuttavia ritenere che ci saranno contribuenti, pochi, che sceglieranno di avviare il superbonus pur sapendo di non poter recuperare pienamente la detrazione al 90 per cento.
Per tali contribuenti l’agevolazione rimarrà soltanto sulla carta, in quanto l’effettiva misura della detrazione riconosciuta sarà determinata dal limite imposto dalla capienza fiscale.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Superbonus 2023, chi potrà accedere all’agevolazione?