Statali, novità anticipo TFS: il 22 aprile è stato firmato da Conte e dai ministri competenti lo schema di Dpcm che permetterà l'anticipo sul Trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici fino a 45.000 euro. L'annuncio è venuto dal ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone che ha dichiarato essere pronta anche la convenzione con l'Abi.
Anticipo TFS statali, per i lavoratori della PA finalmente si annuncia una novità positiva. Il 22 aprile infatti è stato firmato lo schema di Dpcm che consentirà l’anticipo sul Trattamento di fine servizio (la liquidazione dei dipendenti pubblici) fino a 45.000 euro.
Ad annunciarlo è stato il ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone la cui firma, insieme a quella degli altri ministri competenti e del capo del governo Conte consente l’invio del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri alla Corte dei Conti.
“Il termine ultimo è di 30 giorni, ma contiamo che la magistratura contabile possa procedere più speditamente”, ha commentato la Dadone aggiungendo che:
“Non è stato facile, ci sono voluti impegno e costanza per superare mille pastoie burocratiche: è un dossier che ho seguito con attenzione sin dall’avvio del mio mandato, settimana dopo settimana. E sul quale ci siamo fatti parte attiva, come Funzione pubblica, per accelerare anche i tanti passaggi che non competevano a noi”.
Anticipo TFS statali, una storica discriminazione tra dipendenti pubblici e privati
Che non sia stato facile non vi è dubbio, data la lunga storia delle controversie in materia di differenziazione tra trattamento di fine rapporto (TFR) nel mondo del lavoro privato e di quello pubblico e di cui abbiamo già avuto modo di occuparci.
Si tratta in effetti di un immotivato svantaggio a danno dei dipendenti pubblici che a tutt’oggi non possono ricevere in tempi rapidi e integralmente quanto spetta loro al contrario dei loro colleghi del privato.
È vero che il TFS degli statali non è solo salario differito come il Tfr dei lavoratori privati, ma ha anche natura previdenziale, rimane però il fatto i dipendenti pubblici si vedono costretti ad attese di 12 o 24 mesi per ricevere la somma integrale.
Da parte sindacale ci sono state molte pressioni per superare questa diversificazione:
“Sull’anticipo del TFS/TFR per le lavoratori e i lavoratori pubblici non si può più aspettare. Vogliamo una soluzione in tempi brevi, basta con le discriminazioni”, si leggeva in comunicato della Fp Cgil del 14 febbraio scorso che aggiungeva che il governo comunque:
“ha predisposto e inviato al Consiglio di Stato lo schema di decreto ed è in attesa di ricevere la ‘bollinatura’ alla relazione tecnica da parte del Ministero dell’Economia e Finanze. Inoltre si sta definendo l’accordo quadro con l’Associazione delle banche, l’Inps e lo stesso Ministero dell’Economia e Finanze per garantire chi sceglierà di accedere al TFS/TFR anticipato al fine di garantire che non ci siano aggravi fiscali”.
Anticipo TFS statali, la convenzione con l’Abi
Uno dei punti critici di tutto l’iter è peraltro proprio l’intervento richiesto al mondo bancario ovvero all’Abi. In questo senso il ministro Dadone ha voluto dare notizie rassicuranti che dovranno però essere verificate alla prova dei fatti:
“È pronta la convenzione con Abi, l’Associazione delle banche, che garantirà un trattamento di assoluto favore ai pensionati e pensionandi del settore pubblico che decideranno di avvalersi di questo strumento.”
Si vedrà dunque, bisogna però ricordare che 45.000 euro benché siano un progresso anche sul passato più recente sono una quota che ancora non rappresenta l’integralità della media delle “liquidazioni” dei dipendenti pubblici.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Statali, novità per l’anticipo del TFS fino a 45.000 euro