Smart working, il Ministro della Pubblica Amministrazione presenta il progetto di modernizzazione: al centro dell'attenzione lo smart working, grazie alla creazione dei nuovi Poli territoriali avanzati dal 2021. Ecco come cambia il lavoro dei dipendenti pubblici.
Lo smart working per i dipendenti pubblici è al centro del progetto di innovazione della Pubblica Amministrazione in Italia.
È questo ciò che si deduce dalle dichiarazioni rilasciate il 22 settembre dal ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone alla Commissione Lavoro della Camera, in audizione sul “Recovery Plan” del governo.
Come cambia il lavoro dei dipendenti pubblici?
Di particolare particolare importanza saranno per il ministro i Pola, i Piani organizzativi del lavoro agile che tutte le pubbliche amministrazioni dovranno elaborare e approvare a partire dal gennaio del 2021.
“Le varie amministrazioni, nella predisposizione dei piani, potranno contare su risorse destinate a riorganizzare il lavoro in modalità agile” - ha affermato la Dadone - “grazie alla mappatura delle attività che possono essere svolte anche non in presenza senza alcun impatto negativo, come ci ha insegnato l’esperienza di questi mesi, in termini di quantità e qualità di erogazione dei servizi, grazie all’acquisto di dispositivi, software, servizi dedicati, grazie alla programmazione di percorsi formativi in ambito digitale e informatico, allo snellimento delle procedure”.
D’altra parte lo shock della chiusura imposta dall’epidemia di Coronovirus nel periodo tra marzo ed aprile di quest’anno è riuscita a porre all’ordine del giorno l’uso dello smart working anche nel comparto pubblico, dove era rimasto fino ad allora un’esperienza di nicchia.
Ora il governo e in particolare la Dadone pensano di rendere strutturale lo smart working pubblico sfruttando l’occasione del fondi messi a disposizione dal Recovery Fund e di fatto utilizzandolo come uno degli elementi centrali del progetto di innovazione del comparto pubblico. Vediamo come.
Smart working 2021, come cambia il lavoro dei dipendenti pubblici? I Poli territoriali avanzati
Il progetto di innovazione dell’amministrazione pubblica presentato dalla Dadone persegue molteplici obiettivi, tra i quali sottolineiamo quello di “rafforzare la capacità amministrativa, organizzativa e gestionale” e quello di “promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’azione della Pa”.
Il governo punta a ottenere entrambe le cose puntando sui Poli territoriali avanzati, sedi fisiche certamente, ma anche luoghi centrali di innovazione organizzativa e culturale che dovrebbero fungere da sedi concorsuali decentrate, spazi condivisi di lavoro tra le diverse amministrazioni per favorire la flessibilità del lavoro secondo il modello del cosiddetto “co-working” e appunto nodi per l’innovazione e la modernizzazione delle amministrazioni pubbliche.
Questi poli permetterebbero pertanto di affrontare la criticità della lentezza delle attuali procedure concorsuali e favorirebbero anche il decentramento delle stesse, utile al contenimento della diffusione del COVID-19.
Inoltre, la diffusione dello smart working nei Pta consentirà di attutire l’impatto ambientale del trasporto quotidiano di 3 milioni e 200.000 dipendenti pubblici.
Dipendenti pubblici, la ricetta per l’innovazione: nuove competenze e nuovi edifici
Dire smart working è facile, ma renderlo strutturale e duraturo è cosa meno agevole. Nello stesso progetto illustrato alla Camera dal ministro Dadone, risulta evidente che saranno necessari due presupposti:
- un Piano nazionale integrato per la formazione permanente del personale che lo renda in grado di utilizzare le tecnologie digitali, in considerazione dell’elevata età anagrafica dei dipendenti pubblici. Contemporaneamente, bisognerà pensare a sviluppare le competenze dei dirigenti pubblici, orientandole al lavoro agile;
- la messa in efficienza degli edifici pubblici in modo da renderli idonei alla promozione di modalità di lavoro flessibile e a distanza, il che richiederà ingenti investimenti sulla connessione e sulla fornitura di nuovi dispositivi per l’impiego delle tecnologie digitali.
Un colossale ristrutturazione del modo di lavorare del comparto pubblico, quindi: staremo a vedere se le ingenti risorse messe a disposizione dell’esecutivo produrranno gli effetti descritti sulla carta dal ministro Dadone.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Smart working nella PA, come cambia il lavoro dei dipendenti pubblici dal 2021