Cambia la scadenza della dichiarazione Imu e Tasi, spostata al 31 dicembre, ma il termine ultimo per la dichiarazione Tari resta il 30 giugno. A sottolinearlo è il Ministero dell'Economia e delle Finanze che, con la risoluzione numero 2/DF del 6 agosto 2019, chiarisce le ambiguità del Decreto Crescita.
Mentre per la dichiarazione Imu e Tasi la scadenza cambia, e passa dal fine giugno al 31 dicembre, il termine ultimo per la dichiarazione Tari resta lo stesso di sempre, 30 giugno. La nuova tabella di marcia, introdotta con l’articolo 3-ter del Decreto Crescita ha dato vita a un equivoco sulle date da rispettare e il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fatto chiarezza sul tema con la risoluzione numero 2/DF del 6 agosto 2019.
Con una vena critica sul testo di legge, il documento redatto dal MEF analizza gli elementi per escludere che la nuova scadenza del 31 dicembre interessi anche la comunicazione su eventuali variazioni che riguardano il versamento della tassa sui rifiuti.
- Ministero dell’Economia e delle Finanze - Risoluzione numero 2/DF del 6 agosto 2019
- Termini per la presentazione della dichiarazione dell’imposta municipale propria (IMU) e della tassa per i servizi indivisibili (TASI) - Art. 3-ter del D. L. 30 aprile 2019 n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge di conversione 28 giugno 2019, n. 58 - Quesito.
La scadenza della dichiarazione Tari resta al 30 giugno, cambia solo per Imu e Tasi
Imu, Tari e Tasi compongono l’IUC, imposta unica comunale e l’ambiguità nasce proprio da un utilizzo poco preciso dei termini nella stesura del Decreto Crescita.
Il dubbio, infatti, è fondato come spiega il MEF nella risoluzione numero 2/DF del 2019, dal momento che da un lato “l’art. 3-ter in esame incide sul comma 684 dell’art. 1 della legge n. 147 del 2013, che contempla la dichiarazione IUC e quindi anche la dichiarazione Tari”.
E dall’altro non si può “tralasciare la volontà del Legislatore, manifestata proprio nel medesimo art. 3-ter sia nella rubrica, laddove si riferisce espressamente ai “Termini per la presentazione delle dichiarazioni relative all’imposta municipale propria e al tributo per i servizi indivisibili”, sia nel testo della norma, quando dispone esplicitamente ed esclusivamente solo per l’Imu e per la Tasi lo slittamento del termine di presentazione della dichiarazione dal 30 giugno al 31 dicembre”.
Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, dunque, non c’è dubbio sul fatto che l’intervento inserito nel DL numero 34 del 2019 sia rivolto solo all’Imu e alla Tasi, che seguono la nuova scadenza del 31 dicembre.
Ma definisce la tecnica di formulazione del testo legislativo “poco felice”, e quindi facilmente equivocabile.
Dichiarazione Tari scadenza del 30 giugno anche dopo il Decreto Crescita
Come per le altre due imposte, anche per la Tari i cittadini sono tenuti a comunicare variazioni, oggettive o soggettive, che possono determinare un valore diverso dell’imposta dovuta, rispetto agli altri anni.
Se per i due tributi comunali i contribuenti hanno più tempo, per la tassa sui rifiuti l’ultima chance per indicare alle amministrazioni delle novità che possono avere un impatto sulle somme da versare resta il 30 giugno di ogni anno.
Il Decreto Crescita, insomma, non ha introdotto modifiche per la dichiarazione Tari, mentre per l’Imu e la Tasi è intervenuto anche sugli obblighi da rispettare.
Con la conversione in legge del DL n. 34/2019, non è più necessario comunicare al Comune la concessione di immobili in comodato d’uso gratuito, che permette di ottenere una riduzione del 50%, così come la concessione in locazione dell’immobile con contratto a canone concordato.
Sarà il Comune a verificare i requisiti per beneficiare di sconti e agevolazioni sulle due tasse, e i cittadini non dovranno più preoccuparsi di inviare l’attestazione relativa al possesso dei requisiti.
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