Sconto IMU e TASI 2019 per gli immobili in comodato d'uso gratuito: come funziona e chi ne ha diritto? Facciamo il punto sulle agevolazioni previste in vista della scadenza del saldo fissata al 16 dicembre.
Sconto IMU e TASI per gli immobili in comodato d’uso gratuito: a chi spetta?
In vista della scadenza del saldo, fissata al 16 dicembre 2019, analizziamo le regole previste per fruire dell’agevolazione, che prevede una riduzione al 50% dell’importo dovuto.
Anche nel 2019 resta l’esenzione da IMU e TASI per la prima casa, salvo specifiche eccezioni, mentre i proprietari di seconda casa saranno tenuti a versare il saldo di dicembre, dopo aver già pagato l’acconto di giugno.
Sia l’IMU che la TASI sono però ridotte per i contribuenti che possiedono una seconda casa in comodato, nel rispetto di determinati requisiti che analizzeremo di seguito.
In primis ricordiamo che, per effetto della Legge di Bilancio, le agevolazioni IMU e TASI sulle case in comodato d’uso si estendono, in caso di morte del comodatario, anche al coniuge qualora siano presenti figli minori.
Al netto di ciò, lo sconto IMU e TASI del 50% continuerà ad applicarsi secondo i requisiti previsti anche negli scorsi anni.
Regole e requisiti per beneficiare dello sconto sulle due imposte sulla casa sono state introdotte con la Legge di Stabilità 2016 che, oltre a confermare l’esenzione IMU e TASI sulla prima casa, ha introdotto la possibilità di riduzione della base imponibile per la casa concessa in comodato d’uso gratuito.
Vediamo di seguito chi ha diritto alla riduzione e allo sconto del 50% Imu e Tasi 2019 sulla casa concessa in comodato d’uso gratuito in vista dell’imminente scadenza del 16 dicembre 2019.
IMU e TASI 2019, comodato d’uso gratuito: chi ha diritto allo sconto?
Ai fini IMU e TASI, la Legge di Stabilità 2016 ha introdotto uno sconto pari al 50% sulle seconde case concesse in comodato d’uso gratuito.
L’agevolazione è tuttavia prevista soltanto nel caso in cui il contratto di comodato gratuito sia stipulato tra genitori o figli, ovvero tra parenti in linea retta entro il primo grado.
L’agevolazione, quindi, spetta esclusivamente nel caso in cui sia stato stipulato e registrato un contratto di comodato d’uso, che ai sensi dell’art. 1803 del Codice Civile è definito come:
“il contratto con il quale una parte consegna all’altra una cosa mobile e immobile affinché se ne serva per un tempo o un uso determinato, con l’obbligo di restituire la cosa ricevuta. Il comodato è essenzialmente gratuito.”
Riduzione IMU e TASI 2019 solo con comodato d’uso registrato
La riduzione alla metà dell’importo di IMU e TASI dovuto per il 2019 è riconosciuta qualora il contratto di comodato d’uso gratuito sia stipulato tra parenti in linea retta di primo grado (genitori-figli) ed, inoltre, in caso di regolare registrazione dello stesso.
Lo sconto del 50 si applica dunque qualora il contratto sia stato regolarmente registrato entro 20 giorni in caso di contratto scritto o presentando richiesta all’Agenzia delle Entrate in caso di contratto verbale.
Si tratta di una delle regole fondamentali per determinare quando si ha diritto alla riduzione della base imponibile ai fini del calcolo IMU e TASI 2019.
Comodato d’uso gratuito: requisiti per la riduzione IMU e TASI 2019
Per beneficiare della riduzione di IMU e TASI al 50% dell’importo dovuto sarà necessario, inoltre, rispettare ulteriori requisiti:
- l’immobile deve essere utilizzato dal comodatario come abitazione principale;
- l’immobile concesso in comodato d’uso gratuito non deve rientrare tra le categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9);
- il comodante deve possedere un solo immobile in Italia oltre alla casa principale;
- il comodante deve avere residenza e dimora abituale nello stesso Comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato d’uso;
- il comodante deve presentare la dichiarazione IMU per attestare il possesso dei requisiti sopra indicati.
Chi paga IMU e TASI 2019 sulla seconda casa in comodato
Come anticipato, le regole per beneficiare dell’agevolazioni su IMU e TASI 2019 in caso di contratto di comodato d’uso sono particolarmente stringenti e limitative.
Inoltre, seppur nel rispetto dei requisiti sopra elencati, è previsto l’obbligo di pagamento in misura intera delle due imposte nei seguenti casi:
- comodati per le abitazioni di lusso (Categorie catastali A1, A8 e A9);
- proprietari di 3 o più immobili ad uso abitativo;
- prima e seconda casa situate in due comuni differenti;
- residenza in un comune e seconda casa ubicata in un comune diverso;
- proprietari di immobili residenti all’estero;
- immobile concesso in comodato d’uso gratuito non adibito ad abitazione principale dal comodatario;
- contratto di comodato d’uso stipulato tra nonni e nipoti.
Lo sconto applicabile all’IMUsi applica, come specificato dal MEF, anche ai fini TASI: il proprietario della casa verserà l’importo con riduzione del 50 per cento in base alla quota di ripartizione stabilita dal Comune. Il comodatario al contrario non dovrà versare la sua quota di Tasi in quanto l’immobile oggetto di comodato d’uso è per lui abitazione principale e, pertanto, esente dal versamento di acconto e saldo d’imposta.
Per tutte le regole sul calcolo delle due imposte, i lettori possono far riferimento agli articoli dedicati rispettivamente a come calcolare l’IMU e come calcolare la TASI 2019.
Sconto IMU e TASI per la casa in comodato d’uso gratuito: comunicazione al Comune anche a mezzo fax
Sulle agevolazioni IMU e TASI previste sulla casa in comodato d’uso gratuito si segnala una recente sentenza della Corte di Cassazione relativa agli adempimenti per fruire dello sconto del 50%.
La comunicazione al Comune potrà essere effettuata non solo mediante i moduli dedicati, ma inviando tramite fax una dichiarazione sostitutiva di atto notorio. Per la Cassazione si tratta di dichiarazioni equipollenti ai fini dell’applicazione della riduzione di IMU e TASI sulla casa concessa in comodato d’uso gratuito.
Non conta la forma, ma il principio di collaborazione e buona fede che, ricorda la Cassazione, deve improntare i rapporti tra ente impositore e contribuente. Un’apertura da parte della giurisprudenza che fa cadere alcuni formalismi che spesso rendono complicata la fruizione di agevolazioni riconosciute dalla legge.
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