TARI, entro il 31 marzo 2022 l'adozione dei nuovi regolamenti da parte dei comuni, alla luce della rivoluzione prevista dalla delibera ARERA del 18 gennaio 2022. Dall'obbligo di prevedere il pagamento a rate in caso di importi elevati, fino ai tempi certi e veloci per la gestione dei reclami, facciamo il punto su come cambierà la tassa rifiuti a partire dal prossimo anno.
TARI, riforma per la tassa sui rifiuti: la delibera ARERA n. 15/2022 approvata il 18 gennaio definisce i nuovi criteri che i comuni dovranno adottare per la definizione dei propri regolamenti entro il 31 marzo.
Tra le novità previste che impattano direttamente sulle regole per il cittadino, la riforma della TARI arrivata alle battute finali definisce le nuove regole per il pagamento a rate, previste per gli utenti in condizioni di disagio economico e in caso di aumento considerevole dell’importo dovuto.
Non solo. L’ARERA fissa tempi specifici per le risposte a richieste di informazioni e reclami, che dovranno avvenire entro 30 giorni per almeno il 70 o 90 per cento delle prestazioni.
Si tratta di due dei punti fissati nel “Testo unico per la regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani’ (TQRIF)” , che punta a garantire maggiore qualità ed efficienza nel servizio di gestione dei rifiuti.
Le novità che rivoluzioneranno il rapporto tra cittadini e enti locali in merito alla TARI si applicheranno dal 1° gennaio 2023, ma per i Comuni la scadenza per l’adozione dei nuovi criteri è fissata al 31 marzo 2022.
Questa è la data per la scelta di uno dei quattro schemi regolatori previsti, differenziati a seconda del livello qualitativo effettivo di partenza.
TARI, cambia la tassa rifiuti: dal pagamento a rate ai reclami sprint, nuove delibere entro marzo 2022
La delibera ARERA 15/2022/R/rif approvata il 18 gennaio 2022 definisce un nuovo insieme di obblighi di servizio di qualità contrattuale e tecnica relativi alla TARI, con l’obiettivo di fissare uno standard minimo omogeneo in tutto il Paese, e superare le frammentazioni che caratterizzano i servizi di raccolta rifiuti.
Il “Testo unico per la regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani (TQRIF)” sarà operativo dal 1° gennaio 2023, ma in tempi brevi gli Enti territoriali saranno chiamati a scegliere uno dei quattro schemi regolatori previsti sulla base degli standard di qualità di partenza, secondo i principi di “gradualità, asimmetria e sostenibilità economica”.
Sono questi alcuni dei dettagli contenuti nel comunicato stampa pubblicato da ARERA il 21 gennaio 2022, che delinea le principali novità contenute nel piano di riforma della TARI.
Tra gli obblighi di qualità contrattuale previsti, maggior risalto viene dato al rapporto tra ente gestore e cittadini.
Nuovi obblighi vengono introdotti in materia di attivazione, variazione e cessazione del servizio, così come per quel che riguarda reclami, richieste di informazione e rimborso degli importi erroneamente addebitati.
Nel set degli obblighi legati alla qualità del servizio, viene ad esempio introdotto un tempo standard per la risposta alle richieste di attivazione o cessazione di nuove utenze, che dovrà esser pari a 30 giorni per una percentuale minima del 70 o del 90 per cento, in base allo schema regolatorio che ciascun Comune sceglierà di adottare.
In tutti gli schemi regolatori previsti, sarà inoltre necessario fissare una procedura specifica per la gestione dei reclami e per le richieste di informazioni e, anche in tal caso, bisognerà prevedere un tempo standard di risposta al cittadino, sempre pari a 30 giorni per una percentuale differenziata in base allo schema adottato.
- ARERA - Rifiuti: nuovi standard di qualità tecnici e contrattuali omogenei nel Paese
- Scarica il comunicato stampa del 21 gennaio 2022
TARI, dal 1° gennaio 2023 più rate per il pagamento in caso di difficoltà economica o aumenti
Rientra nei nuovi obblighi legati alla qualità del servizio di gestione dei rifiuti anche la previsione di un piano “straordinario” di pagamento dilazionato della TARI.
Nello specifico, tutti i Comuni dovranno garantire l’accesso ad una rateizzazione ulteriore dei pagamenti (per rate di importo minimo pari a 100 euro), per specifiche categorie di utenti:
- utenti che dichiarino di essere beneficiari del bonus sociale per disagio economico previsto per i settori elettrico e/o gas e/o per il settore idrico;
- ulteriori utenti che si trovino in condizioni economiche disagiate, individuati secondo i criteri definiti dall’ente territoriale competente;
- qualora l’importo addebitato superi del 30 per cento il valore medio riferito ai documenti di riscossione emessi negli ultimi due anni.
In ogni caso inoltre bisognerà garantire all’utente di richiedere la verifica del bollettino TARI inviato, e l’eventuale rettifica delle somme addebitate, con tempi di risposta non superiori a 60 giorni lavorativi.
Per i rimborsi invece i comuni dovranno adeguarsi alla tempistica dei 120 giorni lavorativi.
Tra le novità che gli enti territoriali dovranno inoltre recepire nei propri regolamenti c’è poi il servizio minimo di ritiro su chiamata dei rifiuti, gratuitamente. D’intesa con le associazioni dei consumatori locali potrà essere fissato un corrispettivo minimo per il ritiro, con specifiche tutele per i contribuenti in condizione di disagio fisico o economico.
Ai nuovi obblighi di qualità legati al rapporto con l’utenza si affiancano poi quelli tecnici, relativi nello specifico al servizio di raccolta rifiuti fornito alla cittadinanza. Ad esempio, dovrà essere predisposto un “Programma delle attività di raccolta e trasporto e spazzamento e lavaggio delle strade”, prevedendo per ciascuna strada/via l’indicazione della data e fascia oraria di svolgimento del servizio.
Nuove regole fissate dall’ARERA che ora dovranno essere tradotte in pratica dai comuni, chiamati a scegliere entro il 31 marzo 2022 uno dei quattro schemi regolatori previsti.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: TARI, cambia la tassa rifiuti: dal pagamento a rate ai reclami sprint, nuove delibere entro marzo 2022