Scadenza del 20 agosto 2020, versamento delle imposte con maggiorazione dello 0,40% per il 60% dei titolari di partita IVA. Meno della metà delle imprese ha pagato Irpef, Ires ed imposte sostitutive lo scorso 20 luglio.
Si avvicina la scadenza del 20 agosto 2020, termine per il versamento delle imposte sui redditi con la maggiorazione dello 0,40%.
Dopo la proroga mancata nel decreto agosto, per i versamenti relativi alla dichiarazione dei redditi 2020 arriva la seconda importante scadenza dell’anno, che consente di pagare Irpef, Ires ed imposte sostitutive con una lieve maggiorazione a titolo di interessi.
La scadenza del 20 agosto interesserà il 60% delle partite IVA soggette agli ISA ed i forfettari. Meno della metà dei contribuenti ha versato le imposte sui redditi entro il 20 luglio 2020.
I dati arrivano dal MEF e sono stati diffusi dal sottosegretario Alessio Villarosa.
Scadenza 20 agosto 2020, imposte con maggiorazione per il 60% delle partite IVA
I dati sui versamenti eseguiti al 20 luglio 2020 non sono certo una sorpresa, considerando la difficile situazione economica e le difficoltà operative nella predisposizione delle dichiarazioni dei redditi.
Secondo i numeri comunicati dal dipartimento delle Finanze, solo una quota di contribuenti ISA e forfettari ha pagato le imposte sui redditi senza maggiorazione. Le informazioni sono state diffuse dal sottosegretario al MEF Alessio Villarosa, che con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook dichiara che il dato è pari quasi al 60% in meno rispetto allo scorso anno.
Un numero importante di professionisti ed imprese, che potrà evitare l’applicazione di sanzioni rispettando il termine dei 30 giorni successivi, e pagando le imposte sulla dichiarazione dei redditi 2020 con la maggiorazione dello 0,40%.
Proprio sulla scadenza del 20 agosto 2020 si attendevano novità nel decreto agosto, dopo alcuni timidi segnali di apertura da parte del Ministero dell’Economia. La richiesta era e continua ad essere incentrata sulla cancellazione di sanzioni ed interessi per i versamenti effettuati dopo il 20 luglio, ed entro la scadenza del 30 settembre.
Una proroga tardiva che però non c’è, almeno per ora. Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri in data 8 agosto 2020 contiene invece il rinvio della scadenza del 30 novembre, ma solo per soggetti ISA e forfettari che hanno subito un calo di fatturato pari almeno al 33%.
Scadenza imposte del 20 agosto 2020, la battaglia interna al MEF è ora sulla maggiorazione
Bisogna evidenziare che il testo del decreto agosto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’approvazione con la formula “salvo intese” lascia quindi spazio a possibili modifiche.
Resta aperto un piccolo spiraglio per un nuovo intervento in materia di imposte sui redditi, ipotesi che prende forza se consideriamo non solo i dati diffusi dal MEF ma anche il palese contrasto all’interno del dicastero dell’Economia.
Le parole pubblicate dall’Onorevole Villarosa ne sono la conferma:
“Il duro scontro avvenuto tra me e il ministro sul tema sospensioni fiscali, guardando i dati REALI e non “personali supposizioni” - come immaginavo - mi dà ragione, quindi caro Roberto Gualtieri ridurre la maggiorazione allo 0,1% diventa oggi un atto di civiltà fiscale!”
La discussione interna alla Maggioranza si concentra non tanto su una proroga tardiva, ma sulla riduzione della percentuale maggiorazione applicata ai versamenti eseguiti entro il 20 agosto 2020.
Una novità che però non piace ai professionisti che, avendo ormai predisposto le deleghe di versamento F24 per conto dei propri clienti, temono di dover rifare tutto, in un periodo di meritata pausa feriale. Oltre al danno - causato dalla mole di adempimenti straordinari e dai conseguenti ritardi nella gestione degli adempimenti ordinari - il rischio beffa resta dietro l’angolo.
Ed è proprio il caos fiscale una delle motivazioni alla base dello sciopero dei commercialisti, confermato dal 15 al 24 settembre 2020.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Scadenza 20 agosto 2020, imposte con maggiorazione per il 60% delle partite IVA