Sanità, proclamato lo stato di agitazione della medicina generale. Mancati investimenti per nuovi assunzioni nella rete territoriale, turni di lavoro massacranti e ben 20.000 colleghi contagiati dal COVID e senza copertura Inail sono i motivi alla base della protesta.
Sanità, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta proclamano lo stato di agitazione. Come se non bastasse l’annuncio dello sciopero del pubblico impiego fissato per il prossimo 9 dicembre, arriva oggi anche l’annuncio delle sigle sindacali dei professionisti della salute Federazione CIPe SISPe SINSPe, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, La.Pe.L, SIMET, SMI e SNAMI.
Al cuore del malessere denunciato dai medici c’è ovviamente la pandemia da Coronavirus con il suo carico di morti tra gli operatori sanitari, il sovraccarico di lavoro e contemporaneamente la mancanza perdurante di personale e di Dispositivi di protezione individuale.
“Siamo davanti a una tragedia che sta investendo i cittadini e il mondo delle professioni mediche. Sono duecento i colleghi morti sul lavoro dall’inizio della pandemia. In questa seconda fase della pandemia stiamo assistendo non solo al collasso degli ospedali e dei pronto soccorso, ma anche al collasso del territorio”,
si legge in una nota sindacale unitaria.
Sanità, la situazione drammatica dei medici
L’agitazione nel mondo sanitario si aggiunge pertanto allo sciopero proclamato per il 9 dicembre in generale dal mondo del lavoro pubblico.
Eppure, solo qualche settimana fa dopo un incontro con i sindacati confederali avvenuto il 7 novembre, il ministro della Salute Roberto Speranza aveva emesso un comunicato dai toni piuttosto ottimistici:
“È importante avere un confronto costante con i rappresentanti dei lavoratori sui temi della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e sugli investimenti messi in campo per il personale del nostro Servizio Sanitario Nazionale”
Evidentemente l’ottimismo non era proprio del tutto fondato, dato che ora i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta denunciano una situazione insostenibile con turni di lavoro massacranti per poter svolgere le attività ordinarie nonostante l’imperversare del COVID-19.
Il risultato è che ad oggi i sanitari in genere contagiati sono 20.000 e questo dato aumenta il carico di lavoro per gli altri.
Un lavoro che attualmente contempla attività come la cura dei pazienti neoplastici, diabetici, oncologici che non sono più seguiti dai servizi specialistici occupati dall’emergenza pandemica e la presa in carico dei malati di COVID che non sono ospedalizzati, ovvero mediamente 1 su 35 con tutte le prescrizioni in materia di quarantena.
Ma, a fronte di questa situazione, cosa chiedono le organizzazioni di categoria dei medici?
Le rivendicazioni dei medici: assunzioni e più tutele
I sindacati dei medici e dei pediatri denunciano di non aver visto finora nessun investimento strutturale sulla rete territoriale di medicina generale. In particolare lamentano la carenza di:
- assunzioni nelle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale che pure dovrebbero supportare i medici del territorio nella lotta al COVID e i cui compiti consistono nella gestione domiciliare dei contagiati che non necessitano il ricovero ospedaliero;
- il potenziamento degli organici degli uffici di igiene e sanità pubblica, con nuove assunzioni di medici di medicina generale convenzionati, guardie mediche, medici del 118 e medici penitenziari per le carceri dove la situazione del contagio è divenuta nel frattempo esplosiva e dei pediatri di libera scelta;
- tutele per i medici ammalatisi di Coronavirus e che attualmente sono addirittura senza copertura Inail.
Del resto, la critica situazione degli operatori sanitari che devono fronteggiare l’epidemia è ben nota da tempo, fin dai drammatici giorni di marzo. Ora si tratterebbe da parte del governo e delle regioni di passare dall’attività comunicativa di persuasione che tutto sia stato predisposto per un potenziamento del Servizio sanitario nazionale all’attuazione pratica di quanto promesso da diversi mesi a questa parte.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Sanità, anche i medici entrano in stato di agitazione