Nel 2025 le pensioni minime aumenteranno di circa 3 euro ma dalla discussione in Parlamento potrebbero arrivare delle novità
Nel 2025 le pensioni minime aumenteranno del 2,2 per cento, il che significa per i pensionati circa 3 euro in più al mese.
La conferma arriva dal disegno della Legge di Bilancio per il prossimo anno che conferma la rivalutazione straordinaria la quale però scende dal 2,7 al 2,2 per cento (1,3 per cento nel 2026).
In assenza di questa previsione normativa, sembra incredibile ma è vero, l’importo minimo attuale si sarebbe ridotto ulteriormente. La partita è comunque ancora aperta: la discussione in Parlamento è appena cominciata.
La rivalutazione annuale degli importi, invece, dal 2025 tornerà ad essere piena.
Pensioni minime: gli aumenti nel 2025
Nel 2025 ci saranno diverse novità in arrivo per le pensioni.
Il disegno di Legge di Bilancio, attualmente all’esame della Camera, prevede una serie di interventi a partire dalla conferma anche per il prossimo anno degli strumenti per il pensionamento anticipato: Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale.
Misure che saranno confermate con gli stessi requisiti restrittivi, già in vigore nel 2024.
Come dichiarato dal Ministro Giorgetti nella conferenza stampa di presentazione del DDL Bilancio ci sarà anche l’aumento per le pensioni minime, anche se meno corposo di quanti previsto inizialmente.
Oltre alla rivalutazione annuale, infatti, i pensionati e le pensionate che ricevono il trattamento minimo dell’INPS riceveranno anche l’ulteriore aumento introdotto nel 2023 per contrastare l’inflazione, il quale però non sarà pari al 2,7 per cento come per il 2024 ma al 2,2 per cento. Percentuale che nel 2026 scenderà ulteriormente all’1,3 per cento.
Se già la rivalutazione avrebbe garantito un mini aumento dell’assegno, con la rivalutazione del 2 per cento l’importo riconosciuto sarà ancora minore: circa 3 euro in più.
Attualmente il minimo INPS è di circa 614 euro (considerando l’aumento del 2,7 per cento) e con l’aumento si attesterà sui 617 euro mensili, ancora meno dei circa 625 prospettati e ben lontani dai 1.000 euro obiettivo di punta di alcuni partiti dell’attuale maggioranza parlamentare.
Va comunque evidenziato che in assenza della rivalutazione straordinaria i pensionati si sarebbero trovati di fronte ad una diminuzione dell’importo minimo nel 2025.
Questo perché le pensioni minime partono da 598,61 euro e tenendo quindi conto del solo adeguamento all’inflazione dell’1 per cento (senza ulteriore rivalutazione), il valore dell’assegno sarebbe stato pari a 604 euro.
La discussione, molto accesa, si è spostata ora in Parlamento nel corso dell’iter del testo. Tra gli emendamenti presentati c’è anche la proposta di portare le pensioni minime a 623 euro mensili, riproponendo quindi la rivalutazione del 2,7 per cento in vigore nel 2024.
Ad ogni modo molto dipenderà dalle effettive risorse economiche a disposizione. Solo con l’ufficialità della Manovra 2025 pensionati e pensione potranno conoscere l’effettivo importo della pensione minima per il 2025.
Pensioni: rivalutazione piena, finalmente
A cambiare il prossimo anno sarà anche il meccanismo di indicizzazione degli assegni per l’adeguamento all’inflazione.
Si tratta della rivalutazione (perequazione automatica) che viene effettuata ogni anno per adeguare gli importi degli assegni pensionistici all’inflazione.
Come previsto dal DDL Bilancio 2025 non ci saranno tagli come invece accaduto nei due anni passati.
La rivalutazione annuale, infatti, tornerà ad essere piena e, a meno di cambiamenti inseriti all’ultimo nel testo, dovrebbe ricominciare a seguire il vecchio sistema previsto dalla legge n. 388/2000 organizzato su tre fasce di reddito:
- 100 per cento per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 90 per cento per quelli fino a 5 volte il minimo;
- 75 per cento per quelli superiori a 6 volte il minimo.
Di conseguenza, sarà abbandonato il meccanismo a 6 fasce in vigore nel 2023 e nel 2024 che ha previsto una rivalutazione minore al crescere dell’assegno pensionistico come indicato nella tabella.
Fasce trattamenti complessivi | Percentuale indice perequazione da attribuire | Aumento del | Importo |
---|---|---|---|
Fino a 4 volte il trattamento minimo (TM) | 100 | 5,4 per cento | fino a 2.271,76 |
Fino a 5 volte il TM | 85 | 4,5 per cento | da 2.271,77 e fino a 2.839,70 |
Fino a 6 volte il TM | 53 | 2,8 per cento | da 2.839,71 e fino a 3.407,64 |
Fino a 8 volte il TM | 47 | 2,5 per cento | da 3.407,65 e fino a 4.543,52 |
Fino a 10 volte il TM | 37 | 1,9 per cento | da 4.543,53 e fino a 5.679,40 |
Oltre 10 volte il TM | 22 | 1,1 per cento | oltre 5.679,40 |
Non ci sarà quindi alcuna penalizzazione per gli assegni oltre 4 volte il minimo INPS.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Di quanto aumenteranno le pensioni nel 2025?