Riforma fiscale globale, dal 2023 imposta minima al 15 per cento per le multinazionali con ricavi superiori a 750 milioni di euro: aderiscono 136 paesi. Accordo storico. Si prevedono nuove entrate per un totale di 150 miliardi di dollari. I dettagli arrivano dai documenti OCSE.
Riforma fiscale globale, non solo in Italia si discute del futuro della tassazione: dopo l’accordo storico di luglio, anche dal G20 di Roma, il 30 ottobre 2021, arriva il via libera all’introduzione dal 2023 di un’imposta minima al 15 per cento per le multinazionali.
Il numero dei paesi che hanno aderito l’8 ottobre è arrivato a 136. L’intesa coinvolge tutti i membri dell’OCSE e del G20. Mancano all’appello solo Kenya, Nigeria, Pakistan e Sri Lanka.
L’aliquota minima non sarà l’unica novità, ma la riforma si articola su una “soluzione a due pilastri”.
Si prevedono 150 miliardi di dollari di nuove entrate. E si stima che da circa 100 giganti delle multinazionali, a prescindere dalla loro localizzazione, dovranno essere riassegnati oltre 125 miliardi di euro di profitti. Nasce un nuovo sistema fiscale al passo con i tempi dell’economia digitale.
I dettagli nel documento OCSE elaborato a ottobre 2021.
- OCSE - Statement on a Two-Pillar Solution to Address the Tax Challenges Arising From the Digitalisation of the Economy
- Statement on a Two-Pillar Solution to Address the Tax Challenges Arising From the Digitalisation of the Economy - Brochure OCSE
Riforma fiscale globale: al G20 sì all’imposta minima al 15 per cento dal 2023
Dopo gli ultimi accordi raggiunti con Estonia, Ungheria e Irlanda, la riforma fiscale globale diventa sempre più concreta. E, come anticipa l’Agenzia ANSA, anche nel corso del G20 di Roma, il 30 ottobre 2021, è stato espresso un ampio e trasversale sostegno sul progetto dell’imposta minima.
Il 2022 servirà ai singoli paesi coinvolti per preparare il terreno all’applicazione di un’imposta minima del 15 per cento sui profitti delle multinazionali dal 2023.
La minimum tax è frutto di anni di intese: d’altronde i paesi coinvolti sono 136 e rappresentano il 90 per cento del PIL globale.
L’architettura del nuovo fisco globale è contenuta nella Dichiarazione OCSE sulla soluzione a due pilastri per affrontare le sfide fiscali derivanti da la digitalizzazione dell’economia. Il documento adottato già lo scorso luglio da 130 paesi è stato aggiornato l’8 ottobre e mette nero su bianco gli accordi raggiunti.
“L’accordo odierno renderà i nostri accordi fiscali internazionali più equi e più efficace. Questa è una grande vittoria per un multilateralismo efficace ed equilibrato. È un accordo di vasta portata che garantisce che il nostro sistema fiscale internazionale si adegui ad un’economia mondiale digitalizzata e globalizzata”, aveva affermato il segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann.
A esprimere grande soddisfazione anche il Commissario UE per l’Economia Paolo Gentiloni che su twitter aveva esultato:
“Evviva! Raggiunto l’accordo per la tassazione minima e per redistribuire i proventi delle tasse dove le multinazionali fanno profitti e non dove stabiliscono le loro sedi. Orgoglioso del sostegno dei paesi Ue”.
Riforma fiscale globale, non solo imposta minima al 15 per cento: i due pilastri
Come evidenziato nel comunicato stampa dell’8 ottobre 2021, la riforma fiscale globale poggia su due pilastri.
Prima di tutto le multinazionali più grandi e redditizie saranno chiamate a pagare le imposte nei Paesi in cui operano e non solo dove hanno la sede legale, tramite un particolare meccanismo di riallocazione degli utili. La novità riguarda le imprese con un fatturato superiore a 20 miliardi di euro e una redditività superiore al 10 per cento prima dell’applicazione delle imposte.
Si stima una riassegnazione di oltre 125 miliardi di dollari di profitti al territorio in cui sono stati prodotti. Le entrate saranno maggiori per le economie dei paesi in via di sviluppo.
La grande novità di una imposta minima globale del 15 per cento, invece, rappresenta il secondo pilastro del nuovo sistema di tassazione e riguarda le società con un fatturato globale superiore a 750 milioni di euro.
In questo caso, il guadagno dal punto di vista delle entrate fiscali è pari a 150 miliardi di dollari all’anno.
Nel comunicato stampa OCSE si legge che l’attuazione delle misure arriverà nel 2023, ma i lavori per mettere in pratica l’accordo raggiunto su scala globale sono già in corso.
Tutti i dettagli nel testo dell’accordo a cui hanno aderito 136 paesi del mondo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Riforma fiscale globale: al G20 sì all’imposta minima al 15 per cento dal 2023