Rientro a scuola: presentato il piano per la riapertura. Nodo risorse

Stefano Paterna - Scuola

Presentato ai sindacati il Piano per la Ripartenza dell'attività scolastica a settembre: si tratta per il ministro Azzolina di una cornice in cui i singoli territori dovranno inserire le misure ritenute più opportune per un rientro in sicurezza nelle aule dopo l'epidemia di Coronavirus. Sindacati e Regioni contestano l'esiguità delle risorse.

Rientro a scuola: presentato il piano per la riapertura. Nodo risorse

Rientro a scuola, il ministero dell’Istruzione ha presentato il 24 giugno scorso il Piano per la ripartenza di settembre ai sindacati e agli uffici scolastici regionali.

Nella perdurante assenza delle più specifiche Linee guida ufficiali per la riapertura del prossimo anno scolastico (novità in merito potrebbero uscire dalla Conferenza Stato-Regioni convocata con questo punto all’ordine del giorno e che si svolgerà in queste ore) è necessario accontentarsi dei criteri generali del Piano per la ripartenza.

E infatti il ministro Lucia Azzolina ha tenuto a precisare che il Piano costituisce solo una cornice in cui ogni singolo territorio dovrà realizzare le misure organizzative adeguate per un rientro nelle aule in sicurezza, in presenza dei rischi comunque dovuti alla presenza del Coronavirus.

“Le scuole” - si legge sul profilo FB del ministro - “riapriranno in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Per l’avvio del nuovo anno abbiamo già proposto la data del 14 settembre”.

La titolare del dicastero di viale Trastevere ha tenuto a precisare che sarà attivato per la ripresa delle scuole a settembre un Protocollo della sicurezza analogo a quello in vigore per gli esami di stato.

Peraltro, la parola “cornice” era stata già utilizzata dal ministro Azzolina quando alla fine dello scorso mese di maggio erano state presentate le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile per l’apertura in sicurezza del nuovo anno scolastico.

Rientro a scuola: le preoccupazioni di sindacati e Regioni

Ma è proprio la definizione di un Piano come mera cornice a preoccupare fortemente sia le organizzazioni sindacali di categoria, sia gli enti locali, Regioni comprese. In effetti, l’appello all’autonomia delle istituzioni scolastiche nel far fronte alle diverse problematiche può configurarsi agli occhi di questi soggetti come un vero e proprio scarico di responsabilità.

Un’impressione che emerge con assoluta chiarezza nelle dichiarazioni rilasciate da Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola:

“Non si può organizzare una ripresa in sicurezza delle attività scolastiche se non si investono le risorse necessarie: né possiamo accontentarci di una scuola dimezzata, frequentata a intermittenza e con orari ridotti.
Servono spazi adeguati e ben attrezzati, serve sicuramente personale in più per garantire un pieno esercizio del diritto allo studio.
Ancora troppo vaghe e generiche le indicazioni ministeriali, del tutto insufficienti le risorse disponibili. Non si può pensare di scaricare sulle singole scuole il peso insostenibile di una riapertura delle scuole ‘a costo zero’”
.

Parole a cui hanno fatto eco quelle di Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia- Romagna e della Conferenza delle Regioni che ha definito “irricevibili” le linee guida sulla riapertura delle scuole proposte dal governo: motivo per il quale la Conferenza Stato-Regioni è slittata da giovedì 25 a venerdì 26 giugno e che spiega anche le dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla necessità di avere ancora un po’ di tempo per quel che riguarda il mondo della scuola e che in particolare sull’edilizia scolastica si dovranno fare miracoli.

Nuovo anno scolastico: il nodo delle risorse

I termini del problema, in effetti, sono ben noti a tutti e consistono principalmente nella scarsità delle risorse messe a disposizione dal governo per l’inizio del nuovo anno, considerando le necessità della sicurezza per prevenire una nuova diffusione del COVID-19.

Il che significa investimenti sui dispositivi per il personale e gli alunni, l’adeguamento degli spazi per consentire il distanziamento sociale, l’aumento delle assunzioni di personale docente e ATA.

Del resto in una recente intervista al quotidiano “La Stampa” il ministro Azzolina ha ammesso di aver chiesto due miliardi di euro per sostenere la riaperture della scuola a settembre e di essersene visto assegnare solo uno per le resistenze del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

Questi temi sono stati peraltro al centro della mobilitazione del comitato Priorità alla Scuola in molte città d’italia su una piattaforma che tra l’altro prevede il rifiuto della didattica a distanza e la necessità del superamento delle cosiddette “classi pollaio” e chiede a gran voce anche il ritiro delle Linee guida delle quali si accingono appunto a parlare governo e Regioni.

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